“I poeti selvaggi di Roberto Bolaño” ricostruisce fedelmente la creatività dello scrittore

Napoli. In Sala Assoli dal 14 al 16 ottobre “ I poeti selvaggi di Roberto Bolaño. Indagine su cittadini poco raccomandabili”.
Il testo, le traduzioni e la voce narrante sono di Igor Esposito, mentre presta la voce ai poeti Daniele Russo, entrambi accompagnati dalla musica e dalla voce di Massimo Cordovani. Il titolo riprende quello dei “Detective selvaggi”, il romanzo dello scrittore cileno Roberto Bolaño, pubblicato nel 1998, che ha chiuso il Novecento letterario, connotandosi come una delle opere più importanti di tutti i tempi.
E come nel romanzo i protagonisti sono due giovani poeti d’avanguardia, qui Daniele Russo e Igor Esposito seduti a un tavolino alla sinistra della scena impersonano gli autori che animano quell’opera di Bolaño, veri protagonisti della storia: Dario Galicia, Carlos Pezoa Velis, Mario Santiago, Gonzalo Millan, Bruno Montanè.
E lo fanno attraverso frammenti di narrazione, simili a interviste o flussi di coscienza, in versi, in prosa, talvolta urlata con tutto il corpo, e immagini che scorrono alle loro spalle nel centro dello sfondo, non sempre cronologicamente lineari, con musica e canto che non sono secondarie ma coprotagoniste, tant’è che il musicista è posizionato simmetricamente sul lato destro destro del palcoscenico.
Avvicinando questi piccoli pezzi apparentemente slegati, lo spettatore di questo audiolibro vivente ha la possibilità di ricostruire a mano a mano il passato recente e remoto della vita di Roberto Bolaño e dell’Infrarealismo.
Si tratta della poesia d’avanguardia che nel 1974 in Messico, grazie a poeti messicani come Mario Santiago Papasquiaro e cileni, come Roberto Bolaño, aveva assunto la forma di movimento che si poneva come obiettivo di “far saltare in aria il cervello alla cultura ufficiale”.
“I poeti selvaggi di Roberto Bolaño” ricostruisce la fonte creativa dello scrittore, come un viaggio in tre episodi, fruibili separatamente, attraverso i poeti che amava e che lo hanno formato.
Inizia dal colpo di Stato in Cile di Augusto Pinochet quando qualche giorno prima il 20enne Bolaño era tornato a Santiago del Cile da Città del Messico. La domanda centrale è cosa sia poesia e se la sua lo fosse.
Poesia è un modo di guardare le cose e di restituirlo al mondo dopo che la propria sensibilità le ha fatte vibrare nel petto, il modo di vivere allora è già poesia, che appare nei luoghi e nei momenti più impensati.
Nella seconda serata non poteva mancare un omaggio di Esposito a Charly Gargia (all’anagrafe Carlos Alberto García Moreno), uno dei più riconosciuti tastieristi, compositori e produttori latinoamericani di rock, e a Diego Armando Maradona, che nella vita – se non fosse stato Diego Armando, avrebbe voluto essere solo il grande musicista.
Alla terza serata, infine, prenderà parte il poeta Bruno Montanè, che ha ricordato come per Bolaño “Detective selvaggi” fosse un omaggio alla sua generazione, dove la poesia è un’arma di resistenza contro le dittature.
Il merito di Igor Esposito è di avere tradotto e portato in Italia poeti qui ancora inediti che, proprio per il loro impegno civile e l’alto valore artistico, in un Occidente sempre più alla deriva autoritaria, c’è bisogno che siano letti e conosciuti dai più.

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