Al Teatro Massimo i primi tre concerti del “Ciclo di Brahms”

Palermo. Domenica 19 maggio alle ore 20.30, nella Sala Grande del Teatro Massimo di Palermo, sarà possibile assistere al primo dei tre concerti della stagione sinfonica 2019 che costituiscono il “Ciclo Brahms”. Sotto la bacchetta di Gabriele Ferro, direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra del Teatro Massimo eseguirà nella prima parte del concerto una nuova composizione in prima esecuzione assoluta, “Sopra il candore della luna”, notturno per orchestra di Alessandro Zambito, scritta su commissione del Teatro Massimo, e il Notturno per orchestra di Giuseppe Martucci. Nella seconda parte, invece, la Prima Sinfonia di Johannes Brahms, che al suo apparire nel 1876 fu salutata come la “decima sinfonia di Beethoven”.

“Sopra il candore della luna” di Alessandro Zambito utilizza un organico che è lo stesso delle sinfonie di Brahms ed è una commissione della Fondazione Teatro Massimo che nasce su proposta di Gabriele Ferro. Si tratta di un “notturno per orchestra”, con riferimento voluto alle amosfere notturne e crepuscolari che caratterizzano tanta musica di Brahms; altra fonte di ispirazione, fin dal titolo, è una lettera di Galileo Galilei del 1640, appunto Sopra il candore della luna, indirizzata al principe Leopoldo di Toscana: il grande scienziato vi espone le sue teorie su come la luce della Terra, riflesso del Sole, rischiari la Luna. In quest’atmosfera di luci e ombre è da segnalare la presenza significativa del timpano, strumento che solitamente non viene associato all’idea della notte e che qui rappresenta infatti l’uomo, lo stesso Galilei, elemento esterno che studia il paesaggio celeste, mosso “da natural desiderio” di spiegare la causa del suo splendido candore. L’opera, scrive Zambito, “è basata su una serie di micromelodie, che si presentano a volte con straordinaria essenzialità, come nel caso di quelle costituite da una sola nota, e che dialogano tra loro, sovrapponendosi e dando origine a contrappunti di fasce armoniche, o sommandosi per generare frammenti di melodia più lunghi”. Alessandro Zambito, violinista e compositore palermitano, ha studiato composizione con Turi Belfiore e Aldo Clementi e ha frequentato i corsi di composizione tenuti da Helmut Lachenmann.
Segue un secondo “Notturno per orchestra”, quello di Giuseppe Martucci, compositore che ebbe tra i suoi modelli appunto Brahms. Caso rarissimo, se non addirittura unico, tra i compositori italiani dell’Ottocento, Martucci non si dedicò mai al melodramma e solo raramente alla canzone da camera, concentrandosi sulla musica per pianoforte, da camera e sinfonica e traendo ispirazione dai grandi compositori tedeschi.
Johannes Brahms completò, infine, la sua Prima Sinfonia nel 1876: più di 20 anni prima Schumann lo aveva esortato a scrivere traendo ispirazione dalle sinfonie di Beethoven. Il grande successo ottenuto dalla Sinfonia alla prima esecuzione è continuato ininterrotto fino ad oggi, e la Sinfonia in Do minore, così come le altre tre che Brahms avrebbe scritto nei 10 anni successivi, sarebbe stata fino ad oggi una delle opere più eseguite dalle orchestre di tutto il mondo e più amate dal pubblico. Con questa sinfonia, al di là della superficiale somiglianza del tema dell’ultimo movimento con quello dell’Inno alla Gioia della Nona Sinfonia di Beethoven (“se ne accorgerebbe qualunque somaro”, commentò Brahms), il compositore di Amburgo afferma la propria personalità ormai matura e crea, nei quattro movimenti che seguono la forma classica della sinfonia, un percorso che conduce dal Do minore iniziale, tonalità mesta e raccolta, alla luminosa determinazione del Do maggiore che conclude la sinfonia.

Il ciclo Brahms proseguirà venerdì 24 maggio con il “Requiem tedesco” di Brahms, con l’Orchestra del Teatro Massimo ancora sotto la direzione di Gabriele Ferro e il soprano Valeria Sepe, il baritono Albert Dohmen e il Coro diretto da Piero Monti. Conclusione giovedì 30 maggio, quando a dirigere l’Orchestra del Teatro Massimo sarà Jader Bignamini per altri due capolavori brahmsiani: il “Secondo Concerto” per pianoforte e orchestra, solista al pianoforte Sergei Babayan, e la “Quarta Sinfonia”.

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