Roma. SIEDAS oggi incontra con vero piacere la Senatrice Loredana Russo, esponente del M5S, membro della 7a Commissione Cultura, musicista e docente, impegnata sin dall’inizio della sua attività parlamentare sui temi della formazione artistica e musicale, sia per il settore dell’istruzione che per quello universitario. Infatti, la Senatrice Russo ha dedicato una particolare attenzione agli aspetti legati al comparto dell’Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM), che comprende gli Istituti Superiori di Studi Musicali, le Accademie di Belle Arti, l’Accademia Nazionale di Danza, l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica, gli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche.
Gentile Senatrice, dunque, un settore in movimento quello dell’AFAM; dopo anni di immobilismo si registra davvero un’accelerazione verso l’adeguamento di questo comparto ad uno status pienamente universitario in tutti gli aspetti. Quali sono gli interventi normativi in merito di cui si è fatta portavoce in Parlamento?
Intanto ringrazio Lei e la redazione di Arti e Spettacolo per l’opportunità che mi date di raccontare una attività legislativa non sempre attenzionata dalla stampa, ma che interviene in un settore, quello artistico/creativo, che dovrà essere, anch’esso, strumento trainante nel percorso di “Ripresa e Resilienza”; resto assolutamente convinta, come ho scritto in una mia precedente nota, che per una vera ripresa dobbiamo investire in creatività.
In questi quattro anni ho fatto della formazione artistica pre – accademica e dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (insieme alla difesa dei diritti degli animali), gli ambiti privilegiati della mia azione parlamentare, coerentemente con la mia formazione, la mia professione.
Ho “approfittato”, quindi, di ogni occasione buona – interventi normativi di iniziativa parlamentare, decreti ministeriali, decreti attuativi – per sanare le falle di una riforma incompiuta, che, di fatto, non ha ancora equiparato l’AFAM all’Università; due le questioni davvero dirimenti per la piena attuazione di questo necessario allineamento: l’avvio di percorsi di Ricerca e quindi l’attuazione del terzo livello dell’istruzione terziaria e la perequazione giuridica ed economica del comparto.
Intanto bisognava precisare negli atti normativi che la Ricerca non è solo tecnico/scientifica ma anche artistica. Il decreto legge 1/2020 che ha istituito il Ministero dell’Università e della Ricerca è stato il primo strumento in cui ho potuto precisarlo, con il pieno sostegno dell’allora Ministro Gaetano Manfredi; per poi continuare a ribadirlo in tutte le occasioni, fossero queste le relazioni programmatiche per il PNRR o le audizioni per le linee programmatiche del Ministro Messa, sino al decreto legge 80 del 9 Giugno 2021 in cui viene sostituita, nell’art.3 comma 10, la locuzione “diplomi di formazione alla ricerca” con “diplomi di dottorato di ricerca”, allineando anche la nomenclatura del titolo a quello rilasciato dalle istituzioni universitarie.
Per il completamento dell’iter attendiamo adesso il Regolamento sugli ordinamenti didattici, già preannunciato dal Ministro Messa in risposta ad una mia interrogazione, in cui la stessa anticipa che i dottorati di Ricerca AFAM saranno definitivamente normati istituendo il “ricercatore AFAM”.
L’equiparazione giuridica ed amministrativa delle Istituzioni AFAM diviene quindi improcrastinabile se, con l’attuazione del terzo livello, l’AFAM è in tutto equiparata anche didatticamente all’Università.
Purtroppo, l’emendamento da me proposto in legge di bilancio, che avviava una perequazione economica, è stato dichiarato inammissibile dal MEF proprio per una carenza normativa che deve assolutamente essere colmata.
Quindi è chiaro che il Comparto AFAM sta godendo di una particolare attenzione anche in termini di investimenti di risorse, senza le quali ogni riforma non potrebbe essere portata a compimento.
Sì, devo dire che non sono mancate le risorse, già a partire dalla LdB 2020 in cui, a seguito di un mio emendamento concordato con il MIUR, sono stati stanziati 10 mln di euro che hanno aperto un corso decisamente più attento all’AFAM.
In quell’occasione l’attenzione verso la disabilità, l’innalzamento delle quote per la No Tax Area con il conseguente allargamento dei requisiti per ottenere l’esonero dalle tasse universitarie, hanno rappresentato solo un’apripista e difatti sono stati incrementati nella LdB successiva.
