“Andy Warhol, Triple Elvis”, il maestro della Pop Art alle Gallerie d’Italia di Napoli

Napoli. Un consistente nucleo di opere realizzate da Andy Warhol è visitabile dal 25 settembre fino al prossimo 16 febbraio presso le Gallerie d’Italia di Napoli.
Si tratta di lavori meno noti del maestro della Pop Art dedicati ad uno dei più grandi interpreti del rock-and-roll mondiale, Elvis Prestley, e a personaggi e temi emblematici del Novecento. L’esposizione rientra nella “Collezione Luigi e Peppino Agrati”, una raccolta enciclopedica d’arte contemporanea formata tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento e confluita, grazie al lascito del Cavalier Luigi Agrati, nel patrimonio storico-artistico tutelato e valorizzato da Intesa Sanpaolo.
L’intera mostra, notevole non tanto per la quantità di opere quanto per la valenza del percorso artistico di Warhol, rientra nel progetto “Vitalità del Tempo”, curato da Massimo Barbero, che si propone l’obiettivo di offrire al pubblico uno sguardo inedito sul mondo dell’arte.
“Andy Warhol. Triple Elvis” è una sorta di summa che analizza la fase centrale della parabola artistica del maestro concentrandosi sugli anni Sessanta e Settanta, il percorso espositivo infatti è costituito da due cicli di opere grafiche solo apparentemente slegate tra loro. Si parte con la serie di 10 serigrafie dedicate alla sedia elettrica, intesa non soltanto come emblema politico ma soprattutto come spunto per meditare sulle sorti dell’essere umano. A fare da contraltare la serie di altre 10 serigrafie dedicate stavolta a Mao Tse-Tung, risalente al 1972 quando il Presidente Nixon si recò appunto in Cina.
Warhol era fortemente affascinato dai miti hollywoodiani, infatti nel 1963 fondò “Factory”, una fabbrica artistica che favorirà l’incontro di personaggi famosi come Lou Reed e Bob Dylan, ed è proprio in questo periodo che Warhol inizierà a lavorare con vecchie lattine e cartone intraprendendo anche un progetto cinematografico basato sulla relatività del tempo.
La mostra delle Gallerie d’Italia prosegue appunto con altre serigrafie, risalenti al 1967 e dedicate stavolta all’icona cinematografica per eccellenza: Marilyn Monroe. In tal senso, i lavori del maestro di Pittsburg sono rivoluzionari e anticipano i tempi perché attuano una trasformazione dei personaggi famosi che diventano vere e proprie star salendo così di diritto nell’Olimpo della cinematografia.
Presente in mostra anche un piccolo ritratto dell’artista realizzato da Duane Michals: si tratta di un lavoro che consta di tre scatti dove Warhol appare e scompare, quasi a voler porre l’accento sulla volontà di sottrarsi allo scorrere del tempo palesandosi a suo piacimento.
Chiude l’esposizione un doveroso omaggio a Napoli, città in cui Warhol si recò circa 50 anni fa. Le due opere intitolate “Vesuvius” fanno parte della collezione permanente di Intesa Sanpaolo e testimoniano il legame dell’artista con un luogo importante per lui anche dal punto di vista professionale. Warhol, infatti, ebbe un’intensa collaborazione con Lucio Amelio, incredibile gallerista che lo coinvolse in progetti stimolanti e all’avanguardia come “Fate Presto”, un’opera realizzata solo tre giorni dopo il sisma del 1980.
Warhol, pertanto, ci appare a tutti gli effetti come un creatore di immagini ma anche come un abile narratore delle evoluzioni del Novecento, distinguendosi dai contemporanei non solo per la sua creatività ma soprattutto per l’esaltazione di quel talento che riconosceva nel suo prossimo.

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