Moncalieri. Dal 6 luglio è possibile ammirare, in piena sicurezza, gli Appartamenti delle Principesse Maria Letizia e Maria Clotilde, la Cappella Reale e l’Appartamento di Vittorio Emanuele II, in un susseguirsi di ambienti riccamente decorati che riporta i visitatori tra le meraviglie custodite all’interno del Castello di Moncalieri, una delle residenze sabaude del sito UNESCO iscritto nella Lista del Patrimonio dell’Umanità nel 1997. Il 1° Reggimento Carabinieri “Piemonte” dispone infatti dell’unica caserma dell’Arma dei Carabinieri che può fregiarsi di questo riconoscimento e per questo ha voluto consentire l’apertura del percorso di visita nonostante le limitazioni di accesso ora vigenti per via dell’emergenza sanitaria.
Dimora particolarmente amata da Vittorio Emanuele II, del quale quest’anno ricorre il bicentenario della nascita, il Castello di Moncalieri è celebre soprattutto per le opere commissionate nel tempo dalla dinastia sabauda e per le vicende storiche ottocentesche, ma in realtà ha origini più antiche e nacque nel XIII secolo come fortilizio medievale. Un ampio piano di ampliamento fu attuato, a partire dal 1610 circa, per volontà di Carlo Emanuele I e i lavori proseguirono negli anni seguenti con Vittorio Amedeo I e la reggente Cristina di Francia: nell’arco di un sessantennio, attraverso gli interventi degli architetti Amedeo di Castellamonte, Andrea Costaguta e Carlo Morello, il complesso assunse la configurazione attuale. Nel Settecento fu la residenza preferita di Vittorio Amedeo II che vi morì nel 1732, dopo aver abdicato in favore del figlio Carlo Emanuele III. A quest’ultimo si devono numerose modifiche compiute sotto la direzione di Benedetto Alfieri, avviando un’ambiziosa opera di abbellimento portata a termine nel 1775 dall’architetto messinese Francesco Martinez, scelto da Vittorio Amedeo III per trasformare la struttura in una vera e propria dimora reale dotata di sontuosi appartamenti privati.
Durante l’occupazione francese l’edificio riportò gravi danni e fu utilizzato come caserma e ospedale militare, ma con la Restaurazione e il ritorno dei Savoia, Vittorio Emanuele I dispose, nel 1817, nuovi lavori e trascorse lunghi periodi al Castello, dove morì nel 1824. Il sovrano fu infatti particolarmente legato alla residenza che poi il destino avrebbe in parte riservato al 1° Reggimento Carabinieri “Piemonte”, comparto di quella speciale unità militare proprio da lui fondata come “Corpo dei Carabinieri Reali” con Regie Patenti del 1814. Le opere avviate da Vittorio Emanuele I furono completate da Carlo Felice e Carlo Alberto, includendo pure il rifacimento dello scalone principale. A caratterizzare però il percorso di visita è soprattutto il rinnovamento stilistico attuato verso la metà dell’Ottocento, quando furono allestiti in chiave eclettica gli Appartamenti di Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide, ad opera di Domenico Ferri, apprezzato scenografo e primo decoratore dei Reali Palazzi, il quale si avvalse di rinomate maestranze tra cui l’intagliatore ed ebanista Gabriele Capello detto il Moncalvo. Magnificenti negli apparati fissi e negli arredi, queste stanze costituiscono un eccezionale unicum decorativo con ambientazioni di una regalità quasi fiabesca come la Camera da Letto e il Salotto della Regina, nonché la singolare Stanza di Toeletta del Re realizzata in forma di tenda da campo in tessuto chintz a fiori. Se questi spazi rivelano senza dubbio un fascino straordinario, il percorso museale ha comunque mantenuto importanti testimonianze degli interventi di grande rilievo eseguiti in precedenza: non solo si è conservata la Cappella Reale progettata da Martinez per Vittorio Amedeo III, ma restano anche soffitti, camini e sovrapporte riconducibili ai lavori curati da Giovanni Battista Piacenza e Carlo Randoni nel tardo Settecento in occasione delle nozze del duca d’Aosta Vittorio Emanuele I. Presenze significative sopravvissute accanto agli inserimenti in stile neobarocco e “Secondo Impero” sopraggiunti, tra tardo Ottocento e inizio Novecento, nelle stanze in cui abitarono Maria Clotilde e Maria Letizia, rispettivamente figlia e nipote di Vittorio Emanuele II.
La visita conduce anche negli ambienti situati nel torrione dell’Appartamento di Vittorio Emanuele II danneggiati dall’incendio del 2008: oggi si possono osservare gli esiti di un recupero innovativo, realizzato durante i restauri attraverso l’inserimento di un sistema di pannellature e velari alle pareti che conferisce un aspetto completo alle sale e ne evoca al contempo i tratti stilistici nella riproposizione in trasparenza di decorazioni e texture originarie.
Gli Appartamenti Reali del Castello di Moncalieri aprono dunque un excursus che attraversa oltre duecento anni di committenza sabauda, in un caleidoscopio di sfarzi e splendori racchiuso, come un tesoro, nella struttura architettonica imponente e severa che svetta sulla collina.