Milano. India, 1939. Un’elefantessa viene sollevata in cielo da grosse funi per essere caricata su un piroscafo che l’avrebbe portata allo zoo dei giardini pubblici di Milano.
Qui Bombe (da Bombay), come la chiamano da subito affettuosamente i milanesi, vive fino al 1987, allietando i pomeriggi di tre generazioni di bambini con le sue performance all’organetto, che suonava con la proboscide. Con il suo sguardo intelligente, attraverso grandi occhiali senza lenti, scrutava i visitatori quasi a svelare le pieghe più nascoste dell’animo umano.
Questa storia, che ha per sfondo la Milano della guerra e gli anni pieni di speranza della ricostruzione, viene rappresentata il 13 e il 14 febbraio alle ore 21 sul palcoscenico del No’hma. “Suonala ancora Bombe – Memorie di un’elefantessa a Milano”, interpretato da Mario Cei e con la regia di Paolo Bignamini, è uno spettacolo pieno di poesia, che ci riporta alle atmosfere di una città in continua trasformazione, dinamica e aperta. Mario Cei, nel ruolo di un cacciatore europeo che sognava di diventare aviatore, dà voce anche ai personaggi vicini all’elefantessa: il custode, il direttore dello zoo e la moglie di quest’ultimo che lo sostituì alla sua morte. Milano è evocata attraverso una video-installazione del duo Ahura-Mazdā, formato da Anna Caterina Dalmasso e dall’autrice del testo Marta Nijhuis, che fa rivivere immagini cariche di riferimenti e struggenti ricordi: davanti allo sguardo stupito e nostalgico dello spettatore scorrono ombre, alberi, profili di abitazioni, figure in movimento e luoghi simbolo della metropoli.