Salerno. È calato il sipario sulla 28esima edizione del “Linea d’Ombra Festival”, la kermesse cinematografica che in otto giorni – dall’11 al 18 novembre – ha traghettato nella città di Salerno tantissimi eventi dedicati alla settima arte.
Un programma denso, stilato con particolare accuratezza dai direttori artistici Giuseppe D’Antonio e Boris Sollazzo, che ha offerto proiezioni cinematografiche ma soprattutto incontri con nomi pregevoli del cinema italiano: i fratelli D’Innocenzo, Giovanni Veronesi, Yari Gugliucci, Francesco Amato, Pietro Castellitto, per citarne solo alcuni. Una delle serate maggiormente attese, però, è stata sicuramente quella dedicata a Nanni Moretti.
Regista, attore, sceneggiatore, produttore cinematografico, Nanni Moretti ha saputo condensare nell’arco di circa 50 anni numerose esistenze professionali, brillando in ognuna di esse. Il suo sguardo ironico, a tratti punteggiato di sarcasmo, ha gettato nuova luce sulle problematiche giovanili e sulle dinamiche del nostro Paese già a partire dagli anni Settanta. Pellicole come “Ecce bombo”, “Bianca”, “Palombella rossa”, “La stanza del figlio”, “Il caimano”, “Habemus Papam” sono esempi iconici del cinema italiano e la capacità narrativa di Moretti non trova concorrenti nel panorama attuale. La voce pacata e ferma accompagnata da uno sguardo attento e vivace caratterizza la sua visione del cinema ma anche la sua concezione del mondo e il suo credo politico. Vicino, da sempre, alla sinistra, non ha mai appoggiato ad occhi chiusi le posizioni politiche a lui care ma, al contrario, ha evidenziato le ombre e le lacune ove necessario.
L’incontro di venerdì 17, condotto da Boris Sollazzo in una Sala Paolini gremita, ha evidenziato ancora una volta il talento indiscusso di Moretti così come la sua arguzia brillante.
“Quando ho iniziato era molto complicato far visionare un film – ha esordito il regista ricordando i suoi anni giovanili. Ora, grazie ad un semplice cellulare è possibile fare ottime riprese, e i numerosi festival dedicati al cinema consentono agli esordienti di farsi conoscere. Sono stato fortunato – ha ammesso Moretti – perché la mia famiglia ha appoggiato le mie scelte quando ho capito che il cinema era per me il mezzo espressivo più giusto”.
Come abbiamo già sottolineato, il Moretti regista rappresenta un elemento di rottura, una qualità che Nanni sa di possedere: “Molti hanno scelto di andare incontro ai gusti del pubblico nel tempo, un ragionamento a mio avviso presuntuoso perché non si può sapere a priori come andrà un film. Io ho fatto un ragionamento opposto, ho sempre sperato che il pubblico apprezzasse la mia ironia. Realizzo i film che sento urgenti per me, prendono vita quando ho qualcosa da raccontare. Parliamo del film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”: la sua è stata una scelta coraggiosa, che l’ha ripagata; Paola ha osato ed ha fatto bene! Talvolta, erroneamente, produttori e distributori sottovalutano l’intelligenza del pubblico”.
È facile credere che un regista trasponga nella pellicola il suo mondo interiore ma non sempre è così: “Quando il regista è anche protagonista – ha aggiunto Moretti – si pensa che i dialoghi coincidano con le sue idee ma è errato ed è anche un modo un po’ primitivo di vedere un film”.
Moretti è anche attore, pertanto è stato naturale indagare il suo rapporto con la recitazione: “Ritengo di essere migliorato nel tempo, la mia non è stata una crescita professionale ma più che altro un cambiamento umano e, di conseguenza, professionale”.
È noto che Nanni Moretti trasferisce nei suoi film esperienze di vita che lo hanno segnato nel profondo ma solitamente – per sua stessa ammissione – tende a non compenetrarsi riconoscendo il limen che separa realtà e finzione e alla domanda su quale sia il suo rapporto con la fede – tematica affrontata in diversi film – ha risposto: “Sono ateo, credo unicamente in questa vita. Lo dico con rammarico perché invidio chi ha una fede, una consolazione nei momenti di difficoltà. Io, purtroppo, non ho avuto questo dono”.
Di recente, Nanni Moretti ha deciso di cimentarsi – con prevedibile successo – con la regia teatrale. Attualmente, infatti, è in scena nei teatri italiani “Diari d’amore”, la prima trasposizione teatrale di due racconti di Natalia Ginzburg, ovvero “Dialogo” e “Fragole e panna”: “Pensavo da tempo ad un’esperienza di questo genere – ha ammesso Moretti. – Due anni fa ho letto questi due racconti ed il palco è stato un approdo quasi naturale”.
In conclusione, una chiosa doverosa sulle personalità poliedriche di Nanni e su quale ruolo sia a lui più congeniale: “Oggi mi sento più vicino agli attori, provo più empatia nei confronti delle loro fragilità e dei loro sentimenti”.
L’incontro denso di spunti con Nanni Moretti ha avuto la sua conclusione ideale con la consegna del Premio “Maestri di Cinema” e i cinefili accaniti hanno potuto gustare una maratona notturna, protrattasi per circa 12 ore, dedicata interamente ai film del regista.
“Linea d’Ombra Festival” è terminato ma l’appuntamento è per il prossimo anno con un’offerta culturale di altissimo livello capace di unire trasversalmente generazioni differenti accomunate dallo stesso denominatore: l’amore per il cinema sì, ma solo se d’autore.