FestAmbiente, il reportage SIEDAS dedicato alla 31esima edizione

Rispescia. FestAmbiente è appena finita e già mi manca.
Il primo giorno non pensavo che ce l’avrei fatta, dalle 17.30 a notte fonda, incontri, dibattiti, presentazioni e premiazioni, laboratori e concerti musicali, seguire tutto sembrava impossibile ed invece, alla fine dei 5 giorni, nonostante la fatica e l’ansia di non riuscire a seguire tutto ciò che avrei voluto, vorrei che non fosse già terminata, in effetti posso dire che, in un certo senso, FestAmbiente “crea dipendenza”.
Vorrei allora tentare di raccontarvi la mia personale esperienza, senza presunzione di completezza, concentrandomi, non potendo descrivere tutto ciò al quale ho assistito, su quelli che, fra i tanti eventi in programma, hanno maggiormente attirato la mia attenzione.
Ma iniziamo dal principio.
FestAmbiente – Festival nazionale di ecologia e solidarietà – è un festival ideato da Legambiente Onlus 31 anni fa, quando un gruppo di soci dei quali faceva parte l’attuale coordinatore nazionale del festival, Angelo Gentili, ebbe l’intuizione che in un clima conviviale e spensierato, fra concerti e spettacoli, sarebbe stato più semplice trasmettere e far comprendere alle persone messaggi importanti come quello ambientalista.
E così, dal 1989, in Toscana, a Rispescia, cittadina maremmana alle porte di Grosseto, si tiene nella settimana di ferragosto “FestAmbiente”, un vero e proprio festival ove si alternano incontri, dibattiti, concerti musicali, rassegne cinematografiche, laboratori, spettacoli, mostre e percorsi per bambini e ragazzi e perché no, degustazioni di prodotti tipici e biologici.

L’edizione di quest’anno, la trentunesima, tenutasi dal 14 al 18 agosto, si è aperta con una inaugurazione che possiamo definire “itinerante” nel corso della quale Enrico Fontana, della Segreteria Nazionale di Legambiente, ci ha guidati all’interno della cittadella di FestAmbiente illustrando i vari spazi, in compagnia di alcuni dei protagonisti del festival e delle autorità (rammentiamo, ad esempio, il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, l’assessore regionale all’ambiente, Federica Fratoni, il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, Sandro Scollato, AD di AzzeroCo2, Rossella Muroni, membro della commissione ambiente della Camera, Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, solo per citarne alcuni).

Anche quest’anno i temi trattati nei dibattiti e nelle conferenze sono stati “caldissimi” e la partecipazione davvero innumerevole: si è parlato di lotta alla crisi climatica ed all’illegalità ambientale, e così, nel dibattito “Costruire legalità. Diritti ambientali e diritti sociali: i lampadieri del nuovo umanesimo”, alla presenza, fra gli altri, di don Luigi Ciotti, sono stati assegnati numerosi premi e riconoscimenti a persone ed associazioni che in nome della lotta all’illegalità ambientale si sono battute ed hanno operato (rappresentanti delle forze dell’ordine, magistrati e comuni cittadini, fra i quali ricordiamo il premio a Medici Senza Frontiere, ritirato dalla presidente italiana Claudia Lodesani, a Mediterranea Saving Humans, con il cappellano di bordo, don Mattia Ferrari, ed ancora il riconoscimento alla Guardia Costiera di Pescara ed alla Polizia di Frontiera di Rimini).

Immancabile, vista la grande attenzione del momento sul tema, il dibattito sull’emergenza dei rifiuti in mare, affrontato in occasione della presentazione del libro “Atlante mondiale della zuppa di plastica” di Michiel Roscam Abbing, nell’incontro moderato da Serena Carpentieri, vice direttrice di Legambiente, al quale hanno preso parte l’onorevole Rossella Muroni, commissione ambiente della Camera, Alessandro Bratti, direttore generale dell’ISPRA e Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.

