Sanremo. “Chi vincerà?” Questa è la domanda che circolava come un mantra sin dalle prime ore della mattina del 15 febbraio, ultima serata della 75esima edizione di Sanremo, al massimo sostituita con “Chi sarà tra i primi cinque?”.
La difficoltà nel fare un pronostico, a differenza degli anni precedenti, era data dal successo del gruppo della rap, trap e drill proposta in un mash up con influenze pop così ben armonizzate da conquistare anche un pubblico più maturo.
Il giorno prima mi era capitato di confrontarmi con una dipendente del Teatro Ariston che, durante le prove di Bresh con Cristiano De Andrè, mi aveva confessato di essere una sua fan da tempo e che la sua canzone preferita era “Parafulmi”, così come le funzionarie Rai nella fila dietro erano lì per vedere Olly, capace di trascinare con la sua energia anche chi è lontano dalla generazione Z.
Ancora, sotto il balcone del primo piano ad angolo di un palazzo di fine ottocento all’inizio di Via Giacomo Matteotti nel centro di Sanremo, non c’era più il solito striscione visto appeso durante la settimana con su la scritta “Balorda nostalgia”, titolo della canzone di Olly, ma una signora anziana che stendeva un completo di pelle che sembrava proprio quello indossato dal cantante nell’esibizione dei duetti della sera di San Valentino e lì assiepate non c’erano solo adolescenti a urlare il suo nome, chiedendogli di affacciarsi, ma anche le loro mamme e nonne.
Segno che il rap, la trap, l’hip hop non sono più generi musicali appartenenti a una sola generazione o a una sua parte, e questo grazie alla centralità della parola, spesso declinata in maniera melodica a tratti soul tale da rendere canzoni d’autore, senza dimenticare in molti casi l’uso dell’elettronica.
Esemplare la crew guidata da Pablo Miguel Lombroni Capalbo, in arte Shablo, che ha debuttato in questo Festival con Guè, Joshua e Tormento in gara con “La mia parola”, scritta e composta da Guè, Joshua, Tormento, Edoardo Medici, Luca Faraone, Roberto Lamanna e Ralph Lautrec.
Shablo, producer, dj manager, talent scout è proprio colui che riesce a mantenere un perfetto equilibrio tra passato e presente, capace di passare in una sola canzone dal soul/blues alla trap al rap storico della musica elettronica quando quest’ultima rappresentava un’avanguardia nella scena musicale.
Nel brano di questa edizione di Sanremo c’è tutto: il gospel, il soul di Joshua Bale, che contribuisce a creare una melodia suadente e accattivante, cui segue la grinta dello street urban di Guè che quando reppa è capace di offrirci sequenze così potenti da sembrare i frame di un cortometraggio.
Fa da contraltare la voce di Tormento, intima sì da trasformare per la sua profonda umanità quel punto di vista personale in un messaggio universale.
Questo per dire che la rap – termine adoperato in maniera ampia – è in continua evoluzione, capace di attirare le categorie più disparate di ascoltatori.
Passando alla serata, eludendo quello che già è stato visto e detto, una curiosità: Lucio Corsi è abituato a sedersi sullo sgabello del pianoforte mettendo la gamba sinistra sotto al sedere, mostrando così la suola della scarpa dove ieri aveva scritto a penna “ANDY”, proprio come il piccolo Andy protagonista del film Toy Story che aveva sotto lo stivale la “N” rovesciata simboleggiante la sua infanzia.
Probabilmente il cantautore in questo modo ha voluto sottolineare la sua autenticità come quella dei bambini e dei loro beniamini.
A vincere questa 75esima edizione del Festival, successo di ascolti soprattutto tra i più giovani – un totale di 13 milioni e 427 mila con uno share del 73.1% di spettatori – è stato Olly con “Balorda nostalgia, al secondo posto Lucio Corsi con “Volevo essere un duro” e al terzo Brunorsi Sas con “L’albero delle noci”.
Interessante il quarto posto di Fedez con la canzone “Battito”, merito forse anche della bella cover cantata con Masini e del nuovo testo poetico scritto dal rapper, cosa che ha contribuito ad attenuare i gossip legati alla sua vita privata.
Alla fine con protesta del pubblico dell’Ariston che urlava “Libertà” – ma non della sala stampa – e visibile stupore di Carlo Conti e dei due co-conduttori Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattellan ,Giorgia si è classificata solo sesta con “La cura per me”, a seguire Achille Lauro al settimo posto con “Incoscienti giovani”.
Anche in questo caso l’Ariston ha fischiato per poi acclamare Giorgia quando le è stato consegnato il premio TIM e lei non è riuscita a trattenere le lacrime che già dietro le quinte le rigavano il volto, trasformandosi poi in un fiume che ha rotto gli argini, più forse per la delusione di una vittoria annunciata da tutti i media che per il tributo resole.
Si ricorda che i voti delle radio in sala Lucio Dalla hanno pesato per il 33%, lo stesso dicasi per il roof, ossia la sala stampa, tv e web.
Il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo è stato assegnato a “L’albero delle noci” di Brunori Sas che ha mostrato grande serenità e maturità quando è stato annunciato il suo terzo posto e ha ringraziato le tre stelle polari della sua vita: la mamma, la compagna e la figlia Fiammetta.
I componenti dell’orchestra hanno attribuito il Premio Giancarlo Bigazzi come miglior composizione musicale a “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi.
Il Premio Mia Martini è andato a Lucio Corsi, staccato nettamente con 40 voti da Simone Cristicchi che ne ha ricevuti 25 e Brunori Sas solo 11. A Simone Cristicchi con “Quando sarai piccola” anche il Premio della Sala Lucio Dalla.
Qui ci aspettavamo un piazzamento migliore per Willie Peyote con “Grazie ma no grazie”, soprattutto perché espressione di un dissenso sociale in una realtà in cui si cerca di evitarlo o almeno di limitarlo ma in maniera lenta e silenziosa, quasi in sordina, riuscendo così a spegnere qualsiasi forma di manifestazione o di confronto, facendo passare questo trend come scelta di leggerezza e spensieratezza dopo il periodo buio della pandemia.
Ora ci aspetta l’Eurovision Song Contest che quest’anno si terrà a Basilea, nel mese di maggio come di regola, e a partecipare sarà il vincitore del Festival di Sanremo. Forza Olly, verremo a tifare per te!