Faenza. Per gli operatori del settore musicale, quello di Giordano Sangiorgi è un nome molto noto e apprezzato. Tante le attività svolte in una carriera lunga più di quarant’anni: promoter musicale e culturale, ideatore e organizzatore del MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti, la più nota manifestazione delle produzioni indies in Italia, soltanto per citare le principali esperienze di una delle personalità di spicco della nuova musica italiana. Sangiorgi ha creato Supersound, la vetrina della nuova musica giovanile emergente italiana attraverso i festival di musica dal vivo. È Presidente di AudioCoop, il coordinamento delle piccole etichette discografiche indipendenti di area pop-rock italiane. Già coordinatore del Tavolo della Musica, interlocutore del Governo e del Parlamento per la legge sulla musica, è portavoce della Rete dei Festival per emergenti. Ha tenuto lezioni ai Master sulla Comunicazione e sullo Spettacolo delle Università Bocconi di Milano, “La Sapienza” di Roma, all’Università di Parma e in altri istituti universitari, scolastici e professionali. Ha ideato gli Oscar degli Indipendenti: il PIMI (Premio Italiano Musica Indipendente) e il PIVI (Premio Italiano Videoclip Indipendente), i due riconoscimenti più noti nel settore indie italiano. Ha collaborato attivamente a “La Notte degli Indipendenti” su Rai Isoradio. Ha attivato numerose partnership all’estero e contribuisce da sempre a portare artisti indipendenti ed emergenti italiani all’estero. Negli anni ha creato Faenza Rock, Radiopanico con Carlo Lucarelli, Hip Hop Mei con Piotta, Onda Rosa Indipendente e tanti altri progetti. Ha ideato il mensile di successo Pipinè. Ha lavorato come ufficio stampa per molte aziende private e del settore culturale. Lo abbiamo recentemente incontrato, in occasione della III Assemblea Nazionale SIEDAS, tenutasi a Roma dal 12 al 14 ottobre 2018, e la sua relazione, appassionata e come sempre circostanziata di dati, ha animato il dibattito tra gli operatori del settore intervenuti per l’occasione da tutta Italia.
Nei giorni scorsi ha accettato di farsi rivolgere qualche domanda ed ecco quello che ci ha raccontato.
Cosa ti ha portato ad occuparti così da vicino della musica indipendente?
La passione fin da giovanissimo per la musica creata direttamente da chi suona e per la musica alternativa ai tradizionali circuiti commerciali ufficiali.
Quale è stato il tuo primo amore musicale?
Sicuramente la mia prima cassetta che ho sentito e risentito è stata quella de “Le Orme” con “Gioco di Bimba”, sentita e risentita sul mio primo mangianastri portatile bianco e nero della Philips ancora alle medie.
Spesso si afferma che il mondo della musica è in crisi: credi che questa affermazione sia vera e quali potrebbero essere le possibili soluzioni a una situazione che è comunque difficile?
C’è un fortissimo fermento creativo ma una drastica riduzione nell’economia del settore. Il problema si risolve con una maggiore redistribuzione delle ricchezze presenti sulla scena dando più risorse alla filiera creativa nella fase di commercializzazione e distribuzione on line, facendo pagare tutti i diritti che spettano ai creatori dell’ingegno musicale nelle ripartizioni di tali diritti e nella diffusione gratuita della musica e supportando il settore a livello governativo, regionale e degli enti locali con quelle risorse che ritengano la musica attuale come una parte integrante della cultura del nostro paese (come il teatro, i musei, il cinema, la musica lirica e classica), incentivando produzioni e live, fornendo snellimenti burocratici e sgravi a chi realizza eventi dal vivo e altre azioni atte a promuovere la musica indipendente emergente del nostro paese a supporto dei giovani.
Ci sono, a tuo avviso, ambiti in cui si potrebbe/dovrebbe intervenire in maniera urgente?
Serve con urgenza un decreto attuativo del Codice sullo Spettacolo dal vivo che finanzi il settore con particolare riferimento alla produzione musicale e all’organizzazione di festival capaci di promuovere l’originalità, l’inedito e l’innovazione del settore sostenendo principalmente le start up che rinnovano il settore e tengono viva la nuova musica. Sotto questo aspetto la Francia può essere un mirabile esempio di sostegno di sistema alla musica riuscendo così anche in un’epoca di globalizzazione e omologazione a fare emergere all’estero i loro artisti nuovi.
L’avvento delle nuove tecnologie, ormai, tocca quasi tutti gli ambiti della nostra quotidianità. Secondo te, la digitalizzazione del mercato musicale e discografico ha avuto un ruolo positivo o negativo sull’intera filiera?
Sia positivo che negativo, come ogni innovazione. Da un lato ha permesso di poter fare entrare direttamente in contatto gli artisti coi fan senza l’intermediazione delle grandi case discografiche facendo nascere migliaia di piccole etichette discografiche indipendenti e di artisti autoprodotti che hanno contribuito a cambiare la mappa geografica musicale del paese, mentre dall’altro ha cancellato il mercato del prodotto fisico musicale, quindi circa un 90% del fatturato, che non è più arrivato alla filiera creativa musicale ma oggi è tutto in mano alle piattaforme multinazionali della diffusione della musica sul web monopoliste che pagano pochissimo gli artisti rispetto ai contenuti che offrono sia in termini di diritti che in termini di ascolti. Va coperto questo gap con la massima urgenza così come i grandi network radio e tv devono promuovere maggiormente l’innovazione della musica del nostro paese fornendo visibilità a tutte le nuove produzioni italiane, con particolare riferimento a quelle indipendenti.
Quale è il sogno musicale di Giordano Sangiorgi?
Un paese dove sia normale ogni giorno presentare sui media, tradizionali e più giovani, tutte le nuove produzioni musicali così come si presentano i libri, i film, le mostre, le serie tv come elemento non solo ed esclusivo di intrattenimento ma valorizzando la musica di qualità capace di valorizzare nuove strade musicali e testuali.
Potrebbe farlo diventare normale un tavolo di lavoro a livello nazionale dove i protagonisti della musica insieme ai protagonisti dei media e delle piattaforme web e dei diffusori su device mobile lavorino insieme a una progettazione di sviluppo e promozione della musica realizzata nel nostro paese.
E per concludere: qual è il sogno non musicale dell’amico Giordano?
Vivere in un ambiente dove tutti si ascoltano un po’ di più. Musica e non.