“Tra Mito e Sacro”, al Museo Carlo Bilotti uno sguardo dedicato all’arte contemporanea

Roma. Dal 17 aprile al 14 settembre, negli spazi del Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese, la mostra “Tra Mito e Sacro. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea”, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura e curata dagli esperti della Sovrintendenza Capitolina Antonia Rita Arconti, Claudio Crescentini e Ileana Pansino. L’esposizione, in occasione delle celebrazioni per l’Anno giubilare, offre uno sguardo sulla dimensione del “sacro” e della sacralità nell’arte contemporanea, attraverso i suoi poliedrici linguaggi. Il percorso espositivo comprende circa 30 opere di grandi artisti del XX e XXI secolo provenienti dalle collezioni capitoline (Galleria d’Arte Moderna, Museo Carlo Bilotti, Museo di Roma a Palazzo Braschi e Collezione d’arte contemporanea di Sovrintendenza). Lavori molto diversi tra loro per estetica, concetto, linguaggi, materiali, stili e tipologie allestitive, uniti però dal comune intento di reinterpretare i temi del mito e del sacro attraverso la propria originale visione. Tra le opere in mostra la grande installazione di Alessandra Tesi, Cattedrale, che torna “visitabile” dopo 10 anni e con la quale ci si immerge nella sacralità di un autentico luogo di culto, la “Venere” di Mario Ceroli, riprodotta serialmente su tasselli di legno dorato nell’opera Goldfinger Miss, l’opera “La cera” di Roma di Alessandro Piangiamore, realizzata con la cera delle candele votive sciolte nelle chiese della Capitale, le sculture astratte di “Leoncillo”, “San Sebastiano” e “Taglio rosso”, che restituiscono in maniera metaforica e viscerale la percezione del dolore, il sublime volto angelicato del “Trascendente” di Carlo Maria Mariani, tempestato di ardenti fiammelle, lo scheletro in preghiera di Marc Quinn, opera a grandezza naturale di grande impatto visivo ed emotivo, ironico emblema della caducità della vita umana. Un focus speciale, fuori dalle collezioni pubbliche, è dedicato a Sidival Fila, frate minore francescano, artista e Presidente dell’omonima Fondazione filantropica, il quale opera da anni sul rapporto estetico fra materiali in disuso che nell’opera d’arte vivono una rinnovata utilità.

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