Roma. Andrà in scena martedì 19 febbraio al Piccolo Eliseo lo spettacolo “per questo mi chiamo Giovanni”, che si ispira all’omologo libro di Luigi Garlando (Rizzoli editore, 2004) che ripercorre la vita e l’opera del magistrato Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia nel 1992. È il dialogo tra un bambino di dieci anni, Giovanni, che a scuola entra in contatto con la mentalità e la cultura mafiosa, e suo padre che, per mettere in guardia il figlio, decide di spiegargli perché ha scelto di chiamarlo proprio Giovanni. Anche il padre, aveva subìto la vessazione e i ricatti della mafia ma, un giorno, decise di ribellarsi (pagandone le conseguenze) proprio in occasione della morte del magistrato avvenuta lo stesso giorno in cui viene alla luce il figlio a cui decide di dare nome Giovanni.
Nell’adattamento teatrale, gli autori, per rendere “corale” la messa in scena e dare spazio a tutti gli attori della Compagnia dei Ragazzi, immaginano i due protagonisti (Giovanni e il papà) a passeggio in vari luoghi della città di Palermo dove incontrano dei personaggi, non presenti nel libro, che aiutano il padre a raccontare al figlio la storia di Falcone. In più, rispetto al libro di Garlando, ci sono anche i riferimenti al “maxi processo” (con il sonoro delle voci di Tommaso Buscetta e altri imputati e testimoni) e a Rocco Chinnici, un altro magistrato ucciso dalla mafia, che amava andare nelle scuole a parlare di mafia. Ci sono infine delle persone comuni che non partecipano direttamente ai dialoghi ma si avvicinano e ascoltano perché, questo il messaggio degli autori, ascoltare e non smettere mai di parlarne è un modo potente di combattere la mafia, soprattutto per i giovani.
La Compagnia dei Ragazzinasce nel 2017 come laboratorio teatrale di studenti di seconda media, diretti da Mario Di Marco e Ivan D’Angelo per mettere in scena l’Infernodi Dante Alighieri. Il debutto, nel mese di giugno al teatro Tor di Nona, è un grande successo: Settanta minuti di spettacolo nel quale la recitazione dei versi è accompagnata da musiche originali, coreografie, effetti scenici e visivi, come l’uso di torce elettriche, cellofan, corde e stoffe, che trasformano la recita in una grande e corale esperienza teatrale ed emotiva per tutti: attori, autori e genitori. Un anno dopo, nel giugno 2018, la replica ospitata nella prestigiosa sede della Società Dante Alighieri a Palazzo Firenze a Roma riscuote una grande visibilità mediatica. La determinazione e l’entusiasmo dei protagonisti spingono autori e famiglie degli attori a costituirsi in associazione culturale, basata sul lavoro volontario dei soci. Da qui, la sensibilizzazione e l’interesse del Piccolo Eliseo e la messa in scena del nuovo spettacolo “per questo mi chiamo Giovanni” che si avvale anche del contributo alla realizzazione delle scene dell’artista e socia della Compagnia, Ilaria Paccini.