I Figli d’Arte Cuticchio tornano con due proposte al Teatro Gerolamo

Milano. In prima milanese sul palco del Teatro Gerolamo torna la compagnia siciliana Figli d’Arte Cuticchio, con due proposte: il teatro dei pupi in “Cimbelino” di William Shakespeare e l’orchestra di Giacomo Cuticchio in un omaggio potente e poetico alla sua terra. Giovedì 2 maggio alle ore 20.00 il Giacomo Cuticchio Ensemble si esibirà nel “Concerto Mediterraneo” con un organico orchestrale di 13 elementi. Venerdì 3 e sabato 4 maggio alle ore 20.00 e domenica 5 maggio alle ore 16.00 la Compagnia Figli d’Arte Cuticchio porterà in scena “Cimbelino”.
“Concerto mediterraneo” è l’ultima opera musicale di Giacomo Cuticchio. È una suite per fiati, legni, ottoni ed archi, nata per il Teatro Gerolamo, che vede come strumento protagonista il pianoforte e che si sviluppa in tre quadri.
Nel primo tempo viene eseguito l’omonimo piano-concerto dal quale prende nome l’intero spettacolo. L’opera è dedicata a chi non è riuscito ad oltrepassare il Mar Mediterraneo e raccoglie suoni, caratteri e suggestioni tipici della Sicilia, madre e culla di svariate civiltà. Si alternano temi ora gai e vivaci, ora infausti e austeri, che dal pianoforte si propagano per fondersi con gli strumenti della formazione cameristica, sfruttando le differenti gradazioni armoniche.
Il secondo quadro è intitolato “Rosa dei Venti”: dopo una Arya introduttiva seguono respiri e tempeste di Tramontana, Levante, Scirocco e Maestrale. I Venti, protagonisti della suite, vengono riproposti in unna nuova versione per Ensemble allargato, che anticipa al pubblico la prossima uscita discografica del Giacomo Cuticchio Ensemble.
Il terzo quadro è un omaggio che Cuticchio ha voluto dedicare al proprio mestiere di oprante-puparo, che lo ha formato sin dalla prima infanzia e che lo ha fortemente influenzato anche nella vita musicale. A Incanto, che interpreta la nascita di un pupo siciliano, segue Autoritratto di Astolfo, in cui si identifica Cuticchio, per concludere con il roboante Finale. Il pianoforte prende parte all’Opera come strumento portante, così come l’antico pianino a cilindro cui la tradizione assegna il ruolo di commentatore degli spettacoli del Teatro dei Pupi, quel pianino che Giacomo suonava da bambino agli inizi del suo apprendistato di puparo e musicista.

“Cimbelino” prosegue il lavoro di innovazione del patrimonio narrativo del teatro dei pupi, in cui Mimmo Cuticchio e la sua Compagnia sono da anni impegnati con successo: nell’intento di ampliare e arricchire il repertorio tradizionale, la Compagnia ha scavalcato i confini della materia cavalleresca per trattare nuove storie e nuovi personaggi, fondando una nuova drammaturgia che applichi le antiche tecniche alla narrazione di nuove materie.
Nel rivolgere l’attenzione a “Cimbelino”, la Compagnia ha compiuto un lavoro di riduzione del testo, mettendo in luce la trama essenziale, il gioco delle passioni, il carattere dei personaggi, disponendo in sintonia il teatro dei pupi con lo spirito del genio shakespeariano, al fine di offrire allo spettatore i colori accesi di quest’opera che – come tutti i lavori del drammaturgo inglese – si ispira alla vita, la interpreta e la rappresenta.
“Cimbelino” – dramma tra i più affascinanti e meno rappresentati di William Shakespeare – racconta le trame per la conquista del regno di Britannia: l’amore sofferto tra Imogene, dolce figlia del re, e Postumo, valoroso gentiluomo, e gli intrighi della perfida matrigna, che induce il sovrano con l’inganno ad esiliare l’uomo per conquistare il trono per il figlio Cloten.
Le musiche inedite sono composte da Giacomo Cuticchio ed eseguite dal vivo da un quartetto d’archi.

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