Milano. LA MILANESIANA, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, ospita in anteprima assoluta la mostra “Giusy Rampini. Anime selvagge” dal 19 giugno al 26 luglio alla Galleria Ceribelli di Bergamo (Via San Tomaso, 86). L’inaugurazione si terrà il 19 giugno alle ore 12.00 all’Accademia Carrara (Piazza Giacomo Carrara, 82), interverranno Giusy Rampini, Vittorio Sgarbi, Attilio Ventura e Elisabetta Sgarbi. La personale, a cura di Elisabetta Sgarbi e Arialdo Ceribelli, espone le opere della pittrice Giusy Rampini che ritraggono animali selvaggi da diverse angolazioni, cogliendone tutte le sfumature. «Nell’arte di tutti i tempi gli animali hanno sempre occupato un ruolo di rilievo – racconta Giusy Rampini. – Rappresentati tra naturalismo, scienza e fantasia, sono fonte d’ispirazione per la bellezza delle loro forme, dei colori e del movimento. I primi soggetti rappresentati dall’uomo sono gli animali. Dalla preistoria ad oggi continuano ad interessare gli artisti. Potrei citare alcuni dei grandi maestri che ne rimasero affascinati, come Giovannino de Grassi, Dürer, Raffaello, Picasso e così tanti altri. Ho sempre ritratto animali nel loro ambiente, studiandone sia le forme che la plasticità anatomica. Da quando è scoppiata la pandemia il mio modo di rappresentarli è cambiato. Ho iniziato a raffigurarli estrapolandoli dal loro ambiente, per coglierne le caratteristiche più nascoste. E cercando di realizzare uno studio più introspettivo, esasperandoli nelle dimensioni e cogliendone anche le imperfezioni. Lasciando che la forza esplodesse anche dalla tela per esorcizzare quel momento d’incertezza che abbiamo vissuto. Per darmi la forza necessaria e lo stimolo per credere in un futuro migliore. Così ho iniziato a dipingere elefanti, anche in grandezza naturale, cogliendo la forza e la spiritualità che è insita nel loro essere. Tra le mura del mio studio ho iniziato un viaggio intimo e meraviglioso nei meandri più selvaggi della natura. I protagonisti non sono gli animali domestici con i quali siamo abituati a convivere, ma gli animali più selvaggi, più schivi all’uomo e integri nella loro vera natura. Da qui l’esigenza di dipingere lo stesso soggetto da più punti di vista, un po’ come rileggere un libro più volte per coglierne quelle sfumature che necessitano di più attenzione. Da qui il desiderio di con-dividerli con il pubblico». «Nell’imponenza delle misure degli animali di Giusy Ranpini, riposa la loro appartenenza a mondi che non possiamo conoscere. Nelle loro forme tipiche, strane, bizzarre, risiedono i loro segreti, spesso impenetrabili» – racconta Elisabetta Sgarbi.