Casarsa. Con un ospite straordinario per un dialogo d’eccezione giunge a conclusione il progetto “In un futuro aprile. Pasolini da Casarsa al mondo”, curato da Fondazione Pordenonelegge, in sinergia con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, in occasione del centenario della nascita del grande poeta e artista. Giovedì 16 giugno alle 21, nel Teatro di Casarsa, intitolato proprio a Pier Paolo Pasolini, si terrà l’ultimo evento per il cartellone dedicato al centenario pasoliniano con la scrittrice Dacia Maraini, autrice per Neri Pozza del recentissimo “Caro Pier Paolo”, legata a Pasolini da una lunga amicizia, consolidata nel tempo attraverso incontri, viaggi e occasioni preziose di condivisione dei momenti importanti della vita. “Pasolini, un amico” titola infatti la serata, che sarà condotta dallo scrittore e curatore di “pordenonelegge”, Alberto Garlini. Un evento che si apre liberamente al pubblico e sarà scandito da un dialogo serrato, ispirato dalle lettere che Dacia Maraini ha raccolto nel suo ultimo libro: inviate a Pasolini molti anni dopo la sua morte, per evocare i loro ricordi e richiamare dal passato il grande scrittore, e poeta. Lettere capaci di restituire la forza della sua personalità, che nel presente trova rinnovata profondità, e nuova attenzione. Perché Pasolini è tuttora un autore di culto, anche per i più giovani. La sua è stata una vita fuori dagli schemi: per la forza delle sue argomentazioni, l’anticonformismo, l’omosessualità, la passione per il cinema, la sua militanza e quella morte violenta e oscura. A cento anni dalla sua nascita, e quasi cinquanta dalla sua scomparsa, Pasolini resta vivo e nitido, tra noi, ancora capace di dividere e di appassionare. Di quel mondo perduto, degli amici che lo hanno frequentato, della società letteraria di cui ha fatto parte, Dacia Maraini ricorda e racconta. A partire da un’immagine bella e struggente: «Caro Pier Paolo, ho in mente una bellissima fotografia di te, solitario come al solito, che cammini, no forse corri, sui dossi di Sabaudia, con il vento che ti fa svolazzare un cappotto leggero sulle gambe. Il volto serio, pensoso, gli occhi accesi. Il tuo corpo esprimeva qualcosa di risoluto e di doloroso. Eri tu, in tutta la tua terribile solitudine e profondità di pensiero. Ecco io ti immagino ora cosí, in corsa sulle dune di un cielo che non ti è più ostile». Dacia Maraini è stata una delle amiche piú vicine a Pier Paolo. I suoi ricordi si intrecciano in un dialogo intimo e sincero capace di prolungare e ravvivare un affetto profondo, nutrito di stima, esperienze artistiche e cinematografiche, idee e viaggi.