Palermo. L’Instituto Cervantes di Palermo, diretto da Juan Carlos Reche, e il Sicilia Queer Filmfest presentano la mostra “Appunti per una biografia. Pepe Espaliú, attraverso gli archivi” a cura di Juan Vicente Aliaga, realizzata in collaborazione con il Centro de arte Pepe Espaliú de Córdoba.
In occasione dei trent’anni dalla scomparsa dell’artista Pepe Espaliú (1955-1993), l’esposizione – ospitata nei locali della Chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani (via Argenteria, 33) che si inaugura mercoledì 24 maggio alle ore 18.30 – mira a farne conoscere la vita e l’arte utilizzando una documentazione ricca proveniente da diversi archivi.
Riproduzioni fotografiche, video di alcune sue opere d’arte tra sculture, dipinti e disegni, performance, articoli di stampa sui suoi progetti e sulle sue mostre nonché ritratti dello stesso Espaliú realizzati nel corso della sua carriera che danno vita alle tre sezioni in cui è articolata la mostra: Gli inizi, Ancora sull’identità e Metafore di un corpo ferito.
Nella prima sezione si esplorano i progetti d’esordio di Espaliú nella Barcelona degli anni Settanta; nella seconda, attraverso la rappresentazione del volto e della maschera, l’artista cerca il senso della propria esistenza e del desiderio sessuale; nella terza, Espaliú trasforma l’abisso dell’Aids in un messaggio di solidarietà nei confronti dei malati e degli esclusi.
A presentare l’esposizione sarà lo stesso curatore, che ha affiancato per anni l’artista, guidando i presenti in un percorso di visita nelle varie sezioni.
«Espaliú è uno di quegli artisti che non possono essere tralasciati in nessun resoconto dell’arte spagnola di fine secolo» – dichiara Juan Carlos Reche, direttore dell’Instituto Cervantes Palermo. «Il suo contributo etico, morale e civile è tanto necessario quanto esteticamente marcato. Per questo le sue opere sono riconoscibili a prima vista. L’arte spagnola di fine secolo non può essere compresa senza il suo contributo, che trascende e completa la movida madrilena. D’altra parte, è motivo di particolare soddisfazione co-organizzare questa mostra, la prima in assoluto che sarà dedicata all’artista nel 2023, a trent’anni dalla sua morte».
Pepe Espaliú è stato uno degli artisti più importanti degli anni Ottanta e Novanta in Spagna. Il suo lavoro si è sviluppato in varie discipline, dalla pittura e disegno alla scultura, performance o poesia.
Nato a Cordova, in Andalusia, dove ha trascorso l’infanzia e la prima adolescenza, è la morte della madre a segnare la sua crescita, all’età di quattordici anni. Dopo un breve periodo a Siviglia si trasferisce a Barcellona all’inizio degli anni Settanta.
In questo periodo, caratterizzato dal tardo franchismo, nacquero in Catalogna buona parte delle esperienze artistiche concettuali che custodivano i primi semi di quei cambiamenti sociali, riconducibili alla sfera dell’identità di genere, che avrebbero dato i loro frutti nel 1977 dopo la morte del dittatore. A Barcellona venne in contatto anche con la psicanalisi lacaniana partecipando al seminario diretto dall’argentino Oscar Masotta.
Qualche tempo dopo a Parigi, dove rimase per una decina d’anni, Espaliú mise da parte le pratiche concettuali e si immerse nella pittura. La questione dell’identità di genere fu sempre al centro delle sue inquietudini trovando forma in alcuni autoritratti ermetici e nell’ideazione di maschere.
Nel corso degli anni Ottanta, ispirandosi all’opera e alla biografia dello scrittore Jean Genet, emerse la pulsione omosessuale espressa tramite sottili segni e la realizzazione di sculture in cuoio e in bronzo. Gli ultimi anni di Espaliú furono influenzati dall’enorme impatto della malattia del secolo, l’Aids. Considerando il poco tempo che gli rimaneva da vivere l’artista si dedicò a un’attività intensa sia in Spagna che in altri paesi, provando a risvegliare la coscienza sociale e la solidarietà nei confronti dei malati, all’epoca esclusi.
Due performance su tutte, “Carrying” (San Sebastián e Madrid, 1992) e “El Nido” (Arnhem, Olanda 1993), condensano la ricchezza del suo linguaggio e la trascendenza della sua poetica artistica.
In omaggio all’artista, alle ore 18.30 nella sala cinema dell’Instituto Cervantes, Juan Vicente Aliaga, curatore della mostra, terrà la conferenza “Ocultaciones/revelaciones. Pulsión, cuerpo e identidad homosexual en la obra de Pepe Espaliú” (1955-1993) e a seguire, alle ore 20.00, il danzatore Gennaro Lauro, artista associato del collettivo di danza Sosta Palmizi, eseguirà la performance “Mondo”; l’evento rientra nella programmazione del Sicilia Queer Filmfest 2023 e rappresenta una pre-apertura del festival.
Mondo significa terra ed è l’opposto di immondo. Scelto d’istinto, questo titolo abbraccia il groviglio di aspetti che tocca il lavoro di Lauro, partito dall’osservazione di ciò che lui stesso definisce “la supremazia del risultato”.
Il danzatore esplora attraverso il movimento del corpo «il desiderio inconfessato di essere cose. Poi c’è il respiro. Quell’atto continuo e implacabile che ci accompagna per tutta la vita. La trama infinita dietro tutti i nostri istanti e frammenti, senza altro fine se non il semplice e mero fatto di tenerci in vita».
La mostra “Appunti per una biografia. Pepe Espaliú, attraverso gli archivi”, ad ingresso libero, rimarrà fruibile fino al 14 luglio (dal 25 maggio al 15 giugno dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.00 e nel pomeriggio su prenotazione; dal 18 giugno al 14 luglio dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 15.00).
Crediti foto: Dario Bonazza.