Milano. Dal 9 al 21 maggio Massimo Popolizio porta al Teatro Strehler il dramma della gelosia di Arthur Miller (con la traduzione di Masolino D’Amico), una fotografia drammatica e cruda di una delle mille facce della New York anni ’50, un grande affresco sociale ambientato tra gli immigrati italiani di Brooklyn e ispirato ad un reale fatto di cronaca.
“Uno sguardo dal ponte” trae origine da un fatto di cronaca dal quale Arthur Miller resta profondamente turbato: una torbida vicenda familiare, ambientata tra gli immigrati di Brooklyn, perfetta ed enigmatica come una manifestazione del fato greco. Ad affascinare il drammaturgo è, per sua stessa ammissione, l’«orrore di una passione che, nonostante sia contraria all’interesse dell’individuo che ne è dominato, nonostante ogni genere di avvertimento ch’egli riceve, e nonostante perfino ch’essa distrugga i suoi principi morali, continua ad aumentare il suo potere su di lui fino a distruggerlo».
«Tutta l’azione è un lungo flash-back – spiega Massimo Popolizio –, Eddie Carbone, il protagonista, entra in scena quando tutto il pubblico già sa che è morto. Per me è una magnifica occasione per mettere in scena un testo che chiaramente assomiglia molto a una sceneggiatura cinematografica, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi. Alla luce di tutto il materiale che questo testo ha potuto generare dal 1955 (anno della sua prima rappresentazione) a oggi, cioè film, fotografie, serie televisive credo possa essere interessante e “divertente” una versione teatrale che tenga presente tutti questi “figli”. Una grande storia… raccontata come un film… ma a teatro. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi di una serie e con le musiche di un film».