“Petra Lavica – Quando il dialetto si vestì di pop”, l’album rimasterizzato dal cantautore siculo Kaballà

Roma. Sabato 1° febbraio a Roma, presso il Jey Music Club (Via Ostiense, 385), KABALLÀ incontra il pubblico per un evento speciale che lo vedrà dialogare sul tema del dialetto siciliano nella musica pop. Modererà l’appuntamento conduttore di Stereonotte su Radio 1 Duccio Pasqua. Ospite della serata un altro artista portavoce della cultura e della musica siciliana, Mario Incudine. Durante l’incontro d’autore Kaballà eseguirà alcuni brani del disco in una performance live accompagnato al piano dal Maestro Antonio Vasta. L’evento nasce in occasione dell’uscita della nuova versione totalmente rimasterizzata del primo album di Kaballà, “PETRA LAVICA” (Warner Music Italy), disponibile in digitale e in vinile 33 giri a tiratura limitata, e sarà l’opportunità per un prezioso confronto a più voci sulla forza e sulla bellezza della lingua siciliana quando si veste di musica contemporanea, raccontando l’identità culturale della Sicilia attraverso storie, suoni e riflessioni. Uscito originariamente nel 1991, “Petra Lavica” sfidò le convenzioni con un audace mix di rock, folk mediterraneo e influenze internazionali, cantato in dialetto siciliano. Sono gli anni ’90, un’epoca in cui il panorama musicale italiano stava appena sperimentando la fusione tra dialetti e nuove sonorità, Kaballà osò spingersi oltre, dando vita a un lavoro che anticipava i tempi e guardava alla scena musicale europea. L’avventura di “Petra Lavica” parte dal primo incontro con Gianni De Berardinis, con cui Kaballà condivide sin da subito la stessa visione di musica, e con Massimo Bubola, che si appassionò subito al progetto e che inventò il suo nome d’arte. Acclamato dalle riviste specializzate e dalle radio, oggi questo manifesto di contaminazione musicale torna con una nuova energia con la supervisione al progetto di Paolo Corsi, il coordinamento di Mario Cianchi e la produzione esecutiva di Nuccio La Ferlita di Puntoeacapo. Rimasterizzato da Tommaso Bianchi con la supervisione del leggendario produttore Rodolfo “Foffo” Bianchi, il disco riscopre, con il suono rinnovato e allo stesso tempo analogico, la magia della musica d’autore in una celebrazione che unisce passato e presente.

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