Napoli. “Spiritus Mundi” è il titolo della doppia personale di Hermann Josef Runggaldier e Mario Ciaramella esposta dal 2 giugno al 22 luglio presso la Cappella Palatina del Maschio Angioino di Napoli. La mostra, a cura di Marco Izzolino e Carla Travierso, prodotta e ideata da Andrea Aragosa per Black Tarantella e promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, si potrà visitare gratuitamente dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle 17, secondo le linee guida diramate dal Governo su proposta del Comitato Tecnico Scientifico istituito per l’emergenza Covid-19. L’esposizione raccoglie più di 50 sculture di varie dimensioni, a tutto tondo e a rilievo dei sue artisti.
C’è una scelta radicale alla base del lavoro di Hermann Josef Runggaldier e Mario Ciaramella, la scelta di vivere ed operare nel proprio luogo d’origine: Ortisei e Luzzano, due paesi molto piccoli, in due zone d’Italia molto diverse, ma che a ben vedere possono mostrare degli elementi comuni. Entrambi gli artisti, entrambi scultori, sono rimasti legati alla propria terra, alla propria cultura, e di questa si sono fatti espressione. Aver scelto di esporli insieme in questa mostra intende porre l’accento sulla presenza nel territorio italiano di luoghi straordinari che esprimono una tipicità culturale che, pur rinnovandosi nel tempo, mantiene delle caratteristiche ben specifiche e rappresenta la grande ricchezza della nostra penisola.
Se l’innovazione nasce dalla relazione, dall’incontro (o dallo scontro) tra due culture diverse, Hermann Josef Runggaldier e Mario Ciaramella sono la testimonianza di come in Italia vi siano zone dove la diversità ha continuato a svilupparsi ed evolvere, rifiutando l’omologazione. Runggaldier è nato e vissuto in Val Gardena, Ciaramella nella Valle Caudina, due valli – una a nord e l’altra al sud d’Italia – circondate da alte montagne e plasmate da corsi d’acqua che, insieme alla rigogliosa vegetazione, hanno permesso l’insediamento di popolazioni fin da epoche remotissime. Si tratta di luoghi che hanno condizioni climatiche, biologiche e geologiche molto diverse tra loro, dove però il processo di antropizzazione della natura ha seguito un percorso simile, perché rispondeva ad esigenze simili. Nell’arte, come nella lingua, di queste due valli è presente una matrice espressiva segreta e originaria che è giunta in forma latente fino ai giorni nostri.
Runggaldier e Ciaramella sono l’espressione contemporanea di due culture che si sono nutrite delle tante influenze che hanno ricevuto, ma che si sono sviluppate in funzione della conservazione del proprio carattere unico, rimarcando prima di tutto la differenza e solo successivamente gli elementi in comune con le culture altre (con chi è al di là delle montagne). Una matrice figurativa “anticlassica” è dunque presente in entrambi gli artisti, un linguaggio visivo che si è sviluppato in opposizione all’evoluzione storica della cultura figurativa classica; un linguaggio grafico e plastico più immediato e universale, essenziale e sintetico nel comporre la figura e tendente all’astratto nel differenziare le superfici, al fine di imitare i modi in cui la natura incide e modella le forme del paesaggio.