Verona. Nel luglio del 1969 l’uomo metteva per la prima volta piede sulla Luna, mentre tra le antiche pietre dell’anfiteatro veronese metteva piede, anch’egli per la prima volta, il giovane madrileno Plácido Domingo: fu l’inizio di un rapporto duraturo e meraviglioso, lungo ormai 50 anni, che domenica 4 agosto viene giustamente festeggiato da un’Arena gremita, già completamente sold-out da diversi giorni. Il maestro Jordi Bernàcer dirige un cast stellare in tre atti da tre diversi capolavori verdiani.
Dopo la direzione di “Aida” lo scorso 28 luglio e la performance come Giorgio Germont ne “La Traviata” di Zeffirelli del 1 agosto, l’irripetibile settimana si conclude con questa serata evento unica: la Plácido Domingo 50 Arena Anniversary Night è un nuovo allestimento in forma scenica completa per tre atti operistici. Il cast riunito attorno a Domingo in occasione del festeggiamento dei suoi 50 anni dal debutto in Arena è interamente composto da artisti di primo piano: il soprano Anna Pirozzi, il tenore Arturo Chacón-Cruz, il mezzosoprano Géraldine Chauvet e il basso Marko Mimica con Elisabetta Zizzo, Carlo Bosi, Lorrie Garcia e Romano Dal Zovo.
Il programma è tutto dedicato a Verdi e a tre dei suoi più complessi e maestosi ruoli baritonali, ruoli a cui per la loro intensità espressiva Domingo ambiva già da molti anni e che ora sono più adatti alla sua voce brunita. Aprono la serata la celebre Sinfonia iniziale e le parti III e IV di “Nabucco” (che affiancano l’immancabile “Va’ pensiero” alla grande aria “Dio di Giuda”). La seconda parte prevede l’esecuzione dell’intero atto finale di “Macbeth”, scrigno di perle musicali quali la grande scena del “Sonnambulismo” affidata ad Anna Pirozzi e l’aria finale di Macbeth “Mal per me che m’affidai”, scritta da Verdi per la prima assoluta dell’opera e tanto amata da Domingo. Il gala si conclude con ampi brani dagli atti II e III di Simon Boccanegra (vero capolavoro di rara esecuzione in Arena, dove manca dal 1973) con la celebre aria di Gabriele Adorno, interpretata da Chacón-Cruz, “Oh inferno! Cielo pietoso rendila”, e l’impressionante scena finale che culmina con la morte del Doge.
Lo spettacolo (nuova produzione appositamente realizzata per l’Arena di Verona Opera Festival 2019) si avvale della regia di Stefano Trespidi, di scene e proiezioni disegnate da Ezio Antonelli, dei costumi coordinati da Silvia Bonetti, delle luci di Paolo Mazzon e delle coreografie create da Giuseppe Picone per il Ballo dell’Arena istruito da Gaetano Petrosino, nonché di numerosi figuranti sull’immenso palcoscenico areniano. Dirige il maestro valenciano Jordi Bernàcer, già applaudito nell’anfiteatro veronese in “Aida” e “Nabucco” e nel gala Antologìa de la Zarzuela proprio con Plácido Domingo, e qui di nuovo alla guida dell’Orchestra areniana e del grande Coro preparato da Vito Lombardi.
La serata sarà registrata e prossimamente trasmessa da Unitel. Nel frattempo il legame con l’Arena di Verona continua oltre il giubileo dei 50 anni: Domingo ha già confermato infatti una serata di gala anche all’interno del Festival 2020.