Milano. Vincenzo Salemme da record in “Napoletano? E Famme ‘Na Pizza!”. Più di 100mila spettatori, in 21 città e 170 repliche dal suo debutto (a Orvieto, il 20 novembre 2021), per la sua pièce teatrale: un successo di pubblico senza precedenti. Spettatori di tutte le età impazziti per Salemme.
Ad attenderlo, ora è Milano, Teatro Manzoni, dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023 e, poi, gran finale a Roma, Teatro Olimpico, dal 12 al 29 gennaio 2023.
“Napoletano? E famme ‘na pizza” è prodotto da Valeria Esposito per Chi è di scena! s.r.l. Al centro, una confessione sincera sui cliché della napoletanità. E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, saper cantare, essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, amare il ragù… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendere la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente.
Una pièce, questa, in cui il commediografo porta in scena insieme alla sua Compagnia (Vincenzo Borrino; Sergio D’Auria; Teresa Del Vecchio; Antonio Guerriero, Fernanda Pinto) una commedia che gioca con i cliché, o meglio con i luoghi comuni, di chi è nato nel capoluogo partenopeo. Uno spettacolo applaudito dalla critica e dal pubblico, che ha fatto tornare il teatro, in tempo di pandemia, nuovamente un luogo di aggregazione (sempre nel rispetto delle norme sanitarie) e di cultura.
“Napoletano? E famme ‘na pizza” – prodotto da Valeria Esposito per Chi è di scena! s.r.l. – è tratto dal titolo del suo libro più recente (pubblicato a marzo 2020 per Baldini + Castoldi). Il teatro e il cinema sono la sua seconda pelle. Oltre 28 spettacoli e 45 film (di cui 12 in qualità di regista e sceneggiatore) in quarantacinque anni di carriera.
Una carriera, quella di Vincenzo Salemme, costellata da grandi successi che gli sono valsi l’assegnazione del Premio alla Carriera (al BCT – Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento) e il Premio Siae (a settembre 2022). L’arte, il garbo e l’ironia sono gli elementi distintivi della sua arte: dagli esordi come attore con un’intensissima vita teatrale partita nel ‘78 con il Maestro Eduardo De Filippo fino ad arrivare ai nostri giorni, campione di incasso a teatro (l’ultima commedia “Con tutto il cuore”, interrotta a causa del Covid 19 è stata vista da 150mila spettatori con un incasso di 5milioni di euro) e al cinema (dal debutto con Nanni Moretti nel 1981 ai suoi film più recenti). In televisione ha portato le sue commedie in diretta tv su Rai2 come fossero uno show televisivo. Oltre a “Napoletano? E famme ‘na pizza”, dal dono della scrittura, è nato anche il libro dal titolo ‘La bomba di Maradona’ (Baldini + Castoldi, nel 2018).
“Napoletano? E famme ‘na pizza” è composta da due mie commedie “Una festa esagerata” e “Con tutto il cuore”. Il titolo “Napoletano? E famme ‘na pizza” fa riferimento ad una battuta di una mia pièce teatrale, “e fuori nevica”, nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza.
E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mammà… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendergli la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente.
Ma, allora, io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio recitava: “Vedi Napoli e poi muori!”, io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l’accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo.
“Napoletano? ‘E famme ‘na pizza”, oltretutto, mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali perché all’interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti quegli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro. Un futuro che, nel caso di questo mio spettacolo, non dimentica le belle tradizioni del passato ma, anzi, ne fa un volano per immaginare un viaggio in avanti, un cammino libero e allegro verso il Domani.
Crediti foto: Angelo Redaelli.