Napoli. Il 27 novembre nella sede della Regione Campania a Santa Lucia si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto “Quartieri di Vita. Life Infected with social theatre!”.
Si tratta della nona edizione del Festival Internazionale di formazione e teatro sociale ideato da Ruggero Cappuccio, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano e realizzata con il sostegno della Regione Campania.
In primis Barbano ha manifestato particolare soddisfazione e ringraziamento per i finanziamenti che la Regione ha stanziato con grande anticipo, così da consentire alla Fondazione una programmazione serena per il 2025 non solo del Teatro Campania Festival ma anche di tutte le altre iniziative che vi ruotano intorno e che sono state messe in campo.
Pare così superata quella che il Governatore ha definito la “stagione della passione” caratterizzata dal blocco – tradottosi poi solo in un ritardo – nell’erogazione dei finanziamenti, per passare parafrasando Battiato “alla stagione dell’amore”, quello maturo e consapevole.
“Quartieri di vita” è stato definito teatro di formazione, in quanto impegno sì culturale ma contemporaneamente sociale e civile, perché va a inserirsi nei punti della società caratterizzati dal dolore, dal disagio, dall’esclusione, cercando di coinvolgere tutti coloro che vivono situazioni di emarginazione, di crisi.
Sono state così coinvolte direttamente 1800 persone appartenenti a categorie vulnerabili, nonché le loro famiglie e le comunità di riferimento, indirettamente o attraverso percorsi paralleli: minori non accompagnati, detenuti nelle carceri minorili, donne vittime di violenza, persone che hanno dipendenze di vario genere, adolescenti a rischio, migranti arrivati coi barconi, i richiedenti asilo, i pazienti psichiatrici, le persone diversamente abili.
Il progetto nato su iniziativa della dottor Romano è stato trasformato in una sorta di leva permanente per migliorare la società e da quattro anni ha assunto anche un respiro internazionale perché è il confronto che assicura il progresso e la crescita umana.
“Se Raffaele La Capria non avesse letto (Francis Scott) Fitzgerald, “Ferito a Morte” probabilmente non ci sarebbe stato e dunque i teatranti italiani, campani, napoletani vanno incontro ad esperienze internazionali per migliorare il loro mondo espressivo, e mettono i loro colleghi che provengono da altre esperienze internazionali nelle condizioni di migliorare a loro volta” – ha detto Ruggero Cappuccio.
Alti sono i numeri degli Stati, delle loro Istituzioni e dei professionisti coinvolti: 35 artisti europei, provenienti da 11 paesi come Austria, Francia, Belgio, Germania, Lituania, Portogallo, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Spagna; 24 Istituzioni, tante le Ambasciate, le Università, la rete Ernic, il Ministero della Cultura, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Cinquanta i registi in questi nove anni di vita, 105 le performance, 55 luoghi e periferie della Regione Campania, attraverso un capillare e faticoso lavoro di penetrazione nel territorio che ha riguardato non solo Napoli e le altre province ma anche villaggi remoti della Regione Campania, lì dove c’era grandissimo bisogno di fare interagire le comunità escluse.
Perché il teatro – sempre secondo Ruggero Cappuccio, direttore artistico – non deve essere solo una piattaforma estetica ma un mondo fortemente etico, e su questo presupposto è stato costruito con il Presidente De Luca “Quartieri di Vita” che ha permesso anche di migliorare le strutture preesistenti, fatiscenti, come teatri parrocchiali, sale obsolete.
Gli obiettivi raggiunti per il direttore artistico sono moltissimi; da quello morale consistente nel ridurre l’isolamento tra le persone, sgretolando le barriere di incomunicabilità e pregiudizio, attraverso la parola come unico strumento di guarigione e di superamento della materialità del corpo ed esternazione di quanto risiede nel cuore e nella mente, a quello culturale, attraverso un rafforzamento della cooperazione internazionale con le istituzioni di altri paesi europei; all’impatto locale, perché il teatro sociale ha raggiunto luoghi dove non c’era nulla e oggi c’è un’attività e una piccola comunità che lavora; allo sviluppo delle competenze perché non si tratta solo di aiutare le persone a raggiungere un livello espressivo con valore maieutico, sostenendoli nell’esternazione del loro dolore, del loro disagio, riuscendo finalmente a confessarlo, ma anche di insegnare loro la possibilità di un mestiere, come quello del siparista, del tecnico luci, dello scenotecnico.
“Quartieri di Vita” ha creato un ponte tra tante realtà culturali, consentendo di conoscere e far conoscere molte cose che prima si ignoravano, e i teatranti hanno appreso metodologie nuove entrando nell’immaginario dei colleghi europei. Al centro del progetto, insomma, il patrimonio culturale umano, ma l’umanità di chi è il patrimonio?
Si inizia da oggi giovedì 28 a sabato 30 novembre con “Il corpo presente, progetto a cura di Arcadie Rusu (Romania) e Giulia Amodeo (Associazione N:EA – Napoli: Europa Africa), partner Accademia di Romania a Roma, presso lo Spazio Metamorfosi di Via Argine a Napoli ore 18.00.
Il 29 novembre è la volta di “Teatro: affermazione collettiva”, progetto a cura di Ondrej Štefaòák (Repubblica Ceca), con Rossella Massari e Roberto Prisco (Associazione Vernicefresca Teatro), partner Centro Ceco di Roma, presso l’Istituto tecnico Guido Dorso, di Via Morelli e Silvati 19 ad Avellino ore 11.00.
Lo stesso 29 novembre è in scena “Le mill’Antigoni”, progetto a cura di Christian Costa (Polonia) e Antonio Nardelli (Teatro Folli Idee/Teens’Park), partner Istituto Polacco di Roma, presso la Sala Consiliare del Comune di Castel Volturno alla Piazza Annunziata 1 a Castel Volturno(CE) ore 15.00.
Sempre il 29 novembre “Cronaca di sentimenti striscianti o tutto è sempre già lì”, progetto a cura di Ed. Hauswirth (Austria) e Nadia Carlomgno (Masyter di Teatro, pedagogia e didattica. Met-di, tecniche e pratiche delle arti sceniche dell’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa) partner Forum Artistico di Cultura Roma e Goethe-Institut Neapel, presso il Teatro “Enrico Caruso”, Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo alla Piazza Ottocalli (NA) ore 18.00.
Chiude il 30 novembre “Una partita!” progetto a cura di Oscar Briou (Fiandre) e Gina Ferri (Traversarte e Centro di solidarietà La Tenda) in collaborazione artistica con Simona Fredella e Emanuele Ferri, partner Rappresentanza Generale della Comunità fiamminga e della Regione delle Fiandre in Italia presso la Sala Pasolini in Via Alfonso Alvares a Salerno alle ore 11.00.