Roma. “Clarville” è lo stato immaginario o la “Civitas solis” – direbbe Campanella – in cui prende corpo l’azione messa in scena dai fratelli Manetti con l’ultima produzione: “Diabolik”, al cinema ufficialmente dal 16 dicembre. Il film rende omaggio al celebre, accattivante criminale ideato da Angela e Luciana Giussani nel 1962.
La nuova versione cinematografica si pone a cavallo tra lo stile noir e il giallo costruendo scena dopo scena un action movie di tutto rispetto, in pieno stile italiano. Le ambientazioni confermano il tiro: il film è stato girato completamente tra Milano, Bologna e Trieste.
Molteplici sono gli omaggi che Marco e Antonio Manetti disvelano nel loro film, come quello che i buoni intenditori ravvisano con Hitchcock, in una inquadratura sofisticata e dal taglio fumettistico, della fedelissima collaboratrice e amante del “Re del Terrore”, Lady Kant, interpretata da Miriam Leone; ma a ben vedere, salendo ancora sulla macchina del tempo, si possono rivivere le ambientazioni e il clima delittuoso di un altro cult, firmato Paul Verhoeven.
“Diabolik” è dunque un antieroe contemporaneo, la cui maschera è affidata a Luca Marinelli che, ancora una volta, vediamo sul grande schermo in stato di grazia. Dopo il precedente “Lo chiamavano Jeeg Robot” del 2015, opera pluripremiata e dall’atmosfera gangster, nella quale Marinelli spicca letteralmente come miglior attore non protagonista, i registi romani questa volta, gli conferiscono il ruolo di primario, accanto a Valerio Mastandrea nei panni dell’ispettore Ginko.
“Diabolik” dei Manetti Bros. è liberamente ispirato al fumetto n. 3 della saga, ovvero all’arresto del misterioso e sanguinario criminale che agisce sempre sottotraccia con una notevole capacità trasformativa che ricorda il contesto letterario di “A stranger beside me” di Anne Rule.
Un film notturno, avvolto dalle tenebre e dal mistero degli stratagemmi architettati dall’iconico assassino che nella versione dei Manetti “Non uccide mai per il gusto di uccidere e si muove come una pantera, un animale che agisce per la sopravvivenza in un mondo dove tutti sono ambigui, falsi, disonesti”.
Accanto alla formidabile triade formata da Marinelli-Mastandrea-Leone, vi è altresì la fedele Serena Rossi che coi Manetti ha già dato ampiamente prova della sua duttilità e del suo talento; poi ancora, Claudia Gerini, Piergiorgio Bellocchio ed altri a consegnare un prodotto di qualità dal sapore vintage.