La buona notizia è che tale tema si è imposto in pochi anni all’attenzione dei più, dai cittadini, ai politici, ai media. Nell’ultimo capitolo del predetto libro si raccontano le operazioni e la storia di Legambiente: pensate, nel 2018 sono state pulite grazie a Legambiente più di 600 spiagge e sono stati contati, con l’aiuto dei volontari e dei cittadini partecipanti, uno ad uno tutti i rifiuti (è la cosiddetta “citizen science” – la scienza partecipata) recuperati, monitorando circa 90 spiagge, trovando quasi 1000 rifiuti ogni 100 metri, per l’importanza di capire e conoscere la tipologia dei rifiuti reperiti al fine di meglio intervenire per preservare e tutelare il territorio (si pensi all’abolizione delle microplastiche nei cosmetici da risciacquo o ai cotton fioc non biodegradabili). 

Si è dibattuto, altresì, della leadership italiana sull’economia circolare, ed ancora delle esperienze imprenditoriali più innovative e di aree protette, con Federparchi e di volontariato, con Medici Senza Frontiere, Libera e tante altre associazioni ed organizzazioni che quotidianamente operano nel salvare vite umane nonché dell’impegno dei festival affinché l’ecologia faccia la differenza.
La vera novità dell’edizione 2019 di FestAmbiente, però, è stata il Palco per il Clima, per la prima volta Legambiente ha infatti deciso di lanciare il proprio messaggio ambientalista coinvolgendo direttamente gli artisti che si sono esibiti sul palco del festival e così, da Daniele Silvestri che ha inaugurato il palco per il clima con il proprio concerto il 14 agosto, ad Alpha Blondy in chiusura del festival, passando per The Zen Circus, Max Gazzè e Carmen Consoli, sera dopo sera, esibizione dopo esibizione, gli artisti con la propria musica si sono resi parte attiva nel lanciare messaggi per la salvezza e la preservazione del pianeta.

Il 16 agosto, poi, si è tenuto l’interessantissimo incontro su “#Salvailclima e plastic free: gli impegni dei Festival perché l’ecologia faccia la differenza”, al quale hanno partecipato Angelo Gentili coordinatore nazionale di FestAmbiente, Giorgio Zampetti direttore generale di Legambiente, Annalisa Corrado, direttore Tecnico di AzzeroCO2, Giampiero Rasimelli direttore generale della Fondazione Umbria Jazz, Ivan Stomeo, sindaco di Melpignano – Fondazione Notte della Taranta, Sara Nocciolini, della Fondazione Arezzo Wave, Giacomo Santinelli di Eco Sound Fest ed in rappresentanza di KeepOn Live – Associazione di categoria live club e festival italiani, Alberto Bencistà, presidente di Firenze Bio.

