“L’interpretazione dei sogni” di Stefano Massini al Teatro Argentina, una rilettura di Freud che coinvolge e convince

Roma. Dal 5 al 21 dicembre, al Teatro Argentina di Roma, è in scena “L’interpretazione dei sogni” di Stefano Massini, liberamente ispirato agli scritti di Sigmund Freud. L’intento dello spettacolo è quello di trovare, attraverso l’analisi dei numerosi casi clinici proposti, alcune risposte alle tante domande sulle affascinanti e misteriose leggi che governano le nostre “messinscene” notturne, così come definite nell’impianto profondamente teatrale della dimensione onirica propria degli studi di Freud; ed è proprio questo l’obbiettivo che ha guidato Massini nel corso del suo decennale lavoro su una delle opere più celebri del fondatore della psicoanalisi, iniziato nel 2008 e sfociato anche nella pubblicazione – nel 2017 – di un romanzo di grande successo tradotto in più lingue.
Dopo aver conosciuto, attraverso vari espedienti ben riusciti, le ragioni che dal 1891 hanno spinto il noto psicanalista ad iniziare i suoi studi sull’interpretazione dei sogni, il pubblico presente in sala si trova di fronte una variopinta serie di personaggi, un vero e proprio catalogo umano che, narrando i propri sogni, compone una sinfonia di immagini e possibili interpretazioni in cui inevitabilmente ci si riconosce e ci si immedesima.

Non è senz’altro impresa da poco riuscire a trasporre in un monologo teatrale un testo come “L’interpretazione dei sogni”, specie perché non si tratta di un romanzo, ma piuttosto di un trattato in cui vengono individualmente analizzati casi e vicende oniriche dei pazienti freudiani. Tuttavia Stefano Massini, nel corso dei serratissimi 100 minuti che compongono spettacolo, è riuscito a farlo e anche in maniera convincente, sfruttando le potenzialità drammaturgiche del testo grazie alle sue indiscutibili doti interpretative: il maggior punto di forza è la sua capacità di riuscire a rendere fruibili per chiunque i contenuti dell’opera restituendone comunque una complessità che spesso viene banalizzata o ridotta a mero simbolismo da bar o talk show.
Fin dai primi momenti dello spettacolo lo spettatore si sente coinvolto in prima persona nella narrazione, a dimostrazione che le parole del noto filosofo e psicoanalista austriaco ci riguardano tutti, senza distinzione di età, sesso o convinzioni personali.
Ed ecco che d’improvviso ognuno di noi si ritrova, più o meno consapevolmente, ad analizzare se stesso e le proprie esperienze oniriche, sotto lo sguardo di un enorme occhio proiettato sul palco nel corso dell’intero spettacolo; ciascuno degli elementi portati in scena aiuta a rendere lo spettacolo godibile non soltanto da chi è appassionato di psicoanalisi, ma da chiunque sia curioso di scoprire qualcosa di nuovo di sé e per questo sia disposto a mettersi un po’ in gioco, perché – in fondo – “la verità su di te tu la sai”.
Massini risulta perfettamente a fuoco in questa dimensione freudiana a lui cara e nei ruoli che egli stesso ricopre – come one man show – ora dello psicoanalista, ora di narratore esterno, ora di personaggio che ruota attorno alle varie storie, senza mai ingenerare confusione tra il pubblico presente in sala.
Lo spettacolo, seppur nella sua semplicità, è costruito con cura: il racconto delle singole vicende, tra di loro autonome, ben si mischia con il disegno delle luci, con le scene e con le immagini, ispirate alle illustrazioni presenti nel celebre saggio, realizzate dagli stessi pazienti di Freud per raffigurare la loro attività onirica.
Altro elemento di rilievo che contribuisce alla riuscita finale del prodotto sono le musiche di Enrico Fink, eseguite dal vivo grazie alla presenza di una piccola orchestra composta da trombone, tastiera, chitarre e violino, che permettono a Massini di riuscire a creare e contestualizzare momenti diversi, caratterizzati ognuno da una propria identità anche sonora.
Tutti questi elementi, come si diceva in apertura, consentono a Massini di risultare del tutto credibile in questa non semplice rilettura di Freud in chiave teatrale, coinvolgendo ogni singolo spettatore in quanto essere sognante, conducendolo ad interrogarsi con curiosità e passione su un’attività così misteriosa come quella onirica, una di quelle più naturali e maggiormente insite nell’uomo di tutti i tempi.
Dopo le date di Roma, lo spettacolo proseguirà con altre date in tutta Italia nel 2024, toccando le città di Trento (12-14 gennaio), Trieste (16 -17 gennaio), Venezia (19 -21 gennaio), Monza (26-28 gennaio), Modena (9-11 febbraio), Pistoia (17-18 febbraio), Arezzo (20 -21 febbraio), Carrara (24-25 febbraio), Udine (27 febbraio), Napoli (12 -17 marzo) e infine Firenze (26 -27 marzo).

Crediti foto: Filippo Manzini.

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