“Spiritual”, a Napoli un racconto emozionante attraverso la vita e la musica di Pino Daniele

Napoli. Il 25 febbraio, nella splendida cornice della Sala del Trono di Palazzo Reale, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della grande mostra dedicata a Pino Daniele dal nome “Spiritual”, curatori Alessandro Daniele e Alessandro Nicosia.
La mostra è promossa dalla Fondazione Pino Daniele ed è resa possibile grazie ai contributi del Ministero della Cultura, di Palazzo Reale, della Regione Campania e del Comune di Napoli, prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, con la media partner di Rai e la collaborazione di Rai Teche, Archivio Luce e la Fondazione Campania dei Festival.
Per celebrare i 70 anni dalla nascita e i 10 dalla morte del musicista napoletano, dopo la presentazione alla stampa il 19 marzo, la mostra sarà aperta al pubblico dal 20 marzo al 6 luglio per poi trasferirsi in misura ridotta a Roma.
Saranno interessate la Sala Plebiscito e Sala Belvedere di Palazzo Reale, la prima appena restaurata coi fondi del PNRR “Grandi Progetti Beni Culturali”, e verrà inaugurata proprio con “Spiritual”.
La scelta di un edificio storico di tal fatta per un allestimento inedito appartenente a un genere e un’epoca molto distanti da quello della struttura ospitante rientra in una dichiarata strategia di marketing culturale per attirare a sé visitatori che difficilmente penserebbero di accostarsi.
Si ricorda che il patrimonio culturale per essere davvero di tutti deve risultare realmente accessibile e quindi attrattivo e per farlo deve essere allora in grado di comunicare in maniera efficace la propria offerta, suscitando così interesse.
Quella di un’esposizione dedicata a un artista diventa un elemento trainante per aumentare in numerosità e varietà il pubblico dei visitatori, come già è stato con l’inaugurazione proprio a Palazzo Reale del Museo Enrico Caruso nel 150° anniversario dalla nascita del tenore.
Il Prof. Massimo Osanna, Direttore Generale Musei del Ministero della Cultura, martedì 25 febbraio ha parlato di una visione del museo più ampia rispetto al passato, inclusiva e aperta a differenti linguaggi, diventando strumento di narrazione e arricchimento per i visitatori.
Ecco allora che Palazzo Reale ha organizzato la mostra dividendola in due porzioni nelle due diverse Sale, nella Belvedere seguendo un ordine tematico con la ripartizione dello spazio in 7sette aree: Spiritual, La mia città tra l’inferno e il cielo, La mia città, Infanzia Scuola, la Grotta (punto di riferimento per suonare fare ricerca musicale), The club (in cui è stato ricostruito un tipico live club notturno della Napoli degli anni ’70) e Terra mia; nella seconda sala, invece, ha seguito l’ordine cronologico, con uno spazio video live e un altro soundtrack e cinema.
In entrambi i casi sono presenti contenuti audiovisivi sia pubblici che privati, molti inediti messi a disposizione dalla famiglia e dalla Fondazione intitolata a Pino Daniele, esperienze immersive, oggetti e strumenti personali, attraverso i quali si è cercato di meglio definire non solo l’artista ma anche l’uomo, partendo da Napoli per arrivare al mondo.
Ed è un errore far coincidere Pino Daniele con la città, ha detto Federico Vacalebre, come è un errore fare coincidere Napoli con Pino Daniele, perché si contengono a vicenda, si raccontano bene, ma la mostra è un racconto corale, della città con le sue voci di dentro, dei grandi artisti internazionali che hanno voluto incontrare Pino Daniele, unico nel panorama italiano perché con orecchie e cuore aperto.
La scelta di Palazzo Reale è legata anche al fatto che Pino Daniele è diventato noto al grande pubblico proprio in Piazza del Plebiscito il 19 settembre del 1981, quando in una manifestazione voluta dall’allora Sindaco Valenti per dare spazio ad artisti napoletani emergenti si raccolsero 200.000 persone che poi nella narrazione sono passate a 500.000, ed è anche la piazza dove il suo pubblico lo ha salutato per l’ultima volta.
La mostra è Spiritual perché in Pino l’umanità era intesa sia in senso individuale, come profonda connessione con se stesso di cui il blues era espressione, attraverso la struttura musicale, le tematiche trattate, l’emotività, l’improvvisazione, sia nel senso di socialità e attenzione rivolta alla gente della sua città, uno sguardo allora su se stesso e al mondo soprattutto dell’Africa mediterranea, contaminando e rimanendone contaminato, ottenendo così un linguaggio musicale universale e ancora oggi contemporaneo.
Alla mostra si accompagna la produzione di un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale, con la storia, le immagini e un repertorio di numerose testimonianze.
Presenti alla Conferenza Stampa, oltre al Sindaco Gaetano Manfredi, al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, alla Direttrice delegata del Palazzo Reale di Napoli Arch. Paola Ricciardi, al Direttore Generale Musei Massimo Osanna, al giornalista e critico musicale Federico Vacalebre e ai curatori Alessandro Daniele e Alessandro Nicosia, anche l’attrice e cantante Mariangela D’Abbraccio che. accompagnata alla chitarra della cantautrice Alessandra Tumolillo. ha regalato momenti di pura poesia grazie all’incontro tra Eduardo De Filippo e Pino Daniele, cantando “Voglio ‘o mare” preceduta da alcuni versi del drammaturgo napoletano dedicati sempre al mare.

Crediti foto: Priscilla Benedetti.

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