Torino. Al Teatro Gobetti, martedì 29 gennaio alle ore 19.30, debutta “SEI” di Spiro Scimone, adattamento dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello, con la regia di Francesco Sframeli. Lo spettacolo è interpretato da: Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber, Bruno Ricci, Francesco Natoli, Mariasilvia Greco, Michelangelo Zanghì, Miriam Russo, Zoe Pernici. La scena è di Lino Fiorito, i costumi di Sandra Cardini, il disegno luci di Beatrice Ficalbi, musiche di Roberto Pelosi.
“SEI” è uno spettacolo coprodotto da: Compagnia Scimone Sframeli, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Biondo di Palermo, Théâtre Garonne Scène européenne Toulouse in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia.
Resterà in scena al Gobetti, per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro nazionale fino a domenica 10 febbraio.
Spiro Scimone e Francesco Sframeli per la prima volta si misurano con la scrittura e la lingua di Luigi Pirandello e con il suo “Sei personaggi in cerca d’autore”.
Scrivono Spiro Scimone e Francesco Sframeli: “L’adattamento dal titolo Sei nasce dal bisogno di mettere insieme il nostro linguaggio teatrale con la lingua del grande maestro. Durante il lavoro di elaborazione, abbiamo ridotto il numero dei personaggi, eliminato o aggiunto scene e dialoghi, sostituito qualche termine linguistico ma senza stravolgere la struttura drammaturgica dell’opera originale.
Siamo in un teatro, gli attori di una Compagnia stanno per iniziare la prova di uno spettacolo che, forse, non debutterà mai. Improvvisamente un corto circuito lascia tutti al buio; il tecnico che dovrebbe riaccendere la luce non si trova e la luce arriverà solo con l’apparizione, in carne ed ossa, dei Sei Personaggi rifiutati e abbandonati dall’autore che li ha creati.
I componenti della compagnia, sconvolti da questa improvvisa apparizione, pensano che i “Sei” siano solo degli intrusi o dei pazzi e fanno di tutto per cacciarli via dal teatro. Ma quando il Padre inizia il racconto del “dramma doloroso” che continua a provocare sofferenze, tensioni e conflitti familiari, l’attenzione e l’interesse da parte degli attori e del Capocomico, verso i personaggi, cresce sempre di più e l’idea di farli vivere sulla scena diventa sempre più concreta e necessaria.
Vivere in scena non è solo il desiderio dei personaggi; è anche il sogno degli attori. Entrambi, sanno che la loro vita in scena può nascere solo attraverso la creazione di un rapporto, attori/personaggi, di perfetta simbiosi. Un rapporto che si crea, di volta in volta, di attimo in attimo, durante la rappresentazione. Nella rappresentazione è indispensabile la presenza dello spettatore.
Ed è proprio l’autenticità del rapporto attore/personaggio/spettatore la vera magia del teatro che ci fa andare oltre la finzione e la realtà”.
Lo spettacolo ha debuttato lo scorso giugno al Napoli Teatro Festival.
Spiro Scimone e Francesco Sframeli sono tra gli artisti più apprezzati in Italia così come in Francia, pluripremiati per una drammaturgia che ha rinnovato radicalmente lo standard beckettiano infondendogli un’aderenza divertente e surreale alla deriva del nostro contemporaneo. Con l’esordio nel 1994 con Nunzio, scritto da Spiro Scimone che lo interpreta insieme a Francesco Sframeli con la regia di Carlo Cecchi, nasce un nuovo linguaggio teatrale, con le sonorità del dialetto messinese, che costituisce la cifra artistica del lavoro della compagnia. Con La festa, Scimone ottiene l’autorevole riconoscimento della Comédie-Française, che presenta in cartellone l’opera.