Ravello. Nella Sala Parrilli di Villa Rufolo ultima settimana di esposizione per la grande pala del XV secolo, di autore anonimo, raffigurante San Nicola di Bari, e del dipinto di Giovanni Battista Caracciolo detto Battistello, raffigurante il Compianto di Adamo ed Eva sul corpo di Abele.
Queste due opere, parte della mostra asincrona “Tutela + Valorizzazione = 3” organizzata dalla Direzione di Villa Rufolo per una collaborazione fra Fondazione Ravello, Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e Soprintendenza ABAP SA-AV, dal 25 giugno lasceranno spazio a due magnifiche tele di Luca Giordano: Sant’Agostino battezzato da Sant’Ambrogio e Sant’Agostino ed il Bambino in riva al mare anche queste di grandi dimensioni – 220×175 cm – e attualmente esposte presso il Museo Diocesano di Napoli.
L’iniziativa che la Direzione di Villa Rufolo ha coordinato nell’ambito dell’accordo di gestione di Villa Rufolo fra la Fondazione stessa e i proprietari del Complesso monumentale, EPT Salerno e MIBAC, lo ricordiamo, nasce soprattutto per dimostrare che i Beni Culturali possono essere tutelati senza sacrificare la loro valorizzazione, e viceversa; il successo di questa prima tornata di opere e gli apprezzamenti unanimi dei visitatori, confermano che l’intuizione di esporre opere che, oltre al loro valore artistico, raccontano anche storie di beni trafugati e poi recuperati per essere restituiti alla pubblica fruizione, è stata vincente.
Nel 1998, nel corso di un controllo effettuato presso una galleria d’aste di Milano da personale del Nucleo CC Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, furono individuati due dipinti dell’autore Luca Giordano, risalenti al XVI secolo, di rilevante importanza storico-artistica.
Da preliminari accertamenti si appurò che i due dipinti erano collocati, fino agli anni ’70, sulle pareti delle due navate laterali della Chiesa di Sant’Anna al Trivio di Napoli.
Approfondite indagini permisero di accertare che il parroco dell’epoca aveva commercializzato i dipinti che poi erano stato oggetto di un contenzioso tra la Curia e una casa d’aste per poi essere nuovamente venduti alla Curia di Napoli.
Nel gennaio del 2002 i due dipinti, su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli, furono affidati alla Soprintendenza ABAP di Napoli.
Sono attualmente esposti presso il Museo Diocesano di Napoli.