Caserta. Ha da poco aperto nella città di Caserta una piccola sala cinematografica all’interno del “Teatro di Pace”, un’alternativa comoda e conveniente per tutti i cittadini che desiderano guardare le ultime uscite senza doversi spostare fino al Centro Commerciale Campania.
Le proiezioni giornaliere sono poche ma ben selezionate e tra i film in programmazione spicca “FolleMente”, l’ultima pellicola di Paolo Genovese, lo stesso regista di “Perfetti Sconosciuti”. Uscito il 20 febbraio, il film ha conquistato immediatamente il pubblico, raggiungendo il primo posto nella classifica degli incassi.
Presentato anche a Sanremo, il film è stato celebrato sul palco dell’Ariston, dove Carlo Conti ha ospitato l’intero cast, un gruppo di talenti che vanta alcuni tra i migliori attori italiani. Una delle grandi forze di “FolleMente”, infatti, sta proprio nelle interpretazioni: ogni attore dà il proprio contributo a una coralità che esalta la bellezza della narrazione.
La storia segue Piero (interpretato da Edoardo Leo), un 40enne divorziato e padre di una figlia, e Lara (Pilar Fogliati), una 35enne che non ha mai trovato l’uomo capace di “aspettarla sotto casa”. I due protagonisti si trovano alle prese con un primo appuntamento inusuale, che si svolge direttamente a casa della donna.
Ma il vero cuore del film non è solo l’incontro tra Piero e Lara, bensì il caos di emozioni e sensazioni che li accompagna: la paura di sbagliare, di esagerare, di non dire la cosa giusta o di fare troppo poco. Un po’ come accade in “Inside Out”, lo spettatore si immedesima nei personaggi e nelle loro menti, vivendo in prima persona il turbine di pensieri che accompagna ogni primo appuntamento. E questo perché le loro personalità ed emozioni sono presenti sulla scena, oltre che nelle menti dei protagonisti, e sono rappresentate da quattro attori “a testa”.
Nella mente di Piero sono presenti: il “professore” (Marco Giallini), che rappresenta la parte un po’ più razionale e controllata; Eros (Claudio Santamaria), che esprime la passione e il desiderio; Valium (Rocco Papaleo), che simboleggia l’atteggiamento disincantato e rilassato; Romeo (Maurizio Lastrico), che incarna il lato romantico e un po’ sognatore.
Le personalità interiori di Lara, invece, sono: Alfa (Claudia Pandolfi), che rappresenta l’intransigenza, la determinazione e il lato “femminista”; Trilli (Emanuela Fanelli), incarna la seduzione, la vivacità; Scheggia (Maria Chiara Giannetta), esprime la sregolatezza e l’impulsività; Giulietta (Vittoria Puccini), rappresenta la parte più “bambina”, sognatrice, romantica.
I dialoghi del film sono ironici e divertenti e coinvolgono lo spettatore che per tutta la durata riesce a percepire lo stesso imbarazzo e le insicurezze dei protagonisti, grazie alla bravura degli attori. Il pubblico, proprio come i protagonisti, si trova a esplorare le loro emozioni, scoprendole passo dopo passo.
È un viaggio di introspezione che, con ironia, ci porta a riflettere su noi stessi, sul nostro modo di relazionarci con gli altri e su come affrontiamo le nostre paure, proprio come accade a Pietro e Lara. Pietro ha paura di ricominciare, di lasciarsi andare a un sentimento dopo un matrimonio durato anni e finito, ma che gli ha dato una figlia che ama e che teme di coinvolgere nelle sue incertezze. Lara, invece, spera che questo non sia l’ennesimo errore: ha appena chiuso una relazione importante con un uomo sposato.
Il film si sviluppa in tre ambientazioni principali: la casa di Lara, il luogo fisico in cui si svolge il loro primo appuntamento, e due stanze che rappresentano le rispettive menti dei protagonisti. È proprio in questa scelta scenografica che risiede gran parte della bellezza del film, perché le due menti non sono solo raccontate attraverso i dialoghi e le emozioni ma prendono forma in spazi concreti, riflettendo la personalità e lo stato d’animo di ciascuno. È, quindi, un elemento narrativo potente.
La mente di Pietro è rappresentata da una stanza grigia e cupa, leggermente in disordine, con scaffali ricolmi di libri accatastati senza un criterio preciso e cassetti stracolmi da cui fuoriescono fogli sparsi. Questi elementi simboleggiano i suoi pensieri disordinati, le parole non dette o che si dimenticano, le idee che si accavallano senza trovare una direzione chiara. Il caos visivo rispecchia il suo stato interiore: un uomo che porta con sé il peso del passato, delle esperienze vissute, delle paure che lo frenano dal ricominciare.
La mente di Lara, invece, è l’esatto opposto: una stanza ordinata, dai colori tenui e pastello, che trasmette armonia, leggerezza e allo stesso tempo determinazione e timida esuberanza. L’ambiente è curato nei dettagli, riflettendo una personalità che cerca stabilità, emancipazione e consapevolezza di sé. La sua mente è uno spazio in cui tutto sembra avere un posto preciso ma proprio questa apparente perfezione nasconde il desiderio di proteggersi dalle delusioni e di non lasciare entrare il caos dell’incertezza.
Da questi due spazi, alla fine, le diverse personalità fuoriescono per incontrarsi nella casa di Lara e, finalmente, fondersi in una sola cosa.
Con una sceneggiatura brillante e un cast eccezionale, “FolleMente” riesce a mescolare commedia e autoanalisi, regalando al pubblico una storia divertente e autentica sulle mille voci che ci abitano quando siamo di fronte all’amore.