Napoli. La Cappella Palatina, presso il Maschio Angioino di Napoli, ospita “Almanacco Napoli”, una rassegna di opere su carta di Pizzi Cannella.
Per l’occasione lo spazio espositivo verrà avvolto dalla pittura dell’artista in uno sguardo circolare che dal pavimento sale verso le pareti, respira nelle altezze per tornare a posarsi tra le pagine dei taccuini e dei piccoli fogli acquarellati disposti sui tavoli.
La mostra a cura di Claudia Gioia è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, prodotta da Black Tarantella e dall’Archivio Pizzi Cannella.
Pizzi Cannella artista e pittore totale, tra i fondatori nei primi anni ’80 della Scuola di San Lorenzo a Roma, sceglie la città di Napoli, con la sua storia e i suoi chiaroscuri barocchi, per scrivere un nuovo racconto ricapitolativo della sua ricerca artistica.
Più di 150 opere per una mostra solo di carte, di formati differenti, selezionate lungo quaranta anni di ricerca pittorica, con l’intento di mostrare le digressioni che la pittura stessa si è presa.
Dice Pizzi Cannella: “scegli la carta, la tecnica, l’acqua e poi inizi come nelle mosse di apertura degli scacchi fino a che intervengono le varianti e lì diventa affascinante perché con l’opera su carta puoi creare quello scompiglio che per problemi tecnici e di definizione è più difficile realizzare con la pittura. Stare di fronte al quadro è come stare alla presenza di un dio severo. Le carte, che siano disegno o acquarello, ti lasciano invece la possibilità di fare qualunque cosa e sei più libero”.
Una mostra solo di carte che gioca con gli equilibri e la ricerca del tratto pittorico più adagiato e poi più veloce; della sfumatura acquosa dei colori, del rosso, dell’azzurro più vividi e poi dei neri più profondi e dolenti; degli oggetti lasciati nel vuoto, dei non finiti, del tentativo di tenere tra le mani il tempo e lo spazio attraverso le architetture e le mappe.
Carta cinese, carta indiana, carta paglia, pagine di quaderno, carte e formati differenti che insistono sui temi fondanti la ricerca di Pizzi Cannella per non perdere d’occhio la grandezza e la sostanza della sua pittura.
Il corpo dei lavori in mostra parte da piccole carte come “Lievi spostamenti” del 1983, dai taccuini come “I vasi dei pesci dell’isola” e attraverso un “Girotondo” del 1983, un’”Ombra cinese” del 1987, i “Coralli dell’isola” del 1999 e una “Mappa per andare vi”a del 2009 arriva alle carte più grandi come “Cattedrale” del 2013.
“Almanacco Napoli” è un racconto di viaggio da leggere lasciandosi portare dalla pittura e accompa-gnare dai titoli e dalle parole, che a volte riempiono le carte, come per necessità di tenere a mente le strade percorse e ancora da percorrere, capoversi di un medesimo intento.