Roma. È un duo inedito quello andato in scena domenica 2 luglio alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica. La data romana, infatti, inserita nel cartellone del “Summer Fest 2023”, ha rappresentato a tutti gli effetti il debutto di questa nuova avventura musicale dal vivo che vede coinvolti sullo stesso palco Francesco Renga e Nek, al secolo Filippo Neviani.
Non si tratta in realtà di una novità assoluta: un’operazione simile era già stata proposta nel 2018 ma in quel caso vedeva anche la partecipazione di Max Pezzali, con il quale i due artisti avevano realizzato sia un progetto discografico che un tour ricco di date nei più importanti palasport italiani.
Renga e Nek, 70 anni di carriera in due, hanno proposto uno show di oltre due ore in cui gli ingredienti principali sono stati divertimento, complicità e coinvolgimento del pubblico. Gli oltre duemila spettatori presenti hanno infatti acclamato i due artisti fin dalle prime note di “Meravigliosa (la luna)” che alle 21.15 ha accompagnato il loro ingresso in scena e ha dato il via ad una lunga scaletta contenente più di trenta brani.
La prima parte del live è stata caratterizzata da sonorità dirompenti che hanno dato la giusta luce sia ai brani storici del loro repertorio come “Almeno stavolta” o “Ci sarai”, che ai successi più recenti come “Fatti avanti amore” o “L’infinito più o meno”, primo capitolo discografico del loro incontro artistico che affronta il tema della paternità in tutte le sue sfumature.
I due si rincorrono da una parte all’altra del palco, scherzano con il pubblico e si prendono anche in giro a vicenda nelle pause tra un brano e l’altro (Renga fa notare che Nek esibisce il torso nudo sotto la giacca e lui ribatte sottolineando la cura maniacale del collega per i propri capelli prima di entrare in scena). È evidente fin da subito, insomma, che tra i due ci sia una bella energia, abbastanza sincera da non risultare costruita ad arte: si divertono e fanno divertire. Il pubblico che affolla la Cavea è molto eterogeneo, ma è in particolar modo il pubblico femminile (di tutte le età) a far sentire maggiormente la propria presenza.
L’atmosfera più rock e decisa dell’inizio lascia poi spazio a sonorità più tenui, in particolare con i brani “A un isolato da te” e “Sul treno”, in grado di avvolgere l’intera Cavea e trasportarla in una sorta di viaggio condiviso verso una dimensione sospesa.
Il filo conduttore della serata è stata la costante dimostrazione di stima e di rispetto reciproco tra i due artisti che, nonostante il loro calibro, hanno saputo condividere la scena senza che nessuno dei due prevalesse mai sull’altro. Ciò è ben visibile sia quando i due si dividono i versi dei brani in scaletta arricchendo con sfumature inedite i reciproci repertori, sia quando eseguono da solisti un successo dell’altro: è il caso di Francesco Renga che esegue una versione più soft e intima di “Lascia che io sia”, e di Nek che intona “Vivendo adesso” con cui il collega ha partecipato al Festival di Sanremo del 2014. Colpisce in particolare come le voci dei due cantautori si adattino con naturalezza ai brani dell’altro rendendo decisamente credibile ogni interpretazione proposta, a testimonianza della loro capacità di saper spaziare da un genere all’altro e di viaggiare tra i repertori.
Nel corso della seconda parte della serata ha trovato spazio anche un momento completamente acustico in cui i due cantanti, rimasti da soli sul palco, hanno ripercorso i loro inizi tra brani meno noti al grande pubblico e aneddoti sulle loro delusioni amorose: con l’ausilio della sola chitarra acustica imbracciata da Nek, i due hanno accennato pezzi come “Cuori in tempesta” e “Senza vento” (pubblicato nel ‘93 dai Timoria, band di cui Renga ha fatto parte fino al ‘98), restituendo a questi ultimi la loro dimensione più primordiale.
Tra i momenti di maggiore partecipazione emotiva il duetto su “Angelo”, brano che ha visto Francesco Renga trionfare alla 55esima edizione del Festival della Canzone Italiana, con il pubblico che sul finale ha regalato ai due artisti una lunga e calorosa standing ovation.
La parte conclusiva della scaletta (prima dei bis) è stata affidata alle hit più famose dei due: si sono avvicendate con ritmo serrato “Laura non c’è”, “La tua bellezza” e “Se telefonando”, brano entrato ormai di diritto nel repertorio di Nek e con il quale l’artista ha vinto la serata delle cover di Sanremo 2015.
Proprio nel corso di questi tre brani, come spesso accade nei concerti in cui si crea una connessione autentica tra artisti e pubblico, tutta la Cavea si è alzata in piedi e gli spettatori della platea hanno raggiunto il sottopalco per ballare e cantare a squarciagola, condividendo a pochi metri dai loro idoli le ultime note del live tra sguardi, sorrisi e strette di mano.
I minuti successivi al temporaneo abbandono della scena sono stati scanditi da veri e propri cori da stadio che chiedevano a gran voce il bis, accompagnando il ritorno dei protagonisti sul palco per il gran finale.
Ecco che “Il mio giorno più bello nel mondo”, “Il solito lido” (l’ultimo singolo del duo attualmente in rotazione radiofonica) e “Se io non avessi te” sono state il giusto pretesto per trasformare definitivamente gli ultimi momenti del concerto in un grande karaoke collettivo (è questa la vera forza dello show) e per concedere perfino alcuni selfie e qualche autografo; poi i saluti finali e un’ultima ovazione.
A giudicare dalla risposta del pubblico romano e dall’atmosfera di festa creatasi, il tour appena iniziato sembra preannunciarsi come uno dei live più apprezzati dell’estate musicale italiana, oltre che un’ottima occasione per consacrare le rispettive carriere in attesa di nuovi progetti individuali.