Catanzaro. “Armonie d’Arte Festival”, il festival che illumina con musica, teatro e danza i luoghi archeologici più suggestivi della Calabria dal 20 luglio al 15 settembre, ospita in prima esecuzione italiana l’imponente creazione “Since she” di Dimitri Papaioanou con Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. Un omaggio a dieci anni dalla scomparsa di Pina Bausch nell’ambito di un’intera settimana dedicata alla celebre artista con workshop, incontri, mostre, dibattiti, proiezioni, performance.
L’apertura con Dee Dee Bridgewater e poi Dulce Pontes, Micha Van Hoeche, “Tosca”, “I Pagliacci” e molto altro.
Il cartellone del festival, amato da grandi artisti come Zubin Mehta, Pat Metheny, Riccardo Muti, Nicola Piovani tra tanti altri, è ideato e diretto da luglio a settembre da Chiara Giordano. Ospitato prioritariamente in un luogo di singolare fascino, il Parco Archeologico Scolacium, sito d’eccellenza dell’intera area meridionale immerso in un vasto uliveto, colonia magnogreca, romana, poi insediamento normanno di straordinaria suggestione paesaggistica e importante valore monumentale, il festival si dipana anche in altri luoghi altrettanto affascinanti: il Parco archeologico di Locri, il Teatro Politeama di Catanzaro e il fantasmagorico Museo Musaba di Mammola.
L’obiettivo è raccontare la bellezza declinandola tra i tesori architettonici dell’antichità e mostrando la voglia di riscatto della Calabria migliore, attraverso una programmazione che coniuga il profilo internazionale e l’attenzione al territorio, la ricerca e l’innovazione, il linguaggio classico e quello contemporaneo, conciliando diversità e contrasti, peraltro tipici dell’identità meridionale.
Un festival di spettacolo dal vivo che avverte tutta la responsabilità di un ruolo attivamente culturale che guarda all’Arte anche come strumento strategico di dialogo, confronto e sviluppo sociale.
Il programma si articola tra spettacoli di musica, teatro, danza e altro ancora, con artisti internazionali, giovani emergenti, produzioni, esclusive e una grande attenzione generale al profilo femminile. Cinque le sezioni principali: I solisti, Gli anniversari, Non solo spettacolo, La nostra Bellezza, E-Venti, con cinquanta spettacoli e attività collaterali; e poi mostre, workshop, residenze artistiche, incontri, degustazioni.
Il festival ha aperto con Dee Dee Bridgewater sabato 20 luglio al Parco archeologico di Locri, in uno spazio diverso da quello d’elezione di Armonie d’Arte, quale gesto etico di valorizzazione di un luogo troppo spesso indicato solo come simbolo di criticità. Un concerto speciale che ha riunito i componenti originali dello straordinario progetto musicale “J’ai Deux Amours”, album che la cantante statunitense, considerata una delle poche eredi delle grandi voci femminili del jazz, registrò nel 2005 e per il quale è stata insignita del prestigioso titolo francese di “Commandeur Dans l’Ordre des Arts et des Lettres” e in seguito anche di quello di “Officier de la Légion d’Honneur”. Un omaggio a quella che è stata la sua casa per 17 anni, la Francia, con un repertorio affascinante da Josephine Baker a Edith Piaf e Charles Trenet e a tutto quel fascinoso mondo chansoniero francese dell’epoca che la Bridgewater rievoca assegnandogli un mood particolarissimo.
Artista intensissima che incanta, venerdì 26 luglio è arrivata finalmente a Scolacium con il suo ensemble Dulce Pontes, la voce del fado che lei definisce commozione, tuffo interiore, suono che viene dalle viscere, profondo e forte. Da Amalia Rodriguez a Morricone, la cantautrice portoghese dalla personalità trascinante, una delle voci più apprezzate della scena mondiale contemporanea, è stata protagonista di una serata ricca di echi di terre appassionate e di melodie tra le più amate, che scaldano il cuore come memorabili immagini di film. Uno stile unico che, grazie a straordinarie doti vocali ed interpretative, fonde le sonorità piene di saudade del fado con quelle più moderne del pop e del folk.
Venerdì 2 agosto è stata la volta di Shine, lo spettacolo dedicato alla luna (nei cinquant’anni dell’allunaggio) e ai Pink Floyd di Micha van Hoeche. Sua la regia e le coreografie, con la musica dal vivo eseguita dai Pink Floyd Legend e sul palco i Solisti e il Corpo di ballo della Compagnia Daniele Cipriani. Il coreografo russo-belga si è fatto ispirare dai suoni psichedelici, ipnotici della leggendaria band, partendo dalla canzone “Shine on You Crazy Diamond”, in cui Roger Waters e gli altri membri omaggiavano il leader, Syd Barrett, che si era perso nelle regioni sconosciute della “luna”, intesa come malattia mentale. Ma qui la follia si trasfigura in incanto leggero, un percorso a ritroso negli anni giovanili di Micha, fatti di rock e danza. Un lavoro con un sapiente gioco di luci, laser e videoproiezioni che hanno trasformato il palcoscenico in uno spazio surreale abitato da personaggi come Pierrot Lunaire e Petrushka o da maschere uscite dai sipari della Commedia dell’arte: visioni oniriche che s’incrociano per creare mondi siderali, che pure appartengono allo spirito profondo di ciascuno.
