Milano. Il prossimo 11 maggio i “Wiener Philharmoniker” diretti dal Maestro Riccardo Muti concludono con un concerto al Teatro alla Scala la tournée italiana che ha toccato il Pala De André di Ravenna il 9 e l’Opera di Firenze oggi 10 maggio. Sui leggii l’ouverture “Meeresstille und glückliche Fahrt” di Mendelssohn, la Sinfonia n° 4 di Schumann e la Sinfonia n° 2 di Brahms. Il concerto testimonia il forte legame del Maestro Muti con i “Wiener Philharmoniker”, che lo scorso gennaio lo hanno visto per la sesta volta sul podio del Concerto di Capodanno, ma anche con il Teatro alla Scala di cui è stato Direttore Musicale dal 1986 al 2005. La presenza in questi anni al Piermarini con prestigiose orchestre ospiti del Maestro, che nel prossimo luglio compirà 80 anni, conforta l’auspicio del Sovrintendente, della Scala e dei milanesi di rivederlo finalmente anche nella buca d’orchestra del Piermarini. Il concerto sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura, che lo trasmetterà in occasione dell’ottantesimo compleanno del Maestro, e insieme al concerto del Coro e dell’Orchestra diretto dal Direttore Musicale Riccardo Chailly e a quello della Filarmonica della Scala diretta da Daniel Harding lunedì 17 maggio segna il ritorno del pubblico nella sala del Piermarini.
Difficile riassumere l’intensissima attività degli anni scaligeri di Riccardo Muti: dal percorso di riscoperta del dettato verdiano che da “Ernani”, “Nabucco”, “Attila”, “I due Foscari e Macbeth” è giunto a “Otello e Falstaff” attraverso la cosiddetta trilogia popolare (“La traviata, Rigoletto, Il trovatore”), “Don Carlo, La forza del destino, I vespri siciliani e Un ballo in maschera”, agli storici titoli mozartiani (“Don Giovanni, Così fan tutte, Le nozze di Figaro, Idomeneo, Die Zauberflöte”) al neoclassicismo tra Gluck (“Orfeo, Alceste, le due Ifigenie, Armide), Cherubini (Lodoïska”), Salieri (“Europa riconosciuta”) e Spontini (“La vestale”), fino a “Fidelio” e al fondamentale passaggio wagneriano con “Parsifal” e le quattro giornate del Ring, senza dimenticare il ‘900 (da ricordare almeno “Les dialogues des Carmélites” di Poulenc) e il contemporaneo. E ancora Pergolesi (“Lo frate ‘nnamorato”), Paisiello (“Nina, o sia la pazza per amore”), Bellini (“I Capuleti e i Montecchi”), Rossini (“Guglielmo Tell, La donna del lago, Moïse”), Puccini (“Manon Lescaut e Tosca”), Boito (“Mefistofele”) e Leoncavallo e Mascagni (“Pagliacci e Cavalleria rusticana”). All’attività in Teatro si aggiungono i 370 concerti in tutto il mondo con la Filarmonica della Scala.
Negli ultimi anni Riccardo Muti è stato un ospite frequente del Teatro alla Scala, che nel 2016 gli ha dedicato una mostra al Museo Teatrale curata da Lorenzo Arruga e un incontro con il pubblico in sala in occasione del suo 75° compleanno. Il Maestro ha poi diretto la Chicago Symphony Orchestra nel 2017 e nel 2020.