Grosseto. Un viaggio straordinario al confine tra realtà e finzione, alla scoperta di un sorprendente mondo fatto di illusioni dal quale lasciarsi, letteralmente, incantare.
È “INCANTI”, lo spettacolo che unisce teatro e illusionismo contemporaneo in scena il 30 aprile al Teatro Moderno di Grosseto, dal 2 al 5 maggio al Teatro Olimpico di Roma, il 7 al Teatro Puccini di Firenze, l’8 al Teatro Nuovo di Ferrara, il 9 al Teatro Duse di Bologna e l’11 al Teatro Michelangelo di Modena.
Uno show capace di lasciare a bocca aperta un pubblico di ogni età e, al tempo stesso, fare riflettere sulla nostra natura umana e farci (ri)scoprire come, in fondo, siamo fatti anche noi della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.
Scritto e diretto dal campione italiano di mentalismo Andrea Rizzolini e prodotto da Officine dell’Incanto, “INCANTI” riunisce sul palco sei dei più giovani e premiati illusionisti italiani under 30: oltre a Rizzolini, in scena Dario Adiletta, Francesco Della Bona, Niccolò Fontana, Filiberto Selvi e Piero Venesia.
Sei personalità artistiche uniche, con background e abilità diverse tra loro, che per la prima volta si uniscono in uno spettacolo dall’intrigante drammaturgia: uno show suggestivo, elegante e ricco di colpi di scena che si e ci interroga sull’incanto, sulla sua vera natura e sull’importanza di saperlo coltivare nelle nostre vite.
Partendo dalle riflessioni di alcuni dei più grandi autori del teatro, tra cui Shakespeare, Cartesio, Goethe, Pirandello e tanti altri, il pubblico – parte attiva dello show – è chiamato a risvegliare il «fanciullino» che è in ognuno di noi per riscoprire nelle piccole cose la capacità di meravigliarci di ciò che troppo spesso diamo per scontato.
“INCANTI” vuole colmare il divario che da sempre separa l’illusionismo e il teatro, portando l’illusionismo al pubblico in una forma che non rinneghi il varietà e l’intrattenimento ma che prenda le mosse dal passato per rivendicare i palchi dei grandi teatri di prosa.
Perché l’illusionismo è una forma d’arte, e come le altre merita di essere riconosciuta e validata: proprio come il cinema, la musica o la letteratura, anche l’illusionismo vuole indagare l’essenza umana ed è portatore della stessa potenza comunicativa, estetica, sociale, emozionale e culturale. Un linguaggio contemporaneo e trasversale, capace di arrivare a ognuno in diverse sfumature, fatto di illusioni, di apparenze indistinguibili dalla realtà.
“Io sono convinto che un illusionista possa farsi carico di domande molto più profonde del semplice “come ha fatto?” – afferma Rizzolini. Credo che un illusionista, come ogni altro artista, sia qualcuno a cui chiedere, a cui domandare della nostra umanità e, specialmente in questi tempi, qualcuno a cui guardare in cerca di speranza”.