Napoli. In occasione del concerto conclusivo della rassegna “Restate a Napoli” intervistiamo Simona Molinari, cantautrice pop-jazz che ha di recente pubblicato il suo sesto album “Petali”. Di origini partenopee, cresce artisticamente in Abruzzo e nel 2013 corona la sua ascesa con la partecipazione alla 63ª edizione del Festival di Sanremo, in duetto con Peter Cincotti con i brani “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” (dell’indimenticabile Lelio Luttazzi ed Alberto Zeppieri) e “La Felicità” (di Simona Molinari, Carlo Avarello, Maurizio Vultaggio e Peter Cincotti). In quell’edizione, si partecipava alla gara con due brani e superò la selezione della prima serata “La Felicità”.
Simona, iniziamo dal concerto: qual è il concept di quest’esibizione?
Il concerto in Piazza Plebiscito è strettamente legato al mio ultimo album “Petali”, uscito il primo aprile. In sostanza, racconto i tempi della mia vita che credo, però, riguardino quelli della vita di tutti: il tempo dell’amore, delle passioni, degli addii. Appunto, ho scelto di intitolare il mio lavoro “Petali” perché in un certo senso i brani seguono i cicli della vita.
Naturalmente, porto sul palco anche canzoni napoletane: essendo nata a Napoli, è un doveroso tributo alla tradizione napoletana e ai cosiddetti standard. Sono cresciuta con le musiche di Eduardo De Crescenzo e di Pino Daniele, solo per citarne alcuni.
Si può dire che è ripartito il tour. Hai già fatto diversi concerti in Italia, il 20 agosto ti esibirai ai Templi di Paestum e poi proseguirai. Dopo questi ultimi anni in cui il mondo della musica dal vivo ha vissuto un po’ in sospeso, cosa si prova a tornare a suonare nuovamente davanti al pubblico?
È bellissimo ripartire e poter tornare a condividere la propria musica con gli spettatori. In verità, ho avuto comunque la fortuna di non essermi mai fermata negli ultimi anni di pandemia, almeno durante l’estate. Tuttavia, quest’anno noto una voglia del pubblico di partecipare diversa rispetto al passato: le persone vogliono godere del concerto, probabilmente perché più consapevoli della sua ricchezza.
Puoi raccontarci adesso del tuo ultimo lavoro discografico, “Petali”?
Posso dire che si tratta di un album che ha una sua personalità. Si propone di essere un abbraccio, quasi una carezza per l’ascoltatore, ed è quello che ho cercato di trasmettere anche attraverso l’interpretazione dei pezzi.
Come accennavo prima, ho provato a raccontare i diversi momenti della vita con un invito a lasciare che gli eventi accadano, vivendoli con serenità. Peraltro, con questo lavoro ho vinto anche la Targa Tenco per la categoria interpreti di canzoni che ritirerò ad ottobre.
Nello specifico, tre o quattro brani dell’album sono interamente miei mentre gli altri sono frutto di collaborazioni con diversi artisti, tra gli altri, Fabio Ilacqua.
Proprio recentemente abbiamo intervistato Peter Cincotti. Il vostro duetto è stato un passaggio importante anche per te, ci parleresti di questa collaborazione?
Con Peter abbiamo lavorato per un lungo periodo iniziato già prima di Sanremo e poi siamo diventati amici, anche perché siamo coetanei.
La nostra prima collaborazione, infatti, è stata la cover della canzone “Sola me ne vo per la città”. È stata proprio una bella avventura che poi è sfociata in Sanremo. Devo dire che insieme a Peter abbiamo vissuto il Festival con complicità e divertimento.
Negli ultimi anni hai sperimentato anche attività in altri settori artistici, come attrice e come autrice per il teatro. Come sono state queste esperienze?
In effetti, l’esigenza di diversificare artisticamente è nata dal fatto che sono stata ferma per un po’ di tempo da un punto di vista discografico e, pertanto, queste esperienze hanno rappresentato un modo per far uscire la creatività. Così, ho scritto alcuni spettacoli teatrali che ho portato in giro per l’Italia: si tratta di un mix di racconti e di canzoni scritte da me.
Poi, nel 2019 è uscito il film di Walter Veltroni “C’è tempo” con Stefano Fresi che, peraltro, ha ricevuto anche la candidatura ai Nastri d’Argento come miglior attore in commedia, e devo ammettere che anche questa è stata un’esperienza significativa che mi piacerebbe ripetere. In definitiva, credo che ogni progetto costituisca un tratto di strada da fare con il pubblico.
A questo punto, ti chiedo se ci puoi accennare qualcosa sui tuoi progetti futuri.
In questo periodo sto scrivendo dei nuovi brani, in prospettiva per un nuovo progetto discografico. Non voglio fermarmi.