Sanremo. Giusy Ferreri è in gara al 72° Festival di Sanremo con il brano “Miele” scritto da Davide Petrella, Federica Abbate, Alessandro Merli e Fabio Clemente (Takagi & Ketra), primo singolo estratto dall’album “Cortometraggi”.
“Con Federica Abbate e Takagi & Ketra abbiamo già collaborato negli ultimi anni per i pezzi lanciati d’estate – racconta Ferreri. – L’obiettivo è stato quello di riportare al Festival una canzone non impegnativa, con un testo diretto ed orecchiabile, che allo stesso tempo non fosse una hit ruffiana. A mio avviso, Federica è molto brava a scrivere parole che entrano nel cuore delle persone con naturalezza, non ricorrendo a testi costruiti meccanicamente a tavolino. In sostanza – prosegue Giusy – non volevo che questo pezzo creasse un distacco troppo netto rispetto al passato: per queste ragioni, tra le varie canzoni del nuovo album, abbiamo scelto “Miele” come brano da proporre a Sanremo”.
Proprio sul testo di “Miele” si concentra l’artista che, in particolare, commenta il passaggio “È una lama che sa di miele” così: “Questo verso è sicuramente autobiografico ma credo che allo stesso tempo rappresenti un sentimento diffuso e comune a tutte le persone che hanno vissuto il dolore del distacco. Penso soprattutto alle tante giovani coppie che durante la pandemia non hanno potuto stare insieme ed hanno dovuto vivere il rapporto a distanza: poi chissà, magari sono comunque nate delle grandi storie. In sostanza, questo passaggio definisce il dolore provocato dall’amore: tagliente come una lama e dolce come il miele”.
La cantante siciliana si sofferma pure sulla scelta di esibirsi con il megafono: “È amplificato con lo stesso microfono con il quale canto. Ho voluto dare un’atmosfera un po’ retrò e cinematografica, in coerenza con l’album. Infatti, è un tipo di megafono che in passato veniva usato sul set dai registi”.
“Sono molto legata al nuovo album – continua Giusy Ferreri. – L’abbiamo sviluppato e concepito con una nuova consapevolezza: c’è stata più ricerca rispetto ai lavori precedenti. Ci sono molti brani per me importanti: ad esempio, “La forma del tuo cuore” è un pezzo autocritico, in cui ho voluto mostrare la parte positiva dell’accettazione di sé. Poi ci sono molte collaborazioni: con Marco Masini che ha scritto “Il diritto di essere felici” ed è un brano molto intenso, come tipico della sua cifra stilistica; o anche con Giovanni Caccamo, che ha scritto “Cuore sparso”, che, come suggerisce il titolo, descrive drammi e momenti felici della vita; poi, c’è la canzone scritta da Diego Mancino dedicata a Federico Fellini.
È un nuovo progetto, posso dire che si tratta proprio di un nuovo capitolo. Sono cinque anni che non partecipo al Festival. Inoltre, abbiamo aspettato due anni per presentare questo lavoro e avere la possibilità di portarlo in tour dal vivo in un momento dell’emergenza sanitaria che fosse maggiormente favorevole per gli eventi live”.
Una breve parentesi è stata dedicata alla serata dei duetti: “Avendo scelto “Io vivrò senza te” di Lucio Battisti, ho pensato che fosse inutile aggiungere ulteriore vocalità ad un pilastro della musica italiana ed ho immaginato da subito un arrangiamento soft rock. Per queste ragioni, mi ha accompagnata Andy dei Bluvertigo, che conosco e con il quale abbiamo grande feeling. Credo abbia aggiunto quella magia ricercata di suono che volevo e spero che sia stata apprezzata anche dal pubblico perché è sempre difficile confrontarsi con cover così importanti. Il tutto è stato coronato dall’orchestrazione del grande Maestro Enrico Melozzi”.