Roma. Dal 17 settembre al 19 gennaio, a Palazzo Bonaparte a Roma, sarà visitabile la più grande mostra mai realizzata in Italia di Fernando Botero, uno degli artisti più rilevanti del XX secolo, autore di opere diventate iconiche e amatissime dal grande pubblico. Saranno oltre 120 le opere che verranno esposte al pubblico, in un racconto inedito ed eccezionale della grande maestria di Botero nelle varie tecniche artistiche, dalla pittura alla scultura, che ripercorrerà il suo intero percorso artistico, un esuberante universo da scoprire.
A quasi un anno dalla sua scomparsa, Palazzo Bonaparte ha deciso di dedicare all’artista colombiano un sentito omaggio raccogliendo opere che ripercorrono oltre 60 anni di carriera. L’esposizione, concepita e curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e dalla critica Cristina Carrillo de Albornoz, rappresenta un’occasione preziosissima per riscoprire la vastità e l’originalità di un’opera che ha segnato profondamente l’arte contemporanea.
Fernando Botero, nato a Medellín nel 1932, è noto per aver creato uno stile pittorico inconfondibile, caratterizzato da figure voluminose e da una straordinaria esplosione di colori. Dopo aver abbandonato la scuola di matador per dedicarsi all’arte, Botero iniziò a sperimentare con diverse tecniche, affermandosi a livello internazionale grazie a un’opera iconica: la sua “Monna Lisa all’età di dodici anni”, acquistata dal Museum of Modern Art di New York nel 1961. Da quel momento la carriera di Botero ha vissuto una crescita esponenziale, che lo ha portato a esporre in tutto il mondo.
Le sue figure monumentali, caratterizzate da una rotondità quasi esagerata, sono divenute il suo tratto distintivo: questa rappresentazione dell’abbondanza, che non è mai solo fisica ma anche simbolica, veicola un’idea di vitalità, gioia e opulenza. All’interno della mostra si potranno ammirare dipinti, acquerelli, carboncini e sculture, alcune delle quali inedite, che raccontano la poliedricità dell’artista e il suo costante dialogo con le tradizioni artistiche del passato.
L’esposizione riserva un’attenzione particolare al legame tra Botero e l’Italia, Paese che ha giocato un ruolo cruciale nella sua formazione artistica. Tra le opere in mostra figura un dipinto mai esposto prima, “Omaggio a Mantegna” (1958), in cui Botero reinterpretò una scena della celebre “Camera degli sposi” di Mantova. Questo dipinto rappresenta uno degli omaggi più eloquenti di Botero alla pittura rinascimentale italiana, che influenzò profondamente il suo stile, soprattutto per quanto riguarda la monumentalità delle forme.
Oltre ai riferimenti alla pittura italiana, la mostra presenta una serie di opere che reinterpretano i grandi maestri dell’arte europea, come la “Fornarina” di Raffaello, il “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Van Eyck e le rappresentazioni borghesi di Rubens. Botero non ha mai perso il legame con le sue origini: i temi della vita quotidiana e della cultura della sua Colombia sono sempre stati centrali nelle sue opere. Un’intera sala della mostra è dedicata alla sua ultima fase creativa, in cui l’artista si cimenta con una nuova tecnica, realizzando grandi acquerelli su tela.
La mostra si presenta dunque come un’occasione imperdibile per esplorare l’evoluzione di un maestro del XX secolo che, fino alla fine dei suoi giorni, ha lasciato un’eredità artistica immensa, capace di ispirare generazioni di artisti e appassionati in tutto il mondo.
L’esposizione – che ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio e del Comune di Roma – è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Fernando Botero Foundation e in partnership con la Fondazione Terzo Pilastro Internazionale e Poema.