Venezia. Apre il 5 marzo a Venezia, al Magazzino del sale 3 alle Zattere, la mostra “Fabrizio Plessi Trilogy”, un viaggio visionario nell’arte teatrale di Fabrizio Plessi e Frédéric Flamand. Un tributo dell’Accademia di Belle Arti di Venezia all’artista fondatore e pioniere della videoarte che fu allievo e in seguito docente di pittura in Accademia. Dopo l’esperienza veneziana, per quindici anni Plessi è stato docente di Umanizzazione delle Tecnologie alla Kunsthochschule für Medien di Colonia e titolare della cattedra di Scenografie elettroniche presso la stessa istituzione. Ideata dai docenti della Scuola di Scenografia e Scenotecnica, Proff. Lorenzo Cutùli e Nicola Bruschi, l’esposizione si focalizza sul lavoro di Plessi in ambito scenografico con un allestimento studiato appositamente per gli spazi suggestivi del Magazzino del Sale e prodotto dalle Scuole di Scenografia-Scenotecnica e Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia, sulla base dell’idea e dei disegni progettuali dell’artista.
“Trilogy” comprende tre grandi video proiezioni che richiamano la forma di un libro digitale aperto, dedicate ad allestimenti teatrali concepiti da Plessi in collaborazione con il regista, attore e coreografo belga Frédéric Flamand: “The Fall of Icarus (1989), Titanic (1992), Ex-Machina” (1994). Una quarta grande videoproiezione chiude il percorso espositivo raccogliendo un mix di sequenze video della Trilogia. L’immersione nel processo creativo delle tre opere teatrali evidenzia ancora una volta l’importanza storica e la straordinaria valenza avanguardistica del lavoro di Plessi tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, nel dare vita a una scenografia che, attraverso l’uso delle tecnologie digitali, diventa parte integrante e viva del processo drammaturgico. “The Fall of Icarus, Titanic e Ex -Machina rappresentano – scrive Marco Tonelli – la summa della ricerca di Plessi nel campo della scenografia digitale, in cui l’uso di monitor, proiezioni, cascate d’acqua elettronica, addirittura semplici elettrodomestici come frigoriferi o ventilatori o improvvisaste antenne paraboliche, insieme a materiali poveri e riferimenti alla storia dell’arte, costituiranno una sorta di archeologia primaria ed esistenziale, nonostante il loro accentuato carattere tecnologico e futuribile”.
“La motivazione di fondo che percorre tutta l’esposizione, che ha visto i docenti della scuola di Scenografia e della scuola di Nuove Tecnologie delle arti lavorare con l’artista fin nelle prime fasi, è un ‘principio didattico’ – afferma il direttore dell’Accademia Riccardo Caldura. – Il soggetto della mostra sono i materiali di concezione di queste tre opere per il teatro e la danza, insieme alla documentazione della loro messa in scena. Percorrendo lo spazio dell’esposizione, si sfogliano gli strati ideativi di un’opera insieme alla sua restituzione compiuta, alla messa in forma finale, senza vi sia un prima o un dopo: ideazione e realizzazione convivono nel ‘libro’ dell’artista”. Integra il percorso espositivo al Magazzino 3 un altro omaggio a Plessi allestito nell’Aula di Anatomia dai Proff. Mauro Zocchetta e Patrizia Lovato dell’Accademia che mette in rilievo il rapporto tra studio e formazione dell’artista. Per la prima volta sono esposti al pubblico alcuni rari studi e disegni di Plessi, conservati negli archivi del fondo storico dell’istituzione. “Trilogy” farà poi parte di una più ampia esposizione, curata da Marco Tonelli, che riguarderà tutto il lavoro teatrale dell’artista, allestita in giugno presso il Museo di Palazzo Collicola di Spoleto in occasione del Festival dei Due Mondi. Per l’esposizione veneziana, la Scuola di Grafica d’Arte dell’Accademia di Venezia DASL di edizioni e illustrazione per il libro e la grafica d’Arte diretta dal Prof. Giovanni Turrìa, ha prodotto a tiratura limitata, un raffinato cofanetto- taccuino dalla struttura a leporello, contenente i disegni progettuali di Plessi per “Trilogy”.