Napoli. Il 20 dicembre al Teatro Acacia Jack Savoretti e la sua band hanno chiuso il tour “Miss Italia” iniziato nel mese di giugno a Susa (TO) per poi proseguire a luglio con la partecipazione al concerto di Zucchero allo Stadio San Siro (MI), poi a Gardone Riviera (BS), a Bollate (MI) e infine a Marina Di Pietrasanta (LU), tour ripreso a dicembre con le tre tappe di Milano, Roma e in ultimo Napoli per scelta – dice Savoretti – dei suoi musicisti.
Non si tratta di un debutto nella nostra città, era il mese di luglio del 2016 quando si esibì per la prima volta all’Arena Flegrea e in quel caso – racconta sul palco – non andò molto bene, perché erano poco più di cinque gli spettatori presenti, anche se probabilmente Jack non ha detto il vero, volendo contare anche solo quelli che ieri sera in platea hanno alzato la mano per dire che loro nel 2016 c’erano.
A quel tempo però il confronto con i grandi cantautori come Lucio Dalla, Francesco Guccini e Lucio Battisti, conosciuti grazie a suo padre Guido, non lo facevano sentire pronto a scrivere i testi direttamente in italiano e si limitava a collaborare con artisti come Elisa.
Oggi l’approccio è cambiato e, in seguito a un periodo di crisi conciso con il compimento del 40° anno di età e la morte del genitore, Jack ha avvertito la necessità di scoprire le proprie radici e quindi quella parte più intima di se stesso, che è puramente italiana.
Ha trascorso così diverso tempo nella nostra penisola per capire in che modo quel suo sentire potesse essere reso in un idioma diverso da quello abituale, evitando però di ricorrere puramente a una traduzione dei suoi brani, cercando di coniugare le due anime ligure e londinese.
I suoi concerti sono una dichiarazione d’amore per l’Italia, già dal nome “Mi Manchi Italia”, seppure giochi sul doppio senso, riprendendo il titolo dell’ultimo album che è il primo appunto in italiano dopo averne pubblicati 10 in inglese.
Ed è stata proprio con la canzone “Non ho capito niente” che ha iniziato il concerto che per musicalità e ritmo si inserisce perfettamente nel filone dei giovani cantautori italiani contemporanei, come Ultimo ad esempio, ma con qualcosa in più che è dato dal timbro e dalla maturità della sua voce roca, capace di trasferire anche quando canta in italiano il british sound a livello di sonorità e quindi di scrittura musicale.
Il risultato è un carattere a tratti più grintoso e in altri più melodico, dolce, ma sempre molto personale, quindi riconoscibile, e qualsiasi paragone sarebbe riduttivo (c’è chi lo ha accostato a Cat Stevens, forse più per i giri armonici della chitarra acustica con la quale spesso si accompagna che per la voce).
Savoretti è qualcosa a sé, capace con la sua personalità di caratterizzare e in molti casi migliorare alcune cover, basti pensare a “Senza una donna” in coppia con Zucchero, il video è in rete.
E lì è possibile constatare come il suo vibrato conferisca al brano una veste nuova e moderna, a tal punto che non pare lo stesso intonato da lui, risultando così di un respiro più ampio, internazionale, e questo anche grazie alla perfetta pronuncia che lo rende più credibile, confrontandola con quella di Zucchero.
Jack è anche un grande show man capace di coinvolgere il pubblico e non solo i fedelissimi, volendolo subito in piedi a cantare e ballare, portare il tempo con le mani, come in uno stadio, e quello partenopeo non se l’è fatto ripetere due volte, accorrendo sotto il palco e rimanendovi per quasi tutto il tempo.
Ha continuato con “We are Bound”, “When We were Lovers”, la bellissima “Candlelight” mush up con la musica di Ennio Morricone, soprattutto nelle prime e ultime note della base strumentale e delle linee vocali, “Greatest mistake”, cui è seguita “Malinconia”, in cui racconta avvolti dalla nostalgia i suoi ricordi un passato felice, da cartolina.
È stata la volta di “Love is On the line “ e poi “The way You said goodbye” scritta con Shannon Harris, che riporta alla mente il primo viaggio a Parigi fatto con la moglie, quando pensavano che tutto dovesse essere indimenticabile: il fumo dei club, il rumore del vetro dei bicchieri.
Ancora, “Miss Italia”, “Knock Knock” , e gli spettatori hanno ballato sulle note di “Back where I belong” e “Bada bing Bada boom” per chiudere con “Io che non vivo”. Bravi anche i suoi musicisti e la giovane Layana Oriot, cantautrice che è stata opening act del tour italiano.
Jack Savoretti è sicuramente amato dal pubblico, che in Italia continua a crescere grazie alla sua presenza dal vivo, e la chiave del suo successo risiede nella semplicità e genuinità che ha mantenuto, che gli deriva dall’essere rimasto un uomo libero dalle logiche della produzione discografica, cosa che contribuisce a mettere in risalto le sue doti cantautoriali.
Ti aspettiamo di nuovo in Italia, Jack!
Crediti foto: Titti Fabozzi.