Firenze. Nella terra di mezzo tra la Toscana e la Romagna, in uno dei borghi più belli d’Italia, Palazzuolo sul Senio, l’Appennino riparte e si racconta festeggiando la 10^ edizione di “Leggere in Appennino”, dal 31 luglio al 2 agosto. Perla della cosiddetta “Romagna Toscana” – in provincia di Firenze, ma con le suggestioni delle tradizioni e dei sapori romagnoli nel cuore – quella di Palazzuolo è una comunità di poco più di mille anime: un centro storico realmente #covidfree, perché dal lockdown ad oggi nessun caso di coronavirus si è registrato in paese. Attenzione, senso di responsabilità dei cittadini e la supervisione costante del Comune hanno evitato di dover ricorrere a qualsiasi sospensione e hanno permesso lo svolgimento di ogni attività, mentre l’Italia si era fermata. Neppure le fabbriche si sono mai arrestate, a Palazzuolo sul Senio: tutti hanno continuato a produrre in sicurezza, garantendo servizi e lavoro ai cittadini.
In un rinfrescante week end di mezza estate, Palazzuolo sul Senio si appresta a celebrare il suo Festival: “L’Appennino è storia, memoria, presenza. L’Appennino è la colonna vertebrale dell’Italia. Da dieci anni, in una sera d’estate, leggiamo e discutiamo in Appennino. In quest’anno diverso dal solito lo facciamo un po’ più a lungo, per tre giorni. Crediamo ci sia bisogno di leggere, raccontare e discutere di più. E anche di più Appennino”, così Massimo Cirri, storico autore e voce di un programma cult della radio nazionale italiana, Caterpillar Rai Radio 2, che cura il programma di “Leggere in Appennino” insieme a Daniela Poli dell’Associazione culturale Palazzuolo per le Arti. Sarà lui il “Virgilio” di questa tre giorni nelle piazze del borgo: si farà interprete dei pensieri e delle curiosità del pubblico, condurrà molte interviste con i protagonisti del festival in un viaggio immersivo fra letture, musica, natura, sapori e passeggiate nei boschi, sul filo rosso di una parola chiave, “Metamorfosi”, che da Ovidio ad oggi ci invita a riflettere in profondità per scoprire nuove strategie, adattamenti ed evoluzioni utili ad affrontare e vivere al meglio il nostro tempo. I testi di autori di riferimento come Italo Calvino, Alessandro Manzoni e Jean Giono e di voci dei nostri giorni come Erri De Luca, Simona Baldanzi, Orlando Manfredi, continuano a testimoniare che le parole ci possono raggiungere senza limiti di tempo e di spazio, e alimenteranno le letture sceniche dell’attore e regista Sax Nicosia, filo rosso per gli incontri in cartellone. “Leggere in Appennino” sarà un unico palcoscenico per indagare il nostro rapporto con l’ambiente fra scienza e letteratura, per parlare del mito, del divino e delle stelle, per assaporare il relax delle passeggiate nei boschi e scoprire i gusti del territorio, per scorrazzare fra le aie di campagna e i locali del paese.
Un fine settimana fitto di proposte, dunque. Si parte venerdì 31 luglio con l’intervista di Massimo Cirri a Roberto Barni, pittore, scultore con esposizioni personali e collettive in città italiane Bologna, Firenze, Roma, Venezia, e poi Basilea, Monaco di Baviera, Groningen e il Moma di New York. Sax Nicosia leggerà alcuni suoi versi che l’artista ha dedicato alla ua arte. In serata, l’incontro di Massimo Cirri con la scrittrice Simona Baldanzi, che ha esordito col romanzo “Figlia di una vestaglia blu”(Fazi, 2006), in cui si intrecciano le vicende delle operaie tessili della Rifle a quelle degli operai edili della TAV in Mugello. Negli anni la sua opera ha continuato a mettere insieme storie d’amore e impegno civile, e il suo cuore non ha smesso mai di battere per la sua terra, il Mugello, che vive da protagonista nel libro per Laterza “Mugello è una trapunta di terra. A piedi da Barbiana a Monte Sole”.
Si parlerà di natura e biodiversità, nel pomeriggio di sabato 1 agosto, insieme ad Alberto Maltoni, “l’uomo dei boschi”, saggista e ricercatore appassionato di castagneti e architettura delle piante, docente presso l’Università di Firenze dove insegna Selvicoltura e Gestione e conservazione degli habitat forestali. Per l’occasione Sax Nicosia ha scelto la lettura di brani tratti da “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono. Miti e leggende, la mutevolezza e l’eterno divenire, la fusione di umano e divino, Storia e Mito, i corpi-alberi delle Metamorfosi di Ovidio con il commento di Federica Anichini, italianista, medievalista, docente presso la Fordham University di New York, in dialogo con Massimo Cirri e con le letture di Sax Nicosia. L’evento è organizzato in collaborazione con Elena Del Prato dei Maestri Maiolicari Faentini.
Chiude la rassegna, domenica 2 agosto, l’incontro con l’infettivologo Angelo Pan, primario di Malattie Infettive all’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Cremona, intervistato da Massimo Cirri. Si parlerà di vita e microrganismi: è vero che molti batteri sono specializzati nello sfruttare come parassiti gli organismi superiori, l’uomo compreso, ma è anche vero che centinaia di migliaia di specie ci sono utili, per non dire indispensabili.
Il festival si arrichisce quest’anno di eventi collaterali, in occasione del decennale che sarà festeggiato con l’apertura al pubblico della mostra fotografica “Dieci Anni di Leggere in Piazza”, nella saletta espositiva del Museo delle Genti di Montagna. Ci sarà la possibilità di partecipare, su prenotazione a visite guidate e passeggiate, pranzi, cene, aperitivi con prodotti tipici locali. Sarà l’occasione per degustare in particolare il raviggiolo, formaggio fresco a pasta bianca, dalla consistenza tenera e dal sapore delicato e leggermente burroso tipico dell’appennino tosco-emiliano; i marroni con la cui farina si preparano dolci e polente; il cappelletto nella sua versione palazzuolese.