Roma. Il Decreto “Cura Italia”, varato dal Governo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale straordinaria del 17 marzo 2020, presenta misure di sostegno al reddito per i lavoratori autonomi e le partite IVA.
Da molti già ritenute insufficienti, esse prevedono un bonus per i suddetti lavoratori per un importo pari a 600 euro che potrà essere richiesto direttamente all’INPS.
Previsto, per ora, solo per il mese di marzo anche se, come già annunciato, tale misura potrebbe essere ripetuta anche per il mese di aprile in ulteriori decreti per il sostegno all’economia, il bonus potrà essere richiesto da:
– liberi professionisti titolari di partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 e dai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione separata (art. 2, comma 26 Legge 335/1995), non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria;
– lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’AGO, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, ad esclusione della Gestione separata;
– lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e la data di entrata in vigore della presente disposizione, non titolari di pensione e non titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data di entrata in vigore del decreto;
– operai agricoli a tempo determinato, non titolari di pensione, che nel 2019 abbiano effettuato almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo;
– lavoratori iscritti al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, con almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al medesimo Fondo, cui deriva un reddito non superiore a 50.000 euro, e non titolari di pensione (non hanno diritto all’indennità i lavoratori titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data di entrata in vigore del decreto).
È proprio su questi ultimi, i lavoratori dello spettacolo appunto, che ci vogliamo soffermare dato che SIEDAS, Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo, ha da sempre tra le finalità principali la tutela degli artisti.
La tragica emergenza sanitaria che sta colpendo l’Italia paralizza di fatto ormai quasi la totalità delle attività professionali e coloro che operano nel campo delle arti e dello spettacolo sono stati tra i primi a subirne le conseguenze.
Il governo, infatti, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ha disposto immediatamente la chiusura di teatri, cinema, sale da concerto e la sospensione di ogni attività dello spettacolo.
Le misure adottate servono, quindi, a far fronte, allo stop dell’intero settore.
Un bonus da 600 euro per il mese di marzo, quindi, da erogare ai lavoratori del settore dello spettacolo “iscritti al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, con almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al medesimo Fondo, cui deriva un reddito non superiore a 50.000 euro, e non titolari di pensione”.
Il decreto precisa che questi 600 euro non concorrono “alla formazione del reddito ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917” e che sono erogati dall’INPS cui va inoltrata una domanda.
I fondi non sono illimitati: l’indennità, specifica il decreto Cura Italia, sarà erogata “nel limite di spesa complessivo di 48,6 milioni di euro per l’anno 2020. L’INPS provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa e comunica i risultati di tale attività al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell’economia e delle finanze. Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, rispetto al predetto limite di spesa, non possono essere adottati altri provvedimenti concessori”.
Pertanto, i lavoratori dello spettacolo che hanno i suddetti requisiti, potranno, insieme alle altre categorie aventi diritto al bonus, inoltrare la domanda all’INPS nelle modalità che saranno indicate entro questa settimana in una circolare dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
Lo stesso presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, aveva ipotizzato un “click day” per chiedere l’indennizzo per gli autonomi e le partite IVA, ovvero una giornata in cui quasi 5 milioni di professionisti avrebbero presentato una domanda per via telematica fino ad esaurimento delle risorse, che ammontano a 2,16 miliardi, con precedenza a chi arriva prima.
Tale criterio, che ha immediatamente scatenato la rivolta di alcune associazioni di categoria, non è piaciuto nemmeno alla politica che ha parlato, invece, come ci auspichiamo, di integrare le suddette risorse.
“Non mi sembra un criterio che sta in piedi, non possiamo fare a chi prima arriva meglio alloggia”, ha detto il sottosegretario all’economia Pierpaolo Baretta ai microfoni di Radio Capital. “È una comunicazione fatta dall’INPS, non una decisione del governo – ha aggiunto – i ministeri del Lavoro e dell’Economia stanno ancora valutando” e, riguardo il rischio che i soldi non siano sufficienti, ha rassicurato che “nel caso le risorse saranno reintegrate”.
Non ci rimane, quindi, che attendere le disposizioni dei prossimi giorni e ricordare che SIEDAS sarà pronta a qualsiasi chiarimento, sempre al fianco di chi opera nel mondo delle arti e dello spettacolo, soprattutto in questo drammatico momento.
Manovra discriminatoria.
Secondo l ART 38 dice che se nel 2019 hai versato 29 contributi giornalieri anziché 30 sei tagliato fuori pur essendo un lavoratore in regola colpito dalla crisi.
È hai anche perso lavoro durante il blocco imposto