Firenze. La più famosa detective di Agatha Christie per la prima volta a teatro. Alla Pergola, da martedì 15 a domenica 20 gennaio, Pierpaolo Sepe dirige Maria Amelia Monti in Miss Marple: giochi di prestigio. Adattando il romanzo omonimo, Edoardo Erba riesce a creare una commedia contemporanea, che la regia di Sepe valorizza con originalità, senza intaccare l’inconfondibile spirito della Christie.
“Miss Marple è una donna sostanzialmente pettegola, ma questo suo lato del carattere – afferma Maria Amelia Monti – le permette di essere curiosa nei confronti di quello che le succede intorno. È sola, per cui ha tanto tempo a disposizione per ragionare e interessarsi delle cose: si è specializzata, infatti, nell’osservazione dei dettagli ed è utilizzando questa capacità che riesce a risolvere i casi”.
Un thriller cupo e carico di tensione, in scena con Roberto Citran, Sabrina Scuccimarra, Sebastiano Bottari, Marco Celli, Giulia De Luca, Stefano Guerrieri, Laura Serena, continuamente alleggerito dall’intelligente e irresistibile ironia di Maria Amelia Monti. Bisogna essere veramente dei grandi prestigiatori per raccontare un giallo, e dove, se non a teatro, il luogo della dissimulazione per eccellenza, può riuscire il trucco più rischioso di tutti?
Una produzione Compagnia Gli Ipocriti Melina Balsamo.
Tra tutti i generi, letterari e non, il giallo rimane il più popolare, come testimonia il proliferare di serie tv che ne portano il marchio, insieme ai suoi vari sottogeneri: noir, thriller, poliziesco. Un ambito così truculento ha tra i capostipiti un’anziana signora inglese, Agatha Christie: a lei dobbiamo l’invenzione di una delle prime ‘criminologhe’ della storia: Miss Jane Marple.
Da abile conoscitrice della natura umana, la Christie ha saputo sfruttare, come nessun altro, la sottile seduzione che l’uomo avverte nei confronti del suo aspetto più letale, dei suoi istinti più cruenti, e se ne è servita per costruire trame che rimangono tutt’oggi capolavori di suspense e di mistero.
“Miss Marple è una donna che a volte bevucchia un po’, lavora a maglia e vive in questo paesino chiamato San Benedicte – dice Maria Amelia Monti ad Angela Consagra sul foglio di sala dello spettacolo – dalla storia si capisce che viene mantenuta da un nipote e che è un’amante delle piante: ha un oleandro spiritosissimo che cambia il colore dei fiori ogni anno e le sue preoccupazioni maggiori, per esempio, riguardano le talpe o le lumache che vengono a mangiarle le verdure… Continua a sferruzzare le maniche del golf del nipote che non riesce mai a finire e poi le piace parlare, raccontando storie su qualcuno che è morto: ecco, questa è Miss Marple!”
Siamo alla fine degli anni ’40, in una casa vittoriana della campagna inglese. Miss Marple è andata a trovare la sua vecchia amica Caroline, una filantropa che vive lì con il terzo marito, Lewis, e vari figli e figliastri dei matrimoni precedenti. Di questa famiglia allargata, fa parte anche uno strano giovane, Edgard, che aiuta Lewis a dirigere le attività filantropiche. Il gruppo è attraversato da malumori e odi sotterranei, di cui Miss Marple si accorge ben presto. In scena al fianco della Monti ci sono Roberto Citran, Sabrina Scuccimarra, Sebastiano Bottari, Marco Celli, Giulia De Luca, Stefano Guerrieri, Laura Serena.
“Alessandro Lai, il costumista dello spettacolo – interviene Monti – per aiutarmi a entrare nel ruolo mi ha messo un sederone finto, proprio come quelle signorine inglesi piccoline, ma con il fondoschiena tondo, i capelli bianchi e gli occhiali. Lei è un’osservatrice e ha una tale schiettezza nei modi, alla fine tutte le persone anche involontariamente finiscono per confidarsi con lei e raccoglie dunque una quantità enorme di informazioni”.
Durante un tranquillo dopocena, improvvisamente Edgard perde i nervi: pistola in pugno minaccia Lewis e lo costringe a entrare nel suo studio. Il delitto avviene sotto gli occhi terrorizzati di tutti. Ma le cose non sono come sembrano. Toccherà a Miss Marple, in attesa dell’arrivo della polizia, capire che ciò che è successo non è quello che tutti credono di aver visto. Il pubblico è stato distratto da qualcosa che ha permesso all’assassino di agire indisturbato. Come a teatro. Come in un gioco di prestigio. La scena è di Luigi Ferrigno, i costumi, come detto, sono di Alessandro Lai, le luci di Cesare Accetta, le musiche di Francesco Forni.
“L’idea che il regista Pierpaolo Sepe ha avuto dello spettacolo – precisa Maria Amelia Monti – è di collocare un personaggio come Miss Marple, che sembra come uscito da un’altra realtà, in una situazione molto drammatica e cupa. Come è solita fare Agatha Christie nella sua scrittura, l’intreccio è fitto di personaggi. Estremamente importante, al di là delle varie figure, è l’ambiente: la nebbia, i rumori, sono tutti elementi che rendono l’atmosfera giusta per il genere giallo”.
Questa Marple assomiglia molto di più a quella dei primi romanzi della Christie, più dispettosa, rustica e imprevedibile, ma sempre dotata di quella logica affilata che le permette di arrivare al cuore delle vicende. La vediamo seduta a fare la sua maglia, come chi insegue una linea di pensiero intrecciato su se stesso, per sbrogliare la matassa e ritrovare il filo della verità.
“Bisogna essere credibili in scena, ma allo stesso tempo – conclude Monti – si tratta di delineare un personaggio non del tutto naturalistico. Riuscire a far divertire gli spettatori, facendo credere loro la verità dell’illusione del teatro, rendendoli davvero partecipi di quello che accade in scena, è la sfida più grande. Il teatro è una scoperta ogni sera ed essere capaci di far star bene il pubblico grazie a una storia, regalandogli un’emozione, è lo scopo del nostro lavoro”.
Come un fool scespiriano in continuo contrappunto con il resto dei personaggi (indaffarati a inseguire i propri affanni), Miss Marple sottolinea con ironia e leggerezza le ridicole passioni da cui nessuno è immune, restituendoci con sfrontata franchezza la natura umana per quella che è, senza lasciarsi abbindolare dalle maschere che quotidianamente indossiamo per celarla agli occhi degli altri.