Palestrina. Prende il via venerdì 26 luglio nel Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina la XXII edizione di “Una striscia di terra feconda”, festival di jazz e musiche improvvisate che riunisce non solo i maestri riconosciuti ma soprattutto i giovani talenti del jazz francese e della scena italiana.
La rassegna si inserisce nella programmazione de “La Francia in Scena”, stagione artistica dell’Institut Français Italia realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut Français, del Ministère de la Culture e della Fondazione Nuovi Mecenati, è realizzata in collaborazione con ArtCity 2019 ed è all’interno della rassegna “Luci su Fortuna”.
“Parole e Note” di Urbano Barberini e Antonio Figura, la prima nazionale del concerto del Thèo Ceccaldi Trio “Django” (26 luglio), il concerto di Fidel Fourneyron e Francesco Diodati e quello del Roberto Ottaviano Trio con “Lontano” (27 luglio) saranno i protagonisti dei primi due giorni del festival, in un dialogo artistico tra Italia e Francia che, attraverso lo spettacolo dal vivo, vuole anche guidare alla riscoperta dei luoghi del patrimonio artistico e archeologico del nostro Paese.
Ad aprire la serata di venerdì 26 luglio alle ore 21 è “Parole e note”, con la voce di Urbano Barberini accompagnata dal pianoforte di Antonio Figura. Il loro originale gioco di parole mette insieme musica e brani celebri di vari autori, dando vita ad un duetto tra le letture e il pianoforte in perfetto equilibrio tra musica e parole. Due personalità che denotano curiosità, e che necessitano di ricerca ed esplorazione. L’improvvisazione è il filo conduttore dello spettacolo. Le loro anime di improvvisatori liberi sono la sorgente di molteplici idee, ed il materiale sia musicale che letterario diventa materia grezza in cui affondare le mani.
A seguire, sempre venerdi 26 luglio, con “Django” il trio di Théo Ceccaldi, senza dubbio la nuova perla del jazz francese, tanto che il critico francese Michel Contat ha scritto: Théo Ceccaldi suona il violino con una maestria che rinnova ciò che pensavamo lo strumento potesse fare. Con ONJ di Olivier Benoit, in trio, in duo con Roberto Negro, con il trio “Django”, con il Tricollectif, in Francia e in Europa, è ovunque, con rigore e creatività. Con il suo nuovo trio “Django”, ha voluto offrire una nuova lettura del lavoro di Django Reinhard, una splendida opportunità per mostrare l’assoluta libertà della sua ispirazione.
Sabato 27 luglio si comincia alle ore 21 con il concerto con Fidel Fourneyron e Francesco Diodati, rispettivamente al trombone e alla chitarra. In Francia, il giovane Fidel Fourneyron è la nuova stella del trombone: solista molto ricercato dai musicisti più importanti (membro dell’ONJ di Olivier Benoit, nei gruppi di Marc Ducret o nella Big Band Umlaut) e creatore di diversi progetti importanti (Que vola, Un Poco loco trio, Animal trio…). Il suo nuovo incontro con Diodati (avevano entrambi partecipato alla residenza “franco-italiana” del festival nel 2016), uno dei chitarristi italiani più interessanti del momento, membro fisso dell’Ensemble di Enrico Rava, è atteso come uno dei momenti clou del Festival. Una di quelle magie che solo un autentico incontro franco-italiano può produrre.
A seguire, sempre sabato 27 luglio, Roberto Ottaviano al sassofono, Mauro Gargano al contrabbasso e Christophe Marguet alla batteria con il concerto di “Lontano”. Sul progetto Ottaviano scrive: “Lontano è un momento intorno al quale ho raccolto figure, miti e diari di viaggio di nomadi per forza, per volontà e per caso, traducendoli in narrazione musicale. Parte di questo materiale affonda la sua essenza in un confronto con l’ispirazione delle etnie, tuttavia il collante che tiene il tutto insieme è dato dalla possibilità dialogante e liberamente creativa che il Jazz e nella fattispecie la pratica dell’improvvisazione mi hanno donato e di cui faccio sempre tesoro. La distanza fisica, e spesso anche mentale, da ciò che si è lasciato alle spalle dopo una partenza, è il percorso introspettivo e musicale attraverso il quale vuole condurre”.
“Una striscia di terra feconda” prosegue poi il 6 settembre alla Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, fra i siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, dove si esibiranno il Daniel Mille e Grégoire Korniluk Duo in prima nazionale e il Jacopo Ferrazza Ensemble con ospite Camille Bertault. Sempre a Cerveteri il giorno successivo è la volta del francese Pascal Contet e dell’italiano Daniele Roccato in duo con una produzione originale per fisarmonica e contrabbasso e Franco D’Andrea con il suo “New Things”. Tra i grandi protagonisti del festival anche i due maestri del pianoforte Enrico Pieranunzi e Jacky Terrason in una produzione originale e David Riondino, in concerto l’8 settembre all’Auditorium Parco della Musica. Alla Casa del Jazz si esibiranno invece Ronan Le Gourierec e Le Peuple Étincelle (8 settembre); Paolo Damiani, Rosario Giuliani e Michele Rabbia con ospite Théo Ceccaldi e Javier Girotto insieme a Eric Séva (9 settembre); Federica Michisanti Horn Trio, Giampiero Locatelli e Cecilia Sanchietti per il Premio SIAE 2019 e Pierrick Pedron Quartet con ospite Rosario Giuliani (10 settembre) e il sassofonista François Corneloup, sia con il suo quintetto nella prima nazionale di “Revolution” che con quattro musicisti italiani selezionati tramite bando nazionale (11 settembre). In chiusura, il 12 settembre, si ritorna all’Auditorium Parco della Musica con l’Ada Montellanico Quintet con Michel Godard e La Femme d’à côté, estratti da film di François Truffaut con Rita Marcotulli.