Milano. Il terzo appuntamento della “Beethoven Summer”, l’iniziativa estiva dell’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” dal 1° luglio al 30 agosto, vede come protagonista Benedetto Lupo. Un ritorno graditissimo, quello del grande pianista, a distanza di venti anni dalla sua prima collaborazione con l’orchestra, che lo vide solista nell’esecuzione del Quarto Concerto per Pianoforte e Orchestra di Ludwig van Beethoven. Venti anni dopo, eccolo nuovamente calcare il palco dell’Auditorium di Milano, mercoledì 15 e giovedì 16 luglio alle ore 20:30, (con replica a Lecco venerdì 17 luglio, sempre alle ore 20:30) insieme al Direttore Musicale Claus Peter Flor e laVerdi. Il ritorno di Benedetto Lupo coincide con un “abbraccio” che ha dovuto attendere mesi: quello tra l’Orchestra e Flor, che ritornano a fare musica insieme, riassaporando dopo un lungo tempo il feeling che li ha uniti fin dalla prima volta, rinnovando un sodalizio artistico tra i più prolifici.
Dopo l’inaugurazione, che ha visto Alexander Romanovsky impegnato con laVerdi col Quinto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven, e il secondo appuntamento, in cui oltre alla “Sinfonia n.2” abbiamo ascoltato Alexander Lonquich impegnato nell’esecuzione del Quarto Concerto di Beethoven, Benedetto Lupo offre la sua interpretazione del “Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra in Do minore op.37”, vero e proprio spartiacque di questa forma nel repertorio beethoveniano, la cui cadenza, come afferma Benedetto Lupo stesso, “costituisce un assoluto momento di novità in questa forma, e la sua drammaticità culmina con un silenzio. È difficile anche solo immaginare la reazione che suscitò nel pubblico la prima volta che fu eseguita”. Questa splendida composizione è abbinata alla “Sinfonia n. 1 in Do maggiore op.21”, che in comune col Terzo Concerto ha l’anno di composizione, ovvero il 1800. Sarà estremamente interessante fruire questo dittico, che lascia emergere due diverse fasi in cui si trova Beethoven rispetto alle due forme: se rispetto al Concerto egli proceda con un vero e proprio rinnovamento di quest’ultimo, la sua postura rispetto al genere sinfonico lo vede ancora quasi moralmente costretto a dimostrare di essere perfettamente in grado di rispettare i modelli dell’età del Classicismo, Mozart e Haydn, prima di cimentarsi nel Prima di cimentarsi nel radicale rinnovamento della sinfonia (i primi abbozzi dell’ “Eroica” sono del 1802, appena due anni più tardi).
Procede così a grandi falcate la Beethoven Summer, con un terzo grande interprete beethoveniano, accompagnato dal Maestro Flor e laVerdi. In una sala messa in totale sicurezza, che appuntamento dopo appuntamento dimostra di essere perfettamente in grado di accogliere un pubblico desideroso di fruire nuovamente della grande musica.