Quest’ultima, inoltre, ha portato finalmente a compimento una mia storica battaglia, in merito alla figura dei pianisti e dei clavicembalisti accompagnatori; figure fondamentali in un sistema di alta formazione che dovevano essere normate e non potevano più essere affidate con contratti di collaborazione. L’istituzione dell’accompagnatore e del tecnico di laboratorio ha previsto un fondo di 2,5 mln per il 2021 e di 15 mln per il 2022, poi ancora aggiornato in LdB 2022 a 19,5 mln, includendo anche gli ex istituti pareggiati.
Inoltre, un processo davvero virtuoso, inaugurato dal Ministro Fioramonti e poi perseguito con determinazione dai Ministri Manfredi e Messa, ha puntato su altre questioni fondamentali per le istituzioni AFAM: l’incremento delle dotazioni organiche, per cui sono stati stanziati 12 mln per il 2021 e 70 mln a partire dal 2022 e la statizzazione degli Istituti pareggiati finalmente giunta, in questi giorni, a compimento.
Non sono mancati gli interventi per l’edilizia che hanno assegnato all’AFAM 120 mln di euro, a cui sono stati aggiunti 7 mln di euro per gli edifici di importante valore storico e ulteriori 12 mln per le istituzioni AFAM, legati alla riqualificazione delle periferie.
In relazione all’ultima LdB, a fronte di investimenti per i dispositivi digitali, per i rimborsi e i compensi dei Presidenti e dei componenti del nucleo di valutazione e per i progetti, avremmo voluto finalmente vedere attuato un importante sforzo per finanziare la ricerca ed avviare la perequazione economia di cui parlavo sopra. Sono questi i futuri impegni da perseguire con successive azioni parlamentari.
L’AFAM costituisce dunque un settore importante per la vita culturale del paese; le Istituzioni di Alta Formazione, Artistica e Musicale rappresentano una prestigiosa vetrina dell’Italia all’estero, insomma, divulgano – per così dire- il marchio ‘made in Italy’. Che ruolo può avere, anche in un ‘ottica di “ripartenza” dell’economia del nostro Paese, il potenziamento della formazione artistica accademica?
Questa è la vera scommessa: creare uno stretto collegamento tra la formazione artistica e i processi produttivi del Paese.
Riflettevo che la figura dell’artista avulso da qualsiasi contesto sociale e processo economico forse è esistita solo in certa letteratura, essendo stati tanti musicisti del secolo scorso, ma anche andando più indietro nel tempo, agenti e imprenditori di se stessi ed essendo stata l’Arte spesso promotrice di percorsi di “ripresa” culturale ed economica.
La formazione artistica deve entrare nel processo di ripresa del Paese avendone pieno diritto; intanto nel metodo: essa presuppone un processo creativo, resiliente appunto, in grado di trovare soluzioni nuove, divergenti per superare una crisi; ma anche nel merito, poiché l’Arte plasma materie strettamente connesse con la cultura del bello e l’industria del bello, che ha sempre promosso il Paese Italia, rendendolo altamente competitivo e attrattivo nei confronti dei Paesi vicini e lontani, e coinvolgendo anche i mercati.
Non si può parlare di “Made in Italy” senza citare moda, design, artigianato artistico, restauro e ancora musica, danza e arte, tutti strettamente connessi con le relative produzioni artistiche, che muovono numeri importanti del Prodotto Interno Lordo.
Proprio in questi giorni, in Senato, si sta discutendo il testo sugli Istituti Tecnici Superiori, dove si realizza il raccordo tra istruzione/formazione e processi produttivi, fortemente sostenuti dal PNRR, giunto dalla Camera con la grave lacuna di non contenere, tra i soggetti fondatori degli stessi, anche le Istituzioni AFAM; è innegabile quanto invece queste ne abbiano pieno titolo.
Recentemente ci sono stati anche interventi legislativi su nuove tematiche: l’attenzione al mondo della disabilità nel comparto AFAM, l’introduzione di aree disciplinari per gli studi di Musicoterapia. Insomma, la trasmissione dei saperi artistici sembrerebbe arricchirsi di nuove prospettive, allargando notevolmente il campo di azione.
