Milano. Al Teatro Carcano di Milano, dal 21 febbraio al 3 marzo, andrà in scena “Le allegre comari di Windsor”.
La scrittura di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia riadattano, tagliano e montano con ironia “Le allegre comari di Windsor”, la commedia più divertente di Shakespeare, innestando brani suonati e cantati dal vivo dal “Falstaff” di Verdi. In scena solo la signora Page, la signora Ford, la giovane Anne Page e la serva Quickly, che danno parola anche ai personaggi maschili, assenti ma molto presenti: mariti, amanti, e, soprattutto, il più grande, non solo per stazza, Falstaff. Da lui tutto comincia e con lui tutto finisce. Le lettere d’amore che il Cavaliere invia identiche alle signore Page e Ford sono lo stimolo per trasformare il solito barboso e very British pomeriggio di tè in uno scatenato gioco dell’immaginazione, del desiderio, del divertimento. “Punire” quel porco di Falstaff, che osa far loro esplicite richieste d’amore, diventa il grimaldello per sentirsi ancora vive. Senza Falstaff non ci sarebbe divertimento o sfogo per le signore Page e Ford, che, come le Desperate Housewives, sono donne di mezza età, borghesi, annoiate e un pizzico bigotte, con routine consolidate, mariti assenti e desideri sopiti.
“Per la sua ostentata dissolutezza, in Falstaff si possono scorgere dei tratti di Don Giovanni e respirare aria buona di libertà; nella sua evidente “decadenza” si rispecchia quanto di più umano e disarmato si possa concepire” – racconta la regista Sinigaglia, che in scena ha voluto anche una fisarmonicista che, oltre a suonare le note di Verdi, interpreta Fenton, il grande amore di Anne, “un ruolo en travesti come vuole la tradizione shakespeariana (ma al contrario!)”.
“Le allegre comari di Windsor” ha debuttato a giugno 2017 nell’ambito di Glob(e)al Shakespeare, un progetto di Gabriele Russo coprodotto dalla Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini e Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia: sei opere del grande drammaturgo sono state proposte in sei riscritture commissionate ai più innovativi autori del panorama odierno e poi portate in scena da sei registi. Il progetto è nato per affermare l’universalità del teatro coniugando l’essenza atemporale dell’opera di Shakespeare con temi e linguaggi della scena contemporanea e si è aggiudicato il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2017.