L’incontro è davvero epocale: l’uno accanto all’altro abbiamo i rappresentanti di alcuni dei più importanti festival musicali italiani che hanno accettato l’invito di Legambiente a farsi parte attiva per la preservazione e la salvezza del nostro pianeta attraverso gli eventi di spettacolo che gli stessi organizzano, mediante la sottoscrizione del “Patto per i festival sostenibili e plastic free”, nella convinzione che la cultura e la musica possano fare la differenza e giocare un ruolo decisivo per arrivare alle persone, ai cittadini, nell’impegno per l’ecosostenibilità, allargando la dimensione della sostenibilità ambientale a tantissime realtà che si stanno impegnando per cercare di salvaguardare il pianeta, ridurre le emissioni di CO2, anche compensandole, e dare ai fruitori degli eventi un segnale chiaro sul da farsi, perché oggi tutti noi siamo protagonisti e ciascuno deve fare la propria parte.
Angelo Gentili, coordinatore nazionale di FestAmbiente, nell’introdurre il dibattito, prima di lasciare la parola ai “suoi” ospiti, ha rammentato come taluni dei festival invitati non siano potuti intervenire oggi (ad esempio i rappresentanti del Cous Cous Fest e del Concerto del 1° Maggio) ma come gli stessi stiano comunque seguendo il medesimo percorso dei festival oggi presenti, tracciato da FestAmbiente, la quale da ben 31 anni si è fatta promotrice per il raggiungimento di tali obiettivi. “Lo scopo principale dei festival ovviamente – prosegue Gentili – è quello di far stare bene coloro che vi intervengono ma deve essere anche un importante veicolo per i messaggi, come quello ambientalista e di solidarietà, comunicati da Legmabiente. Centinaia di migliaia di persone vengono coinvolte in tali manifestazioni, e non è possibile né pensabile lasciare le aree ove si tengono i nostri festival piene di plastica e/o di rifiuti difficilmente riciclabili. Anche negli altri Paesi a noi vicini, come la Turchia, il Marocco o la Spagna, vi sono festival plastic free, ciò conferma come la sostenibilità sia divenuta un elemento fondante dei festival”.
Ma di cosa hanno parlato i rappresentanti dei festival? Come interverranno al fine di dare esecuzione all’impegno preso oggi a FestAmbiente?
Iniziamo da Giampiero Rasimelli, di Umbria Jazz, il quale ha illustrato come entro il 2023, in occasione del 50° anniversario del festival, Umbria Jazz si è dato il termine per rendere il festival totalmente plasticfree e sostenibile, termine che decorre proprio da quest’anno, nel quale si celebra l’anniversario di un festival, quello di Woodstock, che ha segnato la storia. “L’anelito di libertà e socializzazione che quell’evento ha espresso – continua Rasimelli – ci mette a confronto con i nostri giorni, con la difficoltà che abbiamo a gestire eventi come i festival ed al rapporto di questi ultimi con l’ambiente che li ospita, pensando ad Umbria Jazz, ai luoghi nei quali si svolge, la riflessione è inevitabile, il legame, il rapporto di Umbria Jazz con il proprio territorio importantissimo e fondamentale, gli siamo profondamente legati. 
Così Umbria Jazz ha compreso come fosse necessario intervenire sui nodi strutturali dell’organizzazione del festival dandosi il termine all’anno 2023 per ridurre ed eliminare l’impiego della plastica all’interno del festival. Il festival è molto seguito e l’organizzazione crede che tutte le persone che lo seguono, anche sui canali social e web, possano prendere esempio dal festival medesimo. È stata colta quindi l’occasione del 50° compleanno di Umbria Jazz, appunto nel 2023, quale termine per raggiungere l’obiettivo di creare un festival ecosostenibile, nel frattempo, il prossimo anno (2020) ad Umbria Jazz sarà organizzato un forum proprio per fare il punto su questi temi”.
Ha preso poi la parola, Ivan Stomeo sindaco di Melpignano, in rappresentanza della Fondazione Notte della Taranta, uno dei più grandi festival di cultura popolare in Europa, giunta alla 22esima edizione, il cui evento clou è il concertone del 24 agosto, a Melpignano, che però in realtà è un festival “diffuso” (circa 19 tappe quest’anno) che inizia i primi di agosto e si svolge con eventi e concerti in varie cittadine pugliesi.
Ci si è dunque domandati, come evitare l’impatto ambientale di un festival che produce circa 30 tonnellate di rifiuti?
“Solo a Melpignano – ricorda Ivan Stomeo – vi sono per la due giorni (giorno di prove e concerto) circa 150.000 presenze… la Fondazione de La Notte della Taranta da quest’anno ha dotato tutta l’area del festival di erogatori di acqua al fine di evitare l’utilizzo delle bottigliette di plastica e abbiamo invitato tutti i gestori degli stand del food ad utilizzare prodotti biocompostabili, non è ancora un festival plastic free ma il festival sta lavorando per raggiungere l’obiettivo dell’eliminazione della plastica e del rispetto dell’ambiente.
La cultura – prosegue il sindaco di Melpignano – dovrebbe essere considerata come una grande infrastruttura, un’opera pubblica e visto che le opere pubbliche abbiamo iniziato a progettarle in modo ecosostenibile anche la organizzazione degli eventi di spettacolo e cultura dovrebbe essere indirizzata in tal senso”.
Ed Ivan Stomeo, nell’illustrare l’impegno del “suo” festival per la preservazione ambientale, ci ha parlato altresì del progetto “RigeneriAMO la natura”, promosso dalla Fondazione La Notte della Taranta, Intesa Sanpaolo e Legambiente, per la valorizzazione di quattro oasi del Mezzogiorno d’Italia nelle regioni della Campania, Basilicata, Calabria e Puglia, grazie ad una campagna di raccolta fondi iniziata alla fine dello scorso giugno che ha fatto sì che anche La Notte della Taranta, da quest’anno diventi evento ecosolidale.

È intervenuta, poi, Sara Nocciolini, della Fondazione Arezzo Wave, festival nato nel 1987, la quale ha operato una riflessione sull’importanza del coinvolgimento degli artisti nel messaggio ambientalista.
“L’importanza di tale coinvolgimento è fondamentale – ha evidenziato Sara Nocciolini – poiché ogni artista ha un seguito, un suo pubblico che valorizza il messaggio che l’artista lancia dal palco, questo è l’impegno e la caratteristica dei festival, il pubblico si riconosce in quell’evento, ed Arezzo Wave è qui, a FestAmbiente – prosegue – perché si riconosce nella filosofia di Legambiente. Nella gestione dei festival l’impegno degli organizzatori deve essere altissimo, ed il primo impegno da assumersi è proprio quello nei confronti della città, del paese ospitante sul quale ricadono gli effetti di eventi del genere. Gli artisti, da parte loro, possono farsi portatori di un messaggio condiviso dal festival poiché, in definitiva, nell’organizzare un festival, la scelta degli artisti che vi parteciperanno ricadrà inevitabilmente su quelli che sono “in linea” con il messaggio che quel festival sposa.
Gli artisti, inoltre, hanno un ruolo fondamentale, poiché sovente vedono oltre, sono lungimiranti, e per chi organizza i festival – sottolinea ancora Sara Nocciolini – momenti come quello di stasera sono fondamentali per la condivisione delle esperienze, delle problematiche, prendiamo impegni nei confronti delle persone, degli spettatori, il confronto è di aiuto per tutti, ecco perché Arezzo Wave è in Italia il festival membro fondatore di “Yourope”, un’associazione di festival europei che al suo interno ha vari settori fra i quali vi è “GO Group” che sta per Green Operation Europe, e ha creato, dallo scorso anno, il nuovo format “Sudwave”, che riunisce i festival dell’Europa del sud, poiché vi è un grande bisogno di confrontarsi fra eventi, di allargare lo sguardo e condividere i messaggi dei vari festival, degli eventi culturali, per amplificare e moltiplicare i messaggi dei quali ciascuno è portatore”.
Anche a Giacomo Santinelli dell’Eco Sound Fest, il quale è intervenuto altresì in rappresentanza di KeepOn Live, è stato domandato di raccontare l’esperienza del proprio festival.
“L’Eco Sound Fest, giunto ormai alla settima edizione, si svolge a Caprarola, nella provincia di Viterbo, nel parco delle ex Scuderie di Palazzo Farnese, grazie al recupero di un luogo che prima era in stato di abbandono. La particolarità del festival è proprio quella di inserire le sperimentazioni musicali in un ambiente diverso dai grandi centri urbani, in un territorio ancora ricco di ambienti incontaminati, come la Tuscia, sempre però garantendo la preservazione dell’ambiente, con riduzione al minimo dell’impatto che una tale manifestazione potrebbe avere sul territorio stesso”. 
E la scelta ambientale è stata effettivamente d’aiuto per la buona riuscita del festival, secondo Giacomo Santinelli, il quale evidenzia, inoltre, come dalla raccolta differenziata dei materiali nella prima edizione del festival si sia giunti, in questa edizione, all’impiego di materiali biodegradabili e di riciclo all’interno di tutto il festival (dai bicchieri, alle stoviglie, alle magliette in fibre naturali indossate dallo staff, alla stampa rigorosamente su carta riciclata).
Si può dire, quindi, che Eco Sound Fest sia divenuto finalmente un festival plastic free.
Come sopra accennato, Giacomo Santinelli è intervenuto altresì in rappresentanza di KeepOn Live, l’associazione di categoria che riunisce i locali di musica live ed i festival italiani, da sempre impegnata nella promozione della sostenibilità ambientale degli eventi di spettacolo e che, anche in occasione della decima edizione del KeepOn Live Fest, il meeting dei live club e dei festival italiani che si terrà a Roma il 12 – 13 settembre prossimi, si occuperà della tematica ambientale nel corso del dibattito “Ecosostenibilità nel 2018: il modello Festival”.
Abbiamo ascoltato, poi, le parole di Alberto Bencistà, presidente di Firenze Bio, festival e mostra mercato dei prodotti biologici e biodinamici che, per l’edizione 2020, porrà particolare attenzione al tema della sostenibilità, “poiché per il bene delle persone e nell’interesse generale – sottolinea il presidente – occorre scegliere in modo consapevole tutte quelle soluzioni che possono contribuire ad offrire un futuro migliore, più pulito, più verde e compatibile. Nella nuova associazione che nascerà per l’edizione del 2020, prosegue, a supportare Firenze Bio vi saranno anche l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e la Regione Toscana, a dimostrazione del grande impegno richiesto agli enti ed alle associazioni del territorio”.

È intervenuta, altresì, Annalisa Corrado, di AzzeroCO2, società di consulenza – nata nel 2004 e partecipata da Legambiente e Kyoto Club – che dall’analisi dell’impatto ambientale di strutture, processi e servizi, studia e realizza soluzioni per la riduzione dei consumi e la compensazione delle emissioni di CO2 non evitabili e, in collaborazione con i propri soci, promuove progetti di sostenibilità e responsabilità sociale al fine di sensibilizzare le comunità locali e supportare la riconversione energetica.
Come possono i festival affrontare l’azzeramento di emissioni di CO2? Ecco cosa ha risposto AzzeroCO2:
“AzzeroCO2 – come illustra Annalisa Corrado – affianca le aziende, gli enti, gli organizzatori di eventi ed iniziative, ivi compresi dunque i festival, analizzando e costruendo una strategia, un percorso strategico con una pianificazione nel tempo, per capire le risorse da mettere in campo per ridurre l’impatto ambientale dei vari eventi (es. gestione in sito, gestione della filiera dei fornitori, dei rifiuti, della generazione dell’elettricità, della mobilità per giungere a quell’evento etc.). Per le emissioni non comprimibili – prosegue AzzeroCO2 – si cerca di trovare soluzioni per la loro “compensazione”, ad esempio piantumando piante autoctone, grazie alla progettazione forestale che garantisca proprio l’assorbimento di CO2 necessario a quella determinata compensazione.
Negli anni, AzzeroCO2 ha piantato centinaia di ettari di bosco e da tale esperienza è nato il progetto “Mosaico Verde”, la campagna nazionale promossa dalla società e da Legambiente con l’obiettivo di piantare almeno 300.000 nuovi alberi nonché promuovere la tutela ed il recupero di 30.000 ettari di boschi abbandonati in Italia .
Le aziende – sottolinea Annalisa Corrado – hanno compreso che l’elemento reputazionale è fondamentale e così scelgono sempre più spesso di investire in progetti di responsabilità sociale d’impresa che potranno sostenere la realizzazione di aree verdi o il recupero di boschi ed aree abbandonate. L’arte e la cultura hanno un ruolo fondamentale in questo, poiché “parlano” ad un numero di persone incredibilmente superiore rispetto a quanto possano fare, da soli, i singoli enti o associazioni, moltiplicano il messaggio, lo amplificano ecco perché eventi come questo, come i festival, sono così importanti per la tutela e la preservazione ambientale”.
A concludere il dibattito, il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, il quale ha affrontato l’emergenza – urgenza di compiere azioni radicali per salvare il nostro pianeta e come, per fare ciò, sia fondamentale la partecipazione di tutti, ecco quindi che un evento come un festival diventa un’occasione importantissima per veicolare tale messaggio, inoltre, visto il grande coinvolgimento e la partecipazione che vi sono state da parte dei comuni cittadini nella lotta all’impiego della plastica, è doveroso nei nostri festival, negli eventi, che tutto ciò venga attuato, gli spettatori, i visitatori ormai se lo aspettano, poiché oltre a venire ad ascoltare buona musica, gli spettatori, intervenendo compiono anche una scelta di azione e di miglioramento del mondo in cui viviamo.

Al termine dell’incontro, dopo la firma dello storico patto fra i rappresentanti dei festival, mi sono intrattenuta a fare due chiacchiere con Sara Nocciolini (Fondazione Arezzo Wave), la quale ci ha parlato del nuovo corso dello storico Festival Arezzo Wave e dunque di “Sudwave – South European Music Network”, la nuova formula del festival toscano la cui prima edizione si è tenuta a novembre 2018.
“L’intento – prosegue Sara Nocciolini – è quello di far nascere una rete dei festival dei Paesi del sud Europa della quale facciano parte Italia, Spagna, Francia, Portogallo e Grecia per la costruzione di una rete ove si mettano in contatto i Paesi, i festival e gli artisti degli stessi, per la promozione della musica, in particolare di quella emergente, al fine di supportare, appunto, gli artisti emergenti che pur non avendo ancora un nome e notorietà hanno però creatività, voglia di fare e sono portatori di messaggi importanti, a cui Sudwave cerca di dare voce. Nel nord Europa network di tal genere già esistono, come “Yourope”, del quale lo stesso Arezzo Wave fa parte, ma visto che nei Paesi del sud ciò non esisteva, Arezzo Wave se ne è fatto promotore. “Sudwave” quindi vuole essere un luogo, un momento di incontro fra manager, agenzie di booking, artisti, produttori e tutti gli operatori del mondo musicale, fra personalità diverse dei cinque Paesi al fine di incontrarsi e confrontarsi”.

La seconda edizione di Sudwave si terrà a novembre 2019 e noi di Siedas la seguiremo sicuramente, vi terremo aggiornati!
Ma vediamo cosa è successo, qualche ora dopo, durante il concerto di Max Gazzè…
Anche l’artista romano, dal palco di FestAmbiente, ha voluto infatti contribuire a promuovere il messaggio di sostenibilità ambientale e con la propria band si è fatto portavoce di #usaegettanograzie, al fine di contrastare l’uso sconsiderato della plastica e l’inquinamento che ciò comporta: con posate e bottiglie giganti ed una enorme cannuccia è quindi apparso sul palco al termine del concerto rivolgendo un appello al numerosissimo pubblico presente al fine di sensibilizzarlo, ulteriormente, a cambiare le proprie abitudini quotidiane e per arginare così il grandissimo problema del marine litter.
Che dire… i concerti sono stati emozionanti, l’atmosfera calda e coinvolgente, grandi e bambini, tutti insieme in un clima di convivialità, ove fra una canzone e l’atra potevi bere e/o mangiare prodotti genuini, bio, a km zero, serviti dai volontari di Legambiente e, a spillare la birra, al bar di fronte al palco per il clima, non appena libero dai vari dibattiti ed incontri ai quali partecipava, trovavi proprio lui, il presidente di Legambiente in persona, sempre sorridente ed instancabile (come del resto tutti i volontari che stavano lì). 
Per non parlare, poi, dei rappresentanti delle associazioni operanti nel campo della solidarietà, dell’accoglienza e della lotta alle mafie come Medici Senza Frontiere, Libera, Made in Jail, solo per citarne alcune, che occupavano con i loro stand il bellissimo “Viale delle Associazioni”, ragazzi e ragazze instancabili, che dal pomeriggio fino a notte fonda, un giorno dopo l’altro, non perdevano occasione per illustrare ai visitatori del festival le attività e l’impegno delle Associazioni che rappresentavano, sempre con il sorriso, capacissimi nel comunicare e nel catturare l’attenzione dei passanti.

Perché FestAmbiente è anche questo, coesione e condivisione fra i partecipanti, tutti, grande unione e solidarietà e, credetemi, non è retorica, è quello che nella mia permanenza al festival ho percepito, dentro e fuori dalla cittadella di Legambiente, anche nei momenti di pausa, quando il festival ancora non aveva aperto le porte, ho avuto occasione di incontrare ed osservare alcuni ragazzi dell’organizzazione e quello che ho percepito, ciò che arrivava, era una grande unione, persone che anche nei (rari) momenti di pausa avevano il piacere di stare insieme.
Per usare le parole di Angelo Gentili, coordinatore nazionale di FestAmbiente “non è solo un festival ecologico, FestAmbiente è una comunità di uomini e donne, che dopo trentuno anni, crede che “un mondo diverso” è davvero possibile. Emozioni, divertimento, partecipazione”.
Questa è FestAmbiente. Ci vediamo nel 2020!

Non me ne vogliano tutti gli altri, ma un ringraziamento speciale per questa bellissima esperienza a FestAmbiente lo devo a: Serena Carpentieri (Legambiente); Annalisa Corrado e Sandro Scollato (AzzeroCO2); Sara Nocciolini (Fondazione Arezzo Wave); Robert Bot (Medici Senza Frontiere); Fabrizia e Silvana Magliulo (Agriturismo Podere Cirene); il gruppo dei “ragazzi” di Legambiente che nei momenti di pausa ha “movimentato” la piscina dell’Agriturismo.

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