Roma. Lucrezia Lante Della Rovere arriva all’Argot Studio, dal 31 marzo al 3 aprile e dal 7 al 10 aprile, con “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello, adattamento e regia Francesco Zecca, musiche Diego Buongiorno, disegno Luci Alberto Tizzone, produzione Argot Produzioni in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro. Lo spettacolo, dall’atto unico del maestro siciliano presentato per la prima volta nel 1922 al Teatro Manzoni di Milano, affronta da vicino il tema della morte imminente e ha come protagonista una figura femminile, la donna vestita di nero. Il testo di Pirandello mette al centro il dramma di un uomo che decide di allontanarsi dalla vita e anche dalla moglie che rappresenta il passato, i ricordi, la vita stessa. Lo spettacolo con Lucrezia Lante della Rovere dà voce alla donna muta che Pirandello ha solo fatto intravedere, una donna a cui l’unica cosa rimasta è quella di “attaccarsi con l’immaginazione alla vita “cercando di non lasciar andare il marito. “Basta scambiarsi un bacio per sentire lo stesso gusto della vita? – si legge nelle note allo spettacolo. Basta avvicinare le labbra al proprio amore per sentirne il sapore? Basta sciacquarsi la bocca con il presente per non sentire più il sapore persistente del passato? La vita è ingorda, non ti lascia che i resti da assaporare ci sono ricordi il cui gusto rimane tutta la vita e non c’è spazio per altro. Solo per l’immaginazione. E a Lei, la Donna Vestita di Nero, la moglie dell’Uomo dal Fiore in Bocca è l’unica cosa che è rimasta “attaccarsi cosi, con l’immaginazione alla vita”. I suoi occhi così dentro e così attaccati a lui, da non volerlo far andare via. Non ancora. Noi Abbiamo dato voce a quella donna muta e dolorante, quella Donna Vestita di Nero che Pirandello ci ha fatto intravedere solo dietro a quel cantone”.