L’inclusione è sempre stato un principio fondamentale del nostro sistema di istruzione, che in questo colloca l’Italia tra i Paesi più attenti alla disabilità; forse lo stesso non è stato per il sistema dell’AFAM, in cui il principio selettivo di ammissione non sempre ha scoperto e sostenuto talenti nascosti in condizioni problematiche o di disabilità.
Un’inversione di tendenza, sollecitata da tante best practice, si è registrata in questa legislatura, con l’allocazione di risorse proprio a sostegno della disabilità; il primo intervento in favore degli alunni disabili o con disturbi dell’apprendimento risale alla legge di bilancio 2020, i cui fondi sono stati incrementati dalla legge di bilancio 2021. Nella stessa legge di bilancio è stato previsto l’inserimento del tutor accademico esperto in didattica inclusiva.
Che le arti debbano essere un’opportunità per tutti è un principio sancito dalla Costituzione, ma le Arti possono anche essere uno strumento per tutelare il benessere, per superare il disagio o per curarlo. Abbiamo visto come, in questi tempi di pandemia, ci si è spesso affidati alla Musica ed alle Arti per colmare le distanze: nessuno dimenticherà i cori e i canti dai balconi che, in quei tragici momenti, hanno anche strappato dei sorrisi.
Sulla funzione terapeutica dell’Arte e della Musica in particolare, dopo anni di importanti esperienze maturate in tutta Italia, era necessario che i loro relativi percorsi venissero istituzionalizzati per una loro completa legittimazione. In questo ci siamo mosse congiuntamente io e la collega Sen. Paola Binetti; io musicista, lei neuropsichiatra: abbiamo lavorato d’intesa con esperti nel settore e con il MUR affinché si riuscisse a normare un Diploma Accademico di secondo livello in “Teorie e Tecniche in Musicoterapia”; un percorso condiviso tra AFAM e Università, che individua anche i campi di intervento della figura del Musicoterapeuta.
Il Decreto attuativo, firmato il 6/12/2021, segna un obiettivo raggiunto che aggiunge valore al settore.
Possiamo dire, senza alcun dubbio, che il comparto AFAM ha goduto di tanta attenzione in questi ultimi anni. Quali sono le prossime urgenze da affrontare?
Molto resta da fare. Sicuramente attendiamo il regolamento per il reclutamento; non dimentichiamo che da vent’anni non vengono banditi Concorsi di accesso ai ruoli per Titoli ed esami.
Fra le altre cosa da fare, mi preme sottolineare il riordino degli studi pre – accademici. In Italia, la formazione musicale ed anche coreutica, in realtà, è un sistema monco alla base: spariti i corsi inferiori dei Conservatori non è ancora chiaro a chi siano, al momento, affidati i primi anni di apprendimento.
Attualmente assistiamo ad un percorso didattico che inizia troppo tardi in quanto manca lo studio dello strumento musicale nella fascia primaria dell’istruzione; studio affidato poi alle SMIM e ai Licei Musicali che restano orientativi ma, di fatto, devono preparare gli studenti per accedere all’AFAM; un percorso che non raccorda i requisiti in uscita da un livello di istruzione con quelli di entrata al livello superiore; un sistema che difficilmente, nonostante la preparazione e l’impegno dei docenti, spesso non riesce a consegnare all’AFAM gli allievi senza debiti.
E ancora, un percorso che non prevede una formazione alla danza prima dei 14 anni e alcuna offerta pre – accademica per chi volesse approcciarsi ai nuovi linguaggi e alle nuove tecnologie che, quindi, dovrà ricorrere inevitabilmente allo studio privatistico.
Insomma, noterà che tale sistema d’istruzione non tutela il diritto allo studio come dettato dalla Costituzione, costringendo le famiglie o gli studenti che vogliono intraprendere lo studio della Musica e della danza a barcamenarsi tra pubblico e privato, doppie frequenze conservatorio/liceo o fughe all’estero.
È proprio a questa distorsione che vuole porre rimedio il disegno di legge che ho depositato in merito al riordino degli studi artistici, musicali e coreutici, volto ad armonizzare la filiera, dalla primaria al liceo.
Grazie, gentilissima Senatrice Russo, per il tempo che ci ha dedicato e buon lavoro.