Firenze. Al Teatro Niccolini di Firenze e al Teatro Studio “Mila Pieralli” di Scandicci vanno in scena i giovani e la loro difficile ricerca di un posto nel mondo, attraverso due drammaturgie contemporanee, divertenti e insieme tragiche.
“Per strada”, al Niccolini dal 3 al 5 marzo, riporta sulla scena il binomio Francesco Brandi-Raphael Tobia Vogel, vincitori del Premio Nazionale Franco Enriquez 2018 per regia e scrittura. In scena, Francesco Sferrazza Papa e lo stesso Brandi disegnano l’affresco di un incontro di solitudini per guardarci onestamente allo specchio. La produzione è Teatro Franco Parenti.
“Werther a Broadway”, ideato e diretto da Giancarlo Sepe al Teatro Studio “Mila Pieralli” di Scandicci dal 6 all’8 marzo, è un fantasioso viaggio del protagonista del romanzo epistolare di Goethe nel mondo del teatro americano fra gli anni Quaranta e Cinquanta, con echi di café chantant e teatro brechtiano. La produzione è Fondazione Teatro della Toscana, Teatro La Comunità 1972.
“Per strada” di Francesco Brandi, con Francesco Sferrazza Papa e lo stesso Brandi diretti da Raphael Tobia Vogel, racconta al Teatro Niccolini di Firenze i giovani indecisi su tutto, l’incapacità totale di gestire le proprie ansie e le proprie sconfitte, un sotterraneo desiderio di farla finita e un incontro, appunto, on the road. Le scene e i costumi sono di Andrea Taddei, il video di scena è di Cristina Crippa. La produzione è Teatro Franco Parenti.
In una sera d’inverno sotto una fitta nevicata, introduzione perfetta a un racconto scenico di malinconica grazia, due ragazzi infreddoliti si incontrano casualmente per strada. Paul (Francesco Sferrazza Papa), cresciuto e viziato nella bambagia, sta per sposare una donna che non ama, per volere della famiglia. Jack (Francesco Brandi), povero e abbandonato da tutti, è deciso a farla finita. I due iniziano a fare amicizia e scoprono la possibilità di unire le proprie esistenze infelici alla ricerca di una consolazione e di un cambiamento.
La strada è il luogo di incontro fra Paul e Jack, ma è anche e soprattutto la strada della vita dei due personaggi, quella smarrita; il cammino di scoperta, le ore che passano inesorabili, trasformano questo scontro casuale di due solitudini in un incontro che modificherà per sempre le loro vite.
“La mia intenzione non era tanto quella di raccontare una generazione in particolare, volevo solo descrivere la storia di due esseri umani, al di là della loro età specifica. Ho l’abitudine di scrivere sempre su temi che riguardano me stesso, il mondo che mi circonda e che mi è più vicino: quella fascia anagrafica che va dai 30 ai 40 anni, per intendersi, coglierà più riferimenti, ma non definirei il testo come una storia generazionale. In questo caso, l’idea è partita collegandola a un periodo non troppo felice della mia vita: mi sono ritrovato da solo, in preda a sentimenti piuttosto negativi, e allora mi sono immaginato che cosa sarebbe potuto succedere se accanto a me ci fosse stata un’altra persona, caratterizzata al contrario dalla positività. Da due sentimenti apparentemente così opposti ecco che nasce un incontro molto speciale, capace di legare due solitudini” dice Francesco Brandi.
Dopo “Washington Square” e “Abecedario Americano”, Giancarlo Sepe chiude la trilogia dedicata al mondo dell’America fra gli anni Quaranta e Cinquanta con “Werther a Broadway”, al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci dal 6 all’8 marzo.
Il lavoro, prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana in collaborazione con il Teatro La Comunità 1972 diretto da Sepe, si avvale delle musiche di Davide Mastrogiovanni a cura di Harmonia Team, delle scene di Alessandro Ciccone, dei costumi di Lucia Mariani e delle luci di Guido Pizzuti. Ne sono interpreti Giacomo Stallone (Werther), Federica Stefanelli (Rosina), Sonia Bertin (Stella), Camilla Martini (Camille), Pierfranceso Nacca (Perdicano).
“Werther, il personaggio romantico creato da Goethe, che scrive lettere all’amico Guglielmo, per confidarsi con lui del suo impossibile amore per Lotte, donna già impegnata, quindi non disponibile… Werther che pensa all’amore pur schiacciato, nella sua terra di Germania, in guerre sanguinose che umiliano i suoi sentimenti di pace, Werther che prima di darsi la morte, da lui fortemente voluta, ripara in America, a Broadway, capitale del teatro, in un viaggio della speranza dove, forse, cerca di dimenticare la sua donna ‘proibita’…
Attraversato l’oceano, incontra il teatro: un dedalo di passioni avvolgenti, dove si parla d’amore con le parole di Non si scherza con l’amore di Alfred De Musset. Attori che recitano e rappresentano i sentimenti sulla scena, che a volte non solo recitano, ma vivono sulla loro pelle, in un avvicendarsi di verità e finzione. Storie vere di camerino e storie finte di palcoscenico…
Si salverà il giovane Werther dai suoi neri propositi di morte?” sostiene Giancarlo Sepe.