Ad agosto il festival ha prodotto in prima assoluta, con nuovi e sperimentali allestimenti, due opere liriche tra le più amate e con un cast che vede voci tra le più apprezzate nel contesto internazionale proprio per i vari ruoli del caso, con Orchestra in residenza diretta da Leonardo Quadrini: “I Pagliacci”, venerdì 9 agosto, che è anche il giorno dei cent’anni della morte di Leoncavallo, con Piero Giuliacci, Alberto Mastromarino, Rossana Potenza, Coro lirico siciliano, consulenza didattico registica di Francesco Micheli, e Tosca, che debutterà venerdì 23 agosto con Dimitra Theodossiu, Francesco Anile, Carmelo Caruso, Coro lirico Cilea e la regia di Marco Gandini.
Tra le novità del cartellone di quest’anno anche un progetto speciale dedicato a valorizzare, per la prima volta con attività spettacolistica strutturata, il fantasmagorico Museo all’aperto MuSaBa (Mammola- Rc) nei cinquant’anni dalla creazione e i 90 anni del suo creatore Nik Spatari, pittore, scultore, architetto che ha frequentato e collaborato con i grandi del Novecento come Picasso, Le Corbusier, Cocteau, Ernst. Sabato 27 luglio gli spazi dell’antico Complesso Monastico di Santa Barbara, con la chiesa restaurata dell’anno 1000 e il grande spazio all’aperto con installazioni colorate, hanno ospitato “Il colore parlante”, performance ideata e diretta da Hiske Maas, consorte di Spatari e co-fondatrice con lui del MuSaBa nel 1969, e da Chiara Giordano. In questo luogo di narrazioni visive e creatività fantastiche, dove un tempo sorgevano templi arcaici e terme romane, nel solco della possibile intersezione contemporanea del gesto, del suono, della parola, si è dato vita a una serie di installazioni viventi. Teatro-danza, poesia e musica dal vivo sono state la voce unica di questo indimenticabile museo nel cuore della Calabria, dove sono passati grandi artisti che hanno creato le loro opere, tra cui Il sogno di Giacobbe, uno straordinario dipinto tridimensionale conosciuto come la “Cappella Sistina calabrese”.
Ogni anno un tema diverso anima la programmazione, da protagonista o da contro canto, e per la 19esima edizione il direttore artistico Chiara Giordano ne ha individuato uno in grado di coinvolgere davvero tutti: Sitos & Food, Anima Mundi. “Se nel concetto di armonia risiede anche quello di bellezza – spiega Chiara Giordano – allora un respiro universale è avvertito dal singolo uomo come da interi popoli; ma se ancor più forte è la percezione di universalità che la creatività artistica restituisce, allora è bello scorgere, in contrappunto, un tema che appartiene alla materialità quanto all’immaterialità, alla carne quanto allo spirito: il cibo. Dell’anima, del corpo, sempre una necessità. Dalla notte dei tempi. Abbiamo pensato, quindi, alla parola greca Sitos – lingua internazionale antica – e a quella inglese Food – lingua internazionale contemporanea – per creare un ponte ideale tra il passato, matrice nobile del mondo occidentale moderno, e il nostro tempo che guarda al futuro, nel segno di una comunanza tutta posta nel familiare quanto filosofico latino di anima mundi. La mela, con la sua potente valenza simbolica, ne esprime sintesi e immagine. Questo il festival 2019 amerà raccontare, suggerire, porgere. Il cibo, così, sarà un lieve contro canto che accompagnerà le performance di Musica, Danza, Teatro, quindi il cartellone principale del festival che rimane prioritariamente di spettacolo dal vivo, con un programma che cerca di coniugare il respiro internazionale all’attenzione per il territorio, la forte spinta produttiva, la ricerca, la creatività dei giovani, alla valorizzazione dei luoghi, con un team man mano più solido e competitivo, pur in un tempo in cui il rischio di carestie materiali ed etiche è ancora perdurante”.
Il festival ha ospitato in 19 edizioni artisti come Riccardo Muti, Zubin Mehta, Pat Metheny, Wayne Shorter, Nicola Piovani, Wynton Marsalis, Svetlana Zacharova, David Garrett, Joaquin Cortes tra tanti altri, ricevendone anche lusinghieri riconoscimenti. È realizzato dalla Fondazione Armonie d’Arte con il supporto di Regione Calabria, Mibac, Comuni e Camera di Commercio del territorio, Sponsor e Mecenati, tra cui la Bcc Centro Calabria.