Milano. Anticipato dalle recite estive e nei Municipi milanesi, Paolo Rossi torna allo Strehler per raccontare, tra parole e musica, l’incontro fortunato con grandi maestri del passato – Jannacci, Gaber, De André, Fo e tanti altri – e a rievocare storie che aiutano a resistere, a scegliere, a sperare.
Con “Pane o Libertà”, spettacolo nato nel periodo di lockdown, Paolo Rossi unisce sapientemente stand up applicata al teatro shakespeariano, commedia dell’arte e commedia greca, facendosi accompagnare in scena dalla band degli Anciens Prodiges composta da Emanuele Dell’Aquila, Stefano Bembi e Alex Orciari.
Agile, dirompente, sfuggente alle definizioni di genere e duttile nell’allestimento scenico, lo spettacolo interpreta un teatro capace di incantare il pubblico e di stare in ascolto, di vivere e adattarsi alle sue reazioni, sera dopo sera, giorno dopo giorno, un teatro di emergenza che si riappropria del ruolo di contastorie per dare conforto agli spettatori.
“Vorrei fare qualcosa che dia al mio essere comico, una via di fuga verso il teatro sociale, nella poesia del buffo e della magia” – afferma Rossi. “In questi tempi di emergenza che non permettono di immaginare il futuro che ci spetta, userò i teatri per promuovere me e i miei musici/commedianti come contastorie disponibili ad accompagnare matrimoni, battesimi, funerali, marce e sommosse, riunioni di condominio ad alta tensione, serenate di insulti o d’amore… e, con il loro aiuto, reciterò non al pubblico ma col pubblico, perché qui s’improvvisa, mica si replica! E la quarta parete l’abbattiamo e la tiriamo giù, almeno lei – da adesso in poi – riposi in pace”.
In scena si mescola la figura del primo Arlecchino – quello che possedeva il biglietto di andata e ritorno per l’Aldilà – a quella che fu poi una delle sue evoluzioni come intrattenitore popolare capace di spaziare dalle stalle al cabaret.
“Giocando con l’illusione di mettermi sul palco rievocherò i miei sogni lucidi, fatti da storie che aiutano a resistere, costretti a scegliere tra il lavoro o la libertà, tra la salute o la libertà, insomma… tra pane o libertà (slogan rubato non mi ricordo a quale pagina de “La Peste” di Camus) o a non scegliere proprio» conclude Paolo Rossi. «Sono storie di oggi e di dopodomani, mie o rubate ai miei maestri, come loro le rubarono ai loro. Sto parlando di Jannacci, Gaber, De Andrè, Fo, Strehler, dei comici del Derby e di altri sconosciuti. Ovviamente, in questo Olimpo non può mancare Willy (William Shakespeare), il re dei ladri”.