Cesena. “Destinatario sconosciuto” – il romanzo epistolare della scrittrice statunitense Katherine Kressmann – Taylor uscito in America nel 1938 e tradotto in 20 lingue (ripubblicato in Italia da BUR Biblioteca Universale Rizzoli nel 2013) – è un viaggio alle radici dell’odio, un libro che rappresentò con lucida chiaroveggenza il clima di spietato razzismo in cui è maturato l’Olocausto: Rosario Tedesco, artista palermitano di talento che si è formato alla scuola di Luca Ronconi e ha collaborato a lungo con Antonio Latella, al tema della Memoria dell’Olocausto ha dedicato varie opere teatrali, adattando nel 2018 il romanzo per il teatro.
Lo spettacolo, che interpreta insieme a un altro attore sensibile e intenso che ha lavorato nella Compagnia ERT, Nicola Bortolotti, è in programma al Teatro Bonci di Cesena lunedì 24 gennaio (ore 21.00), nell’ambito delle iniziative a cura del Comune di Cesena per il 27 gennaio 2022 GIORNO DELLA MEMORIA (LE PIETRE D’INCIAMPO).
Siamo nel 1932: Martin, tedesco, e Max, ebreo americano, sono due amici fraterni e soci in affari a San Francisco. Martin, orgoglioso dei progressi del suo paese natale dopo l’umiliazione della Grande Guerra, ritorna con la famiglia in Germania per partecipare alla ricostruzione postbellica della patria. Inizia uno scambio di lettere che durerà due anni.
Con l’avvento di Hitler i contrasti ideologici fra loro precipitano fino a diventare insanabili. Griselle, sorella di Max che lavora come attrice a Berlino, scompare. Perché Martin non ha mosso un dito per aiutarla? Impossibile credere ancora nell’amicizia.
Una partita a scacchi con il ritmo del thriller, fino al colpo di scena finale: i rapporti di forza tra i due si ribaltano e l’epilogo è un sinistro scacco matto.
Attraverso il sottile gioco psicologico tra i due amici, spinto ad un punto di non ritorno, alla luce della Storia si smascherano ipocrisie e meschinità.
“Dalla prima lettura del testo di Kressmann – Taylor l’immagine più forte che ne ho ricavato è stata quella di una macabra “partita a scacchi”, un gioco a due tra i protagonisti, in cui le emozioni dell’uno trovassero un contrappunto, talvolta spiazzante, nelle risposte dell’altro – dichiara il regista. Questa matrice non lineare su cui ho costruito una riscrittura teatrale ha avuto bisogno del sostegno di una sostanza che superasse la forza delle parole, e che a sua volta avesse la capacità evocativa di raccontare un’altra storia, ovvero, la Storia. La musica così è diventata qualcosa d’altro, non un accompagnamento, ma una struttura vera e propria che si intreccia e annoda al testo stesso.
[…] Fin dall’inizio ho scelto di descrivere, accompagnare, attraversare questo percorso di rovine, questa discesa ad inferos, con la musica. La Storia raccontata in Musica è un tema che ho provato a declinare rendendo il progetto “Destinatario Sconosciuto” non una semplice messa in scena, ma un esperimento di condivisione con le realtà che abbiamo voluto coinvolgere in ogni città. Comunità diverse che hanno interagito con il testo e con la selezione dei brani, interpretandoli, attribuendo nuovi significati, mettendo in luce toni e sfumature che legano e sciolgono tutti i nodi della Storia, quella privata di Max e Martin, e quella del nostro Ventesimo secolo che non accenna a smettere di essere “contemporaneo”.
A Cesena si è attivata una collaborazione con il Conservatorio “Bruno Maderna” che partecipa alla messa in scena con le allieve e gli allievi della classe di Canto preparata da Alda Caiello: Eleonora Benetti, Sara Ceccaroni, Samantha Faina, Gaelle Clivia Giandico, Elisa Legname, Caterina Morigi, Tamar Otanadze, Irene Petitto, Laura Zecchini. Al pianoforte, Francesco Triossi.
Le musiche per coro a cappella selezionate da Tedesco sono: “Bona Nox!” di Wolfgang Amadeus Mozart, che canta la Germania prima della caduta, una purezza originaria descritta con i toni della leggerezza e della scanzonata goliardia, preludio mitico e spiazzante a quelli che saranno i giorni della gioventù hitleriana; il brano tradizionale ebraico “ANI MA’AMIN” e “Wiegala” della intellettuale ceca morta ad Auschwitz Ilse Weber, una ninna nanna che ci conduce direttamente alle soglie delle camere a gas. Irrompono nel cuore dello spettacolo assumendo il ruolo di voce della Storia: sono un percorso sonoro per raccontare ciò che resta “indicibile”.