Napoli. La possibilità di vivere in viaggio ha sempre affascinato la società contemporanea. Tanti sono gli esempi di spiriti avventurosi ed anticonformisti che, allontanatisi dalla staticità di un’abitazione dotata di un comodo tetto, hanno scelto di vivere su quattro ruote o addirittura in barca.
Un esempio di tale fenomeno è dato proprio dalla Van Life che letteralmente significa proprio “vita da van”. In sostanza, si acquista un van o anche un camper, un furgone o una roulotte, attrezzandosi per destinarlo a propria abitazione permanente.
Il sistema si basa su una filosofia di massima autonomia e flessibilità. Gli spazi ed i comfort sono naturalmente limitati ma, dall’altro lato, in questo modo ci si può spostare di continuo, visitare nuovi posti, vivere in costante contatto con la natura. Si tratta in definitiva di una scelta di libertà.
Il fenomeno ha avuto il suo boom con la pandemia. Infatti, disporre di una casa su quattro ruote consente evidentemente di essere totalmente autosufficienti senza la necessità di avere numerosi contatti sociali. In particolare, la Van Life ha avuto successo soprattutto tra le nuove generazioni. I cosiddetti nativi digitali hanno colto l’occasione offerta dallo smart working. Il lavoro a distanza, ormai mantenuto dalla maggior parte delle aziende anche in epoca post-pandemica, permette di lavorare da qualunque parte del mondo, ferma restando la necessità di coordinare le attività con il fuso orario dei propri clienti.
Un’importante diffusione si è avuta nelle Isole Canarie, dove, terminata la propria giornata “tele-lavorativa” si può surfare o comunque godere di scenari mozzafiato. Insomma, la Van Life ha contribuito allo sviluppo del nomadismo digitale, scelto da chi preferisce uno stile di vita libero e non lussuoso rispetto ad una vita governata dai paradigmi sociali tradizionali ed in particolare dall’efficientismo dettato dalla carriera.
In molti casi poi chi vive sui van si è anche organizzato in gruppo, generando delle vere e proprie comunità. In verità il fenomeno è sempre stato presente negli Stati Uniti. Tante sono le persone che vivono in camper tutto l’anno, come ben rappresentato nel film “Nomadland” con la regia di Chloé Zhao. Si tenga presente però che negli Stati Uniti è diffuso anche il fenomeno delle cosiddette case mobili.
Tanti sono i modelli di van che si possono acquistare sul mercato, per tutte le tasche, usati o nuovi. I più intraprendenti possono anche costruire la propria casa su ruote ristrutturando in toto i furgoni; il web peraltro è inondato di video tutorial che spiegano tutti i passaggi per realizzare una simile opera.
Per chi invece è soltanto incuriosito dalla Van Life e non vuole ricorrere a cambiamenti di vita radicali, è possibile noleggiare van attrezzati per brevi vacanze. Una delle esperienze decisamente più suggestive è il van con tetto a soffietto che, una volta alzato, presenta un letto su cui si può dormire con la testa rivolta verso il cielo stellato. Ancora, si può anche montare una tenda sopra il tetto del veicolo, per una notte en plein air senza toccare terra.