Ferrazzano. Andrà in scena il 9 e 10 novembre, presso il Teatro del Loto di Ferrazzano, lo spettacolo dal titolo “Tornò al nido…ed altre Titine” di Titina De Filippo, per la regia di Antonella Stefanucci, con Carmine Borrino, Gino Curcione, Lucianna De Falco, Adele Pandolfi, Eva Sabelli, Antonella Stefanucci.
… In una sera di primavera in un’antica casa di campagna tre sorelle siedono e conversano accanto ad un braciere, una musica giunge da lontano, cala la notte e le tre, assieme al loro vecchio servitore sordo, stanno andando a dormire. A un certo punto qualcuno bussa alla porta… Chi sarà?
Questo progetto è frutto di incursioni, rotture, attraversamenti nell’opera drammaturgica di Titina De Filippo, come autrice forse meno nota e frequentata rispetto ai fratelli, ma i cui testi, surreali e spiazzanti, ci appaiono oggi forse ancora più moderni e attuali. Titina scriveva in maniera delicata, pittorica, sublime nella sua onirica semplicità, tra ilarità e malinconia. Come se le sue commedie fossero gouache ottocentesche, sempre con precisi riferimenti musicali che suggeriva nelle didascalie e sempre con l’orecchio rivolto al pubblico. Le commedie di Titina hanno un linguaggio quotidiano e contemporaneo e da bravissima interprete femminile ha raccontato e descritto divertentissimi e caustici personaggi femminili. Come un esercizio di stile, ci metteremo a giocare – to play –per mettere in scena e ridare vita a queste figure (soprattutto donne) che raccontano di salotti, balconi sul mare, case di campagna; come pure di musicisti, giocatori, capitani di marina, nobiltà decadute, governanti, figli illegittimi, amanti in fuga.
Il Progetto “Le Titine” nasce con un gruppo di attori, amici consolidati, capaci di giocare partendo da un atto unico che rimanda alle tre sorelle di Cechov, autore di sicuro riferimento per Titina-autrice.
“A proposito del “blocco”, termine con il quale un noto critico teatrale definì il sodalizio artistico di Eduardo Titina e Peppino De Filippo, in una lettera Titina scrive: “un giorno diedi un urlo e volli assaggiare la gioia dell’indipendenza. L’incanto era rotto. Il “blocco” infranto, spezzato, non esisteva più. Un sospiro di sollievo. Alle ammonitrici e affettuose parole di un grande critico, agli sguardi afflitti del nostro pubblico, mi viene da rispondere: Amici miei, credete a me! Meglio un successo di “blocco” in meno… e tre uomini liberi